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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. VI
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0517

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MISCELLANEA

Studi e memorie riguardanti l'arte italiana
pubblicati nell'anno 1896 nelle principali ri-
viste di storia dell'arte in Germania. — Due

sole sono le contribuzioni a proposito nel vo-
lume XIX (1896) del Bepertorium fur Kunstwissen-
schaft, ed anche esse si prestano poco a essere
riassunte, giacche nella prima il dott. E. Jacobsen
dà quasi un « catalogo ragionato » {catalogne rai-
sonné) dei quadri italiani della Galleria Lochis a
Bergamo (Die Gallerie Lochis zu Bergamo), mentre
nella seconda, dal titolo: Notizen iiber italienische
Bilder in Betersburger Sammlungen, il dott. Federico
Ilarck fa passare in rivista le opere d'arte ita-
liana, che si trovano ora custodite nelle raccolte
pubbliche e private di Pietroburgo. In quanto al
primo articolo, il Jacobsen nelle sue attribuzioni,
con poche eccezioni, segue principalmente il Mo-
relli. Fra quest' ultime la più notevole sarebbe
l'attribuire al Giorgione stesso il piccolo qua-
dretto n. 179 raffigurante un paesaggio con una
scena mitologica, in cui si vuol ravvisare la morte
di Euridice. Più interessante, poiché tratta di un
soggetto meno conosciuto, è l'articolo dell'Harck.
Nella prima parte di esso l'autore parla dei qua-
dri più cospicui della Galleria imperiale dell'Ere-
mitaggio, che, per accennar soltanto ad alcuni dei
suoi tesori, vanta una tavola magistrale del Fran-
cia, due del Correggio, la cosiddetta Madonna
Litta, attribuita a Leonardo da Vinci, ma che sa-
rebbe piuttosto di Bernardino de'Conti secondo il
Morelli, o di Ambrogio de Predis secondo il nostro
autore, quattro tavole del Luini, parecchi capola-
vori del Tiziano, Seb. del Piombo e Paolo Vero-
nese, e perfino un quadro del Griorgione, la figura
di Giuditta, che il Morelli dubitava di non essere

se non una copia d'un originale perduto, ma che
il nostro autore dichiara al disopra di ogni dubbio
di autenticità. Nella seconda parte V Harck dà al-
cuni cenni sulla Galleria del duca di Leuchtenbersr,
la più cospicua dopo quella dell'Eremitaggio, che
però ora si trova stivata in tre piccole camere del-
l'Accademia delle Belle Arti, sicché lo studio n' è
reso pressoché impossibile. Contiene opere di An-
drea Solario, Bern. Luini, Filippino Lippi, il Bron-
zino, Savoldo, Lotto, Palmavecchio, Paris Bordone
ed altri. Parla poi di parecchi gioielli della rac-
colta del conte Stroganoff: un'Annunziata di Fi-
lippino Lippi, proveniente dalla raccolta Puccini
di Pistoia, e un'altra, non meno bella, del Botli-
celli ; il maraviglioso ritratto d'un giovine, attri-
buito a Leonardo, ma che l'autore crede piuttosto
del Boltraffio, e un ritratto d'un vecchio capitano,
che, invece del Tintoretto, apparterrebbe, secondo
l'Harck, a Pietro della Vecchia; tocca di al-
cuni quadri della raccolta Yussupoff (Domenichino,
Cari. Caliari, Tiepolo, Canaletto), di quella Delaroff
(Basaiti, Moroni, Bonifazio e Bacchiacca), per con-
cludere con quella del conte Orloff, che fra alcuni
quadri del Cima, del Francia, del Mazzolino, di
Girolamo da Santa Croce e Andrea del Sarto, pos-
siede un frammento di un Cristo deposto dalla
croce, un'opera molto caratteristica, che il nostro
autore inclina di ascrivere al Buonconsiglio, detto
Marescalco.

* *

L'annata 1896 della Zeitschrift fur bildende
Kunst, che nell'anno corrente ha perduto per morte
repentina il suo fondatore e direttore, il prof. Carlo
di Lùtzow, reca un articolo del dott. Feder. Haack
sul Tintoretto come ritrattista (Tintoretto ah Bor-
 
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