RECENSIONI
Marcel Reymond. Les Della Robbia. — Florence, Alinavi
Frères éditeurs, 1897.
Mentre l'autore, d'accordo coi Fratelli Ali nari,
sta allestendo il secondo volume della sua impor-
tante opera intorno alla Scultura fiorentina, già
da tempo ha dato alla luce quest'altro attraentis-
simo volumetto di 280 pagine in-8. Si può consi-
derare effettivamente come un grato intermezzo
rispetto al lavoro principale, e già consta ch'esso
ha trovato nel pubblico una lusinghiera accoglienza.
E come poteva essere altrimenti, quando un sem-
plice colpo d'occhio dato al libro fa presentire la
ricchezza e la preziosità del materiale artistico che
n'ò l'argomento ? Che se per questo rispetto grande
merito nella riescita spetta alla Ditta instancabile
dei Fratelli Alinari, i quali seppero preparare
all'uopo una copiosa raccolta di modelli fotografici
eseguiti, per completare la serie, fino nei luoghi
più remoti dell' Italia centrale, vuoisi in pari tempo
riconoscere che tutte queste figure, a larga mano
sparse nel volume, hanno trovato un commentatore
eletto nello scrittore francese, che va dedicando
tutto se stesso allo studio dell'arte toscana in
quello ch'essa ha di più puro e di più elevato.
Questo libro infatti ci trasporta in un mondo
che ha un'impronta tutta sua particolare, in un
ordine di cose specifico del genio fiorentino, e più
specialmente di una famiglia che nel corso di
un secolo (circa dal 1430 al 1530) si è data alla
creazione di opere essenzialmente destinate a decoro
ilei culto, con un materiale non impiegato da altri,
se non da alcuni pochi loro aiuti o diretti scolari.
Un primo proposito, del quale deve saper grado
al signor Reymond chiunque provi il desiderio di
farsi dei concetti chiari e distinti intorno alla fa-
miglia dei Della Robbia, è quello di applicarsi ad
una classificazione, almeno approssimativa, delle
loro opere in ragione di tempo, non meno che in
ragione del genio peculiare di ciascuno de' suoi
principali rappresentanti, Luca, Andrea e Giovanni.
Un simile studio, che ai profani può sembrare
ozioso, ma che non lo è punto per chi è deside-
roso di conoscere ogni artista nella sua propria
natura, nell'indole sua personale, non è poi in
realtà la cosa più facile di questo mondo. Trattan-
dosi nel caso concreto di una famiglia nella quale
si è conservata per un secolo intero una data tra-
dizione, un indirizzo e un genere di lavori ana-
loghi, non ò sempre agevole il determinare preci-
samente dove termina l'attività dell'uno de'suoi
membri e dove incomincia quella dell'altro. Cre-
diamo tuttavia che al signor Reymond sia riescito
di disegnare, se non altro a grandi linee, la figura
artistica di ciascuno dei plasticatori nominati nel-
l'esame ch'egli fa delle loro opere.
Nel definire per questa via la natura peculiare
del capo della famiglia egli a ragione ha posto il
maggiore suo studio, riconoscendo in lui il genio
più puro e più originale nelle tre generazioni dei
Della Robbia. Confrontandolo co' suoi contempo-
ranei (di pochi anni più vecchi di lui) Donatello
e Grhiberti, egli trova che se Luca si accosta a
Lorenzo dal lato spirituale, per quello della forma
invece si attiene piuttosto a Donatello, pur mani-
festando nel tempo stesso una fisionomia sua pro-
pria, indipendente affatto dall'antichità classica.
Quello che di lui si può dire, egli soggiunge, si è
che nessuno ebbe nella stessa misura il desiderio
di esprimere i pensieri più puri in. forine più bel/e,
conchiudendo poi che vi snno bensì dei maestri più
grondi di lui, ma non ve ne sono di queì/i c/te si
possono amare maggiormente.
