LA CHIESA E IL CONVENTO DI SAN GIOVANNI IN MONTE
A BOLOGNA
- a chiesa di S. Giovanni in Monte a Bologna, già dei
Canonici Lateranensi, era nota fin qui agli studiosi del-
l'arte quasi esclusivamente pel fatto di conservare due
importanti produzioni dell'arte ferrarese: il quadro di
Lorenzo Costa, rappresentante la Tergine in trono coi
santi Agostino, Possidonio, Giovanni e Francesco, e la
grande vetrata rotonda sulla porta, di Francesco del Cossa.
Tuttavia la storia della costruzione della chiesa e del-
l'annesso convento, ridotto a carceri, non inanca d'in-
teresse e merita di essere ricordata su testimonianze più
attendibili di quelle su cui fu ripetuta fino ad ora. L'impor-
tanza architettonica dell'edilizio e le sue tracce dei di-
versi periodi artistici ci hanno consigliato a richiamarvi
sopra l'attenzione: ne imprendiamo tanto più volentieri
l'illustrazione in quanto che le abbondanti notizie che ci
fu dato raccogliere nell'archivio del soppresso convento dei Lateranensi ci permettono di
seguire le vicende della fabbrica e di spiegare alcuni strani accoppiamenti architettonici
nell'edilizio.
L'origine di questa chiesa è antichissima.
La tradizione prima racconta che la piccola altura sulla quale sorge la chiesa sarebbe
stata fatta da S. Petronio con terra tolta dalle parti circostanti, per innalzare un tempio
in posizione migliore delle basse località dei dintorni. Per certi scavi praticati nella chiesa
si trovò a poca profondità uno strato di tufo, che prova che il piccolo colle è in gran parte
naturale. La tradizione nacque forse dal fatto che il colle dovette essere ampliato per la
costruzione del convento e degli annessi e della parte anteriore della chiesa, come può ve-
dersi tuttora nelle sostruzioni. Nei primi documenti, e qualche volta anche modernamente,
il luogo vien detto di Monte Oliveto, in omaggio al simbolismo religioso pel quale la
chiesa di Santo Stefano veniva chiamata Gerusalemme.
La prima menzione della chiesa di S. Giovanni in Monte è del 1060 in un documento
dell'Archivio di S. Stefano; altre sono del secolo successivo: l'archivio da cui riassumiamo
la nostra storia è infatti antico e ricchissimo e si conserva nell'Archivio di Stato di Bologna,
Sezione Demaniale. Nel principio del xn secolo la chiesa e il cimitero di S. Giovanni erano
tenuti dai Canonici di S. Vittore. Enrico, vescovo di Bologna, e Gualtieri, arcivescovo di Ra-
venna, confermavano le costituzioni e i privilegi della Congregazione dei Canonici di S. Vit-
tore e di S. Giovanni in Monte mentre era priore Alberius, che fu poi vescovo di Reggio.
Nel 1162, 22 agosto, un Accarisio, tìglio di Lamberto da Corte, vendeva a D. Bona,
canonico di S. Vittore, tutti i suoi possedimenti sul poggio di S. Giovanni in Monte con
A BOLOGNA
- a chiesa di S. Giovanni in Monte a Bologna, già dei
Canonici Lateranensi, era nota fin qui agli studiosi del-
l'arte quasi esclusivamente pel fatto di conservare due
importanti produzioni dell'arte ferrarese: il quadro di
Lorenzo Costa, rappresentante la Tergine in trono coi
santi Agostino, Possidonio, Giovanni e Francesco, e la
grande vetrata rotonda sulla porta, di Francesco del Cossa.
Tuttavia la storia della costruzione della chiesa e del-
l'annesso convento, ridotto a carceri, non inanca d'in-
teresse e merita di essere ricordata su testimonianze più
attendibili di quelle su cui fu ripetuta fino ad ora. L'impor-
tanza architettonica dell'edilizio e le sue tracce dei di-
versi periodi artistici ci hanno consigliato a richiamarvi
sopra l'attenzione: ne imprendiamo tanto più volentieri
l'illustrazione in quanto che le abbondanti notizie che ci
fu dato raccogliere nell'archivio del soppresso convento dei Lateranensi ci permettono di
seguire le vicende della fabbrica e di spiegare alcuni strani accoppiamenti architettonici
nell'edilizio.
L'origine di questa chiesa è antichissima.
La tradizione prima racconta che la piccola altura sulla quale sorge la chiesa sarebbe
stata fatta da S. Petronio con terra tolta dalle parti circostanti, per innalzare un tempio
in posizione migliore delle basse località dei dintorni. Per certi scavi praticati nella chiesa
si trovò a poca profondità uno strato di tufo, che prova che il piccolo colle è in gran parte
naturale. La tradizione nacque forse dal fatto che il colle dovette essere ampliato per la
costruzione del convento e degli annessi e della parte anteriore della chiesa, come può ve-
dersi tuttora nelle sostruzioni. Nei primi documenti, e qualche volta anche modernamente,
il luogo vien detto di Monte Oliveto, in omaggio al simbolismo religioso pel quale la
chiesa di Santo Stefano veniva chiamata Gerusalemme.
La prima menzione della chiesa di S. Giovanni in Monte è del 1060 in un documento
dell'Archivio di S. Stefano; altre sono del secolo successivo: l'archivio da cui riassumiamo
la nostra storia è infatti antico e ricchissimo e si conserva nell'Archivio di Stato di Bologna,
Sezione Demaniale. Nel principio del xn secolo la chiesa e il cimitero di S. Giovanni erano
tenuti dai Canonici di S. Vittore. Enrico, vescovo di Bologna, e Gualtieri, arcivescovo di Ra-
venna, confermavano le costituzioni e i privilegi della Congregazione dei Canonici di S. Vit-
tore e di S. Giovanni in Monte mentre era priore Alberius, che fu poi vescovo di Reggio.
Nel 1162, 22 agosto, un Accarisio, tìglio di Lamberto da Corte, vendeva a D. Bona,
canonico di S. Vittore, tutti i suoi possedimenti sul poggio di S. Giovanni in Monte con