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A. NARDINI DESPOTTI MOSPIGNOTTI
Dalle cose già dette consegue che il capitello angolare a volute sbiecate è indispensabile
nelle trabeazioni lapidee, sempre riferendosi al genere periptero così famigliare agli Ioni,
e che per conseguenza esso è contemporaneo alla traslazione dal legno alla
pietra. E siccome esso non si può attuare se non a patto dell'abaco quadrato
e delle volate non troppo sviluppate, uè troppo distanti fra loro, così bisogna
credere fosse contemporanea alla traslazione suddetta anche la contrazione
degli altri capitelli intermedi, e che perciò da quel tempo il capitello ionico
in genere abbandonasse la forma arcaica soverchiamente espansa e ali unuata
Fig. 27 per quella più temperata e raccolta che si usò più tardi, e che si usa
anche adesso.
Della trabeazione protoionica dirò finalmente come, secondo ogni presunzione, dovesse
assomigliare nella sua compagine a quella persiana, e più specialmente a quella delle tombe
ionico-licie, nelle quali i dentelli della cornice proiettano. Io però sospetto che questa loro
proiezione andasse a morire contro le sporgenze cruciformi degli angoli.
Non vorrei poi affermarlo risolutamente, ma sarei per credere che anche in corrispon-
denza alle colonne intermedie le testate degli architravi risaltassero fino a mettersi a piombo
del sommoscapo rispettivo, sia per meglio rafforzare con queste sporgenze gl'incastri dei la-
queari, sia principalmente per mascherare il rientro, non bello a vedersi, della trabeazione
sulla colonna.
Per dare all'ingrosso un'idea del come potessero essere presumibilmente le colonne
murali e le trabeazioni lignee nelle costruzioni miste del periodo protoionico, ho disegnato
la fig. 28, ove agli angoli cruciformi della trabeazione architravata denticolate corrisponde
in a un capitello cruciforme a pulvini, ed in c un capitello cruciforme a volute quadrifronti,
sul tipo di quello a Figalia. In b poi ho raffigurato il capitello volutile primitivo coll'abaco
rettangolare molto espanso, e nel dado sovrapposto al medesimo ho posto quel risalto che
forse si praticava nell'architrave per operare una transizione fra il rientro di questo e il
sopravanzo del sommoscapo colonnare; dado che per maggiore eleganza poteva anche essere
sormontato da qualche ornamento, per esempio, a pai mette.
A. NARDINI DESPOTTI MOSPIGNOTTI
Dalle cose già dette consegue che il capitello angolare a volute sbiecate è indispensabile
nelle trabeazioni lapidee, sempre riferendosi al genere periptero così famigliare agli Ioni,
e che per conseguenza esso è contemporaneo alla traslazione dal legno alla
pietra. E siccome esso non si può attuare se non a patto dell'abaco quadrato
e delle volate non troppo sviluppate, uè troppo distanti fra loro, così bisogna
credere fosse contemporanea alla traslazione suddetta anche la contrazione
degli altri capitelli intermedi, e che perciò da quel tempo