L'INVETRIATA DE SANT'ANTONIO DI PADOVA 67
A desi fa della invetriata è raffigurato Sant'Antonio che guarisce il piede di un giovane
(tav. 0). Questo episodio, simboleggiante l'attività del Santo quale confessore, non si trova
inserito nella leggenda di Sant'Antonio che a datare dalla seconda metà del secolo xiv. Ne
darò qui il racconto in succinto, togliendolo dal Liber MiraciUorum,1 § 34: Eravi in Padova
un giovane chiamato Leonardo, il quale venne a confessare al Santo d'aver, in un momento
di collera, colpito col piede la madre. Il Santo ne lo redarguì aspramente e gli disse che
meritava di perder quel piede. Allora Leonardo, colpito dal rimorso, rincasò e recise da se
quel suo piede, pensando d'aver, per tal guisa, espiata la sua colpa; ma la madre di lui,
saputo il triste caso, fu la prima a mostrarsene afflitta, e, senz'altro, corse a supplicare
Sant'Antonio di risanare il figliuolo. Di buon grado
recossi il Santo presso il mutilato e lo guarì.
Dinanzi ad una casa di stile archiacuto e con
un balcone sul quale stanno due spettatori, San-
t'Antonio è in atto di risanare il giovane Leonardo.
Sulla soglia della porta aperta della casa compare
la madre gemente ad invocare la grazia per il figlio,
e dietro Sant'Antonio sono alcuni spettatori in piedi.
Sant'Antonio veste un abito violaceo; il man-
tello del giovane Leonardo è rosso,foderato di giallo;
il vestito pure rosso ed i calzoni verdi ; il selciato
è d'un verde carico.
Qui pure dobbiamo ammirare la semplicità
della composizione, animata dalla ricchezza e dalla
limpidezza del colorito.
Al sommo del finestrale vedesi nello scompar-
timento di sinistra Sant'Antonio afferrato alla gola
dal Demonio (tav. 7). Leggesi nei Portogaliae Mo-
numenta, a carte 119: Mentre una notte Sant'An-
tonio cercava nel sonno un po' di riposo dopo le
grandi fatiche che gli erano imposte della quare-
sima, il Demonio ebbe la sfacciataggine di assalirlo,
afferrandolo per la gola e stringendogliela con vio- Tav" 7l " Sant^an1 ^°0?£rrato ulla gola
lenza, quasi volesse soffocarlo. Senonchè, invocan-
dosi da Sant'Antonio il nome della gloriosa Vergine Maria, accompagnando tale invocazione
col segno della croce, si trovò egli tosto liberato, e riaprendo gli occhi vide esser la sua
cella inondata di vivissima luce.
Sant'Antonio, nella sua cella, giace sul letticciuolo col capo appoggiato ad una mano.
Il Demonio, negra figura alata, si getta addosso al servo di Dio e lo afferra per la gola.
Più indietro si vede una chiesa, somigliante a quella di San Francesco in Assisi, e a lato
il campanile; il rosone della facciata è rosso; la torre campanaria, verde; sulla cella del
Santo sta una cupo letta.
La scena contenuta nello scompartimento di destra venne sostituita da una pittura
moderna, di poco interesse, che rappresenta Sant'Antonio mentre fa inginocchiare una mula,
e mentre vede apparirgli la Madonna. Ed invero come mi lusingo di poter dimostrare
in uno studio speciale sulla iconografia di Sant'Antonio di Padova in Italia — il miracolo
della mula non si vede rappresentato che a datare dal principio del secolo xv, e l'appari-
zione della Vergine soltanto a datare dallo scorcio dello stesso secolo. Se mi fosse lecito
emettere un'ipotesi, vorrei soggiungere come (secondo ogni probabilità) l'artista avea dipinto
1 Ada SS., voi. indicato più sopra, pag. 731; vedasi anche il Lempp, XI, paer. 195.
A desi fa della invetriata è raffigurato Sant'Antonio che guarisce il piede di un giovane
(tav. 0). Questo episodio, simboleggiante l'attività del Santo quale confessore, non si trova
inserito nella leggenda di Sant'Antonio che a datare dalla seconda metà del secolo xiv. Ne
darò qui il racconto in succinto, togliendolo dal Liber MiraciUorum,1 § 34: Eravi in Padova
un giovane chiamato Leonardo, il quale venne a confessare al Santo d'aver, in un momento
di collera, colpito col piede la madre. Il Santo ne lo redarguì aspramente e gli disse che
meritava di perder quel piede. Allora Leonardo, colpito dal rimorso, rincasò e recise da se
quel suo piede, pensando d'aver, per tal guisa, espiata la sua colpa; ma la madre di lui,
saputo il triste caso, fu la prima a mostrarsene afflitta, e, senz'altro, corse a supplicare
Sant'Antonio di risanare il figliuolo. Di buon grado
recossi il Santo presso il mutilato e lo guarì.
Dinanzi ad una casa di stile archiacuto e con
un balcone sul quale stanno due spettatori, San-
t'Antonio è in atto di risanare il giovane Leonardo.
Sulla soglia della porta aperta della casa compare
la madre gemente ad invocare la grazia per il figlio,
e dietro Sant'Antonio sono alcuni spettatori in piedi.
Sant'Antonio veste un abito violaceo; il man-
tello del giovane Leonardo è rosso,foderato di giallo;
il vestito pure rosso ed i calzoni verdi ; il selciato
è d'un verde carico.
Qui pure dobbiamo ammirare la semplicità
della composizione, animata dalla ricchezza e dalla
limpidezza del colorito.
Al sommo del finestrale vedesi nello scompar-
timento di sinistra Sant'Antonio afferrato alla gola
dal Demonio (tav. 7). Leggesi nei Portogaliae Mo-
numenta, a carte 119: Mentre una notte Sant'An-
tonio cercava nel sonno un po' di riposo dopo le
grandi fatiche che gli erano imposte della quare-
sima, il Demonio ebbe la sfacciataggine di assalirlo,
afferrandolo per la gola e stringendogliela con vio- Tav" 7l " Sant^an1 ^°0?£rrato ulla gola
lenza, quasi volesse soffocarlo. Senonchè, invocan-
dosi da Sant'Antonio il nome della gloriosa Vergine Maria, accompagnando tale invocazione
col segno della croce, si trovò egli tosto liberato, e riaprendo gli occhi vide esser la sua
cella inondata di vivissima luce.
Sant'Antonio, nella sua cella, giace sul letticciuolo col capo appoggiato ad una mano.
Il Demonio, negra figura alata, si getta addosso al servo di Dio e lo afferra per la gola.
Più indietro si vede una chiesa, somigliante a quella di San Francesco in Assisi, e a lato
il campanile; il rosone della facciata è rosso; la torre campanaria, verde; sulla cella del
Santo sta una cupo letta.
La scena contenuta nello scompartimento di destra venne sostituita da una pittura
moderna, di poco interesse, che rappresenta Sant'Antonio mentre fa inginocchiare una mula,
e mentre vede apparirgli la Madonna. Ed invero come mi lusingo di poter dimostrare
in uno studio speciale sulla iconografia di Sant'Antonio di Padova in Italia — il miracolo
della mula non si vede rappresentato che a datare dal principio del secolo xv, e l'appari-
zione della Vergine soltanto a datare dallo scorcio dello stesso secolo. Se mi fosse lecito
emettere un'ipotesi, vorrei soggiungere come (secondo ogni probabilità) l'artista avea dipinto
1 Ada SS., voi. indicato più sopra, pag. 731; vedasi anche il Lempp, XI, paer. 195.