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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. VI
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0507

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RECENSIONI

I. B. Supino. Beato Angelico, traduit de Fitalien par
M. J. De Crozals, professeur à l'Université de Gre-
noble. Florence, Alinan Frères, éditeurs, 1898.

È noto che il pittore Angelico per eccellenza
si trovò ascritto all'Ordine dei Frati Predicatori.
È probabile quindi ch'egli abbia spiegato la sua
attività anche nel campo della predicazione. Se egli
vi fosse valente ed efficace tuttavia lo ignoriamo;
quello che sappiamo si è ch'egli riesci a edificare
gli animi e commuoverli in un modo tutto suo par-
ticolare, nel dominio dell'arte della pittura. E ci
vorrà essere concesso senza difficoltà che colle sue
creazioni veramente celestiali egli ha saputo eser-
citare una influenza non meno grande di quella
concessa a molti predicatori a mezzo dei loro
sermoni.

È stata una felice ispirazione della solerte ditta
Alinari di Firenze pertanto quella di dedicare un
volume alla vita e alle opere di Fra Giovanni, per
le feste di Natale del 1897, con un testo preparato
all'uopo dall'egregio direttore del Museo Nazionale
di Firenze, tradotto in buona lingua francese (per
renderlo accessibile a un maggior numero di let-
tori), da un collega di quello stesso buon amico del
nostro paese, il sig. Marcel Reymond, colla colla-
borazione del quale i fotografi fiorentini suaccen-
nati pubblicarono il volumetto dei Della Robbia,
di cui già si è data una recensione nel fase. Ili di
questo p-erif)di-co-(aiKiata- corrente). - Ora- chi - non
vorrà fare buon viso ad un'opera simile, nella quale
vediamo sfilarci d'innanzi in una estesa serie di
accurate riproduzioni e con una rigorosa esposi-
zione cronologica, tante creazioni ammirabili del
più puro e del più spirituale fra quanti artisti
sieno mai esistiti?

Artista di un'attività mirabile in vero, tutta
quanta rivolta all'ideale religioso, quale gli veniva
rivelato dal suo vivo sentimento cristiano, renden-
dolo atto ad estrinsecarlo in una infinità di ima-
gini sensibili, da richiamare il paradiso in mezzo
alle miserie di questa terra!

Ke deve recare meraviglia quindi che le sue
opere in ogni tempo siano state ambite e ricercate,
che siano oggi in buona parte disperse per tutti
i paesi civili, da Londra all'estremo lembo d'Italia,
da Pietroburgo a Madrid, come pure che invano
oggidì i più cospicui raccoglitori si studino di
rintracciare qualche opera sua.

Incominciando dalle origini, l'autore non riesce
a determinare, più di quello che ad altri sia stato
possibile, chi sia stato il vero maestro dell'angelico
frate. Giustamente ribatte bensì l'opinione di co-
loro che inclinerebbero a vederlo provenire dalla
scuola umbra. E in proposito, anzi si potrebbe dire
che il caso opposto vuoisi verificare, non essendo
difficile il con stcìtcìrG come indirettamente sia stata
l'arte umbra quella che sentì l'influenza di lui; a
mezzo cioè del suo diretto allievo, Benozzo Goz-
zoli, che alla sua volta va considerato come il vero
maestro di Nicolò da Foligno e fors'anco di altri
compaesani.

Divide poi il suo argomento in quattro capitoli,
corrispondenti ai luoghi successivi nei quali il Frate
ebbe ad esplicare la sua artistica attività. Egli-lo
studia dunque dapprima quale ci si presenta nei
suoi lavori a Cortona, dove esiste tuttora nella
modesta chiesa del Gesù una tavola coll'Annunzia-
zione (fìg. 1), ch'ò il prototipo di quante Annun-
ziate egli ebbe a dipingere in seguito, ed è forse
in pari tempo la più sentita fra tutte. Appartiene
 
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