Nella rassegna delle di lui opere, egli, forte
dell'esercizio del suo occhio, con la massima ur-
Marcel Reymond. Les Della Robbia. — Florence, Alinavi
Frères éditeurs, 1897.
Mentre l'autore, d'accordo coi Fratelli Ali nari,
sta allestendo il secondo volume della sua impor-
tante opera intorno alla Scultura fiorentina, già
da tempo ha dato alla luce quest'altro attraentis-
simo volumetto di 280 pagine in-8. Si può consi-
derare effettivamente come un grato intermezzo
rispetto al lavoro principale, e già consta ch'esso
ha trovato nel pubblico una lusinghiera accoglienza.
E come poteva essere altrimenti, quando un sem-
plice colpo d'occhio dato al libro fa presentire la
ricchezza e la preziosità del materiale artistico che
n'ò l'argomento ? Che se per questo rispetto grande
merito nella riescita spetta alla Ditta instancabile
dei Fratelli Alinari, i quali seppero preparare
all'uopo una copiosa raccolta di modelli fotografici
eseguiti, per completare la serie, fino nei luoghi
più remoti dell' Italia centrale, vuoisi in pari tempo
riconoscere che tutte queste figure, a larga mano
sparse nel volume, hanno trovato un commentatore
eletto nello scrittore francese, che va dedicando
tutto se stesso allo studio dell'arte toscana in
quello ch'essa ha di più puro e di più elevato.
Questo libro infatti ci trasporta in un mondo
che ha un'impronta tutta sua particolare, in un
ordine di cose specifico del genio fiorentino, e più
specialmente di una famiglia che nel corso di
un secolo (circa dal 1430 al 1530) si è data alla
creazione di opere essenzialmente destinate a decoro
ilei culto, con un materiale non impiegato da altri,
se non da alcuni pochi loro aiuti o diretti scolari.
Un primo proposito, del quale deve saper grado
al signor Reymond chiunque provi il desiderio di
farsi dei concetti chiari e distinti intorno alla fa-
miglia dei Della Robbia, è quello di applicarsi ad
una classificazione, almeno approssimativa, delle
loro opere in ragione di tempo, non meno che in
ragione del genio peculiare di ciascuno de' suoi
principali rappresentanti, Luca, Andrea e Giovanni.
Un simile studio, che ai profani può sembrare
ozioso, ma che non lo è punto per chi è deside-
roso di conoscere ogni artista nella sua propria
natura, nell'indole sua personale, non è poi in
realtà la cosa più facile di questo mondo. Trattan-
dosi nel caso concreto di una famiglia nella quale
si è conservata per un secolo intero una data tra-
dizione, un indirizzo e un genere di lavori ana-
loghi, non ò sempre agevole il determinare preci-
samente dove termina l'attività dell'uno de'suoi
membri e dove incomincia quella dell'altro. Cre-
diamo tuttavia che al signor Reymond sia riescito
di disegnare, se non altro a grandi linee, la figura
artistica di ciascuno dei plasticatori nominati nel-
l'esame ch'egli fa delle loro opere.
Nel definire per questa via la natura peculiare
del capo della famiglia egli a ragione ha posto il
maggiore suo studio, riconoscendo in lui il genio
più puro e più originale nelle tre generazioni dei
Della Robbia. Confrontandolo co' suoi contempo-
ranei (di pochi anni più vecchi di lui) Donatello
e Grhiberti, egli trova che se Luca si accosta a
Lorenzo dal lato spirituale, per quello della forma
invece si attiene piuttosto a Donatello, pur mani-
festando nel tempo stesso una fisionomia sua pro-
pria, indipendente affatto dall'antichità classica.
Quello che di lui si può dire, egli soggiunge, si è
che nessuno ebbe nella stessa misura il desiderio
di esprimere i pensieri più puri in. forine più bel/e,
conchiudendo poi che vi snno bensì dei maestri più
grondi di lui, ma non ve ne sono di queì/i c/te si
possono amare maggiormente.
Nella rassegna delle di lui opere, egli, forte
dell'esercizio del suo occhio, con la massima ur-