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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. I
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Fontana, Paolo: La chiesa del santo Sepolcro in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0047

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11

seguente, arida troppo e non esatta: Come si vede, adunque, non è Ja chiesa che un amal-
gama edilizio di tre o quattro tempi che si contrastano: le torri del secolo xil; la fronte
(ch'egli credeva murata interamente di nuovo) del xvin; l'interno del xvii; la cripta,
ancora dell'origine, il (sic) principio dell'xi secolo. Ma tutta la muratura di precinzione, il
che vuol dire poco meno che l'organismo intero dell'edilizio, non era manomesso, sebbene
in parte nascosto dalle costruzioni addossate.

Il Paravicini, 1 altrettanto valente e competente che il Mongeri, pure sembra aver osser-
vato ancor più distrattamente questo edifìzio, del quale dimentica Ja cripta.2 Ed io avrei
ragione di credere che quella interessantissima costruzione sotterranea, interamente abban-
donata, fosse da molto tempo inesplorata dagli studiosi, tanto parve strano ad uno dei
Padri della Congregazione ch'io volessi non solo vedere ma fermarmi lunghe ore a ritrarre
alla meglio la generale disposizione e i particolari d'ornamento.

Ma non si meraviglierà certo il lettore che qualcuno si adoperi per far conoscere meglio
questo sacro edifìzio; riandando i passi degli scrittori-, dai più antichi ai più recenti, pub-
blicando nuove notizie tratte da vecchie carte, e analizzando il monumento stesso.

Le notizie circa l'origine e le trasformazioni dell'edilizio non mancano; anzi si possono
dire abbondanti, se si confrontano con quelle di tante altre opere medievali. Dal più antico,
del quale il Calchi si servì nella sua Storia, abbiamo notizia di una chiesa fondata sotto
l'invocazione della Trinità da Benedetto, detto anche Rozo, figlio di Remedio, ch'era stato
maestro della zecca.

Il documento si trova integralmente nell'opera del Puricelli (col. 219), il quale dice di
averlo tolto da un manoscritto dell'Ambrosiana.

Lo stesso autore offre un altro documento di grandissima importanza: un'epistola del-
l'arcivescovo Anselmo 1Y, il cui originale gli era stato comunicato da G. Pietro Quadrio,
prevosto della Congregazione degli Oblati. Porta la data del 15 di luglio del 1100. Le parole
riferentisi al nostro argomento sono queste:

« Ego Anselmus, magna Dei opitulante clementia sanctae matris Ecclesiae archiepi-
scopus mediolanensis, ut bonus pastor animam meam deberem ponere prò meis ovibus. Sed
quia hoc facere, mundanis impeditus curis, non valeo: nec immerito doleo: quod boni
pastoris officium non exerceo: ne penitus tamen viderer deditus ignorantiae, inspirante
summa Dei clementia, quae civitatem supra montem positam, Ecclesiam scilicet sancti
sepulcri, in medio liuius civitatis sitam, non est passa diutius abscondi; sed eam quasi
exaltare fecit et iubilare ad signum victoriae lerosolymitani Sepulchri ; ad cuius gloriam nos
procederites cum nostris fratribus, altare Domino cum Ecclesia simul interius dedicavimus ».

Poco dopo si trovano queste altre parole: « Quicumque vero ad illud sepulchrum in
quo Christi corpus dormivit aliquo impedimento detentus accedere non poterit et ad hoc
sepulcrum ad eius veram similitudinem factum, venerit, etc. ».

Che la chiesa della Trinità del primo e quella del Santo Sepolcro del secondo docu-
mento sorgessero nello stesso luogo si ha dal Calco,3 scrittore del secolo xvi, le cui parole
meritano di essere trascritte:

« Anno quarto imperii Conradi Benedictus, qui et Rocio vulgo nuncupabatur, cum

1 Guida artistica di Milano. Milano, 1881.

2 Chi dettò l'iscrizione che si legge in una lapide
marmorea aggiunse del suo un grave anacronismo, po-
nendo la presa di Gerusalemme avanti il Mille e tren-
tuno. La lapide, incastrata nell1 interno nella navatella
sinistra, è di questo tenore: « Templum hoc — A fun-
damentis extulit — Anno MXXXI — Benedictus qui et
Rocio in sacro Ierosolymitano bello — Sub Gothofredo

r>ullionio stipendia meritus — Refectum ad instar aedis

dominici sepulchri — Anselmus IV Medio!. Archiepi-
scopi^ — Dedicavit anno MC — Congregationi Obla-
torum tradita a Sancto Carolo Borromeo — Patruelis
eius Cardinalis Federicus — Arcubus columnis perpo-
litis auxit — Rursus multifariam instauratimi — In
praestantiorem formam exornavit — Ad reni divinati)
convenientium pie tas — Anno MDCCCXLI ».

3 Tristani Calchi, Medio!, historiae patnae, lib. XX.
Milano 1627.
 
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