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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. III
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Nardini Despotti Mospignotti, Aristide: L'@architettura ionica in relazione a quelle dei popoli ariani dell'Asia anteriore
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0202

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A. CARDINI DESPOTTI MOSPIGNOTTI

studieremo; e poiché il nostro scopo non è (inolio di far pompa vana d'erudizione, sì vera-
mente di cercare materiali utili all'indagine che ci siamo proposta, così noi in questo studio
non ci occuperemo che di quei popoli le cui sepolture abbiano veramente un carattere archi-
tettonico che in qualche modo si leghi a quello delle costruzioni sacre e civili; nella qual
condizione, allo stato presente delle cose, si trovano soltanto le necropoli dei Frigi, dei Paria-
goni e dei Liei; sia perchè gli altri numerosi popoli che abitarono in antico l'Asia Minore
(ed Erodoto ne conta ben trenta) non ci abbiano lasciato esempio di tombe architettoniche,
sia perchè quest'esempio, se v'è, appartenga esclusivamente all'architettura funeraria, epperciò
non fornisca materia al nostro bisogno.

Per questa ragione escludiamo subito dal nostro studio la Frigia del Sipilo, quantunque
sede di gente per le sue tradizioni nobilissima e forse la più antica fra quante occuparono
la gran penisola asiatica; imperocché essa non offra altre tombe importanti che i tumuli, il
più cospicuo esempio dei quali ci è dato dal così detto sepolcro di Tantalo. Non così la
Frigia del Sangario e del Rindaco, le cui tombe rupestri hanno aspetto e forme architet-
toniche non esclusivamente funerarie. Di esse ve ne ha di specie diverse, ma rivestono im-
pronta originale e paesana quelle soltanto il cui archetipo è rappresentato dalla così detta
tomba dì Mida. Queste col prospetto esterno arieggiano un'intelaiatura quadrata o rettango-
lare adorna da ripetuti gruppi di losanghe, ed hanno il campo decorato da ornamenti
geometrici che s'intrecciano non senza eleganza. Si aruole che questo campo così decorato
stia a significare un tappeto disteso a guisa di paramento sul prospetto della tomba; ma
questa è cosa che non può dirsi con sicurezza. Con tutta sicurezza possiamo però affermare
che queste tombe ritengono l'impronta della costruzione lignea, perchè, oltre alla forma
triangolare del fastigio che le sormonta e che richiama la disposizione del tetto a doppia
pendenza, abbiamo nel timpano di esso riprodotta la configurazione delle armature lignee che
servono di sostegno al tetto medesimo. Si crede che le più antiche di queste tombe, fra le
quali è appunto quella detta di Mida, appartengano alla fine del secolo vili avanti l'èra
volgare ed al principio del secolo vii. Lo più recenti però risentono l'influenza dell'arte
greca e fors'anche della romana.

Queste tombe frigie rappresentano senza dubbio, come s'è detto, un'arte locale; ma con
quel velario che le ricopre esse nulla lasciano trasparire dell'intima loro costituzione. Quelle
loro superfici uniformi e senza contrasto di risalti fanno argomentare ad un artifizio di
legnami squadrati e diligentemente commessi, ed all'uso del fastigio e del tetto a displuvio;
ma le nostre induzioni non potrebbero spingersi al di là di questo, senza vagare addirittura
nel campo delle ipotesi gratuite.

Queste induzioni però sono troppo poche per renderci un'idea anche approssimativa di
quale veramente si fosse l'architettura nell'antica Frigia. Quelle tombe rispecchiano forse
le private dimore; ma sappiamo noi veramente se le opere pubbliche presso i Frigi si uni-
formassero nel concetto e nello stile alle abitazioni private? Sappiamo noi se veramente la
colonna, che non fa mai comparsa nelle tombe anzidette, fosse del pari esclusa dai pubblici
edifizi? A buon conto nella Frigia stessa noi abbiamo altri generi di tombe nella cui deco-
razione la colonna interviene. E ben vero che queste tombe non hanno come le prime una
fìsonomia così locale e sui generis; è ben vero che l'età di alcune di esse è controversa,
ma tutto questo non basta ad eliminare l'incertezza da me accennata.

Dobbiamo all'Kirschfeld la scoperta recente di alcune tombe della Paflagonia. Sono sca-
vate nel masso, e differiscono da quelle della Frigia appunto per la presenza della colonna,
la quale, comunque abbia proporzioni oltremodo pesanti, tuttavia, connubiata al fastigio trian-
golare del portico che ne forma il prospetto ed all'imitazione dei soffitti lignei nella cella
interna, fa travedere come anch'esse derivino da un sistema che si fonda sulle costruzioni
di legname.

La corta e goffa colonna di queste tombe è rastrematissima, ha la base consistente in
un enorme tòro, ed ha in alto un capitello o, per dir meglio, un piccolo plinto sgusciato,
 
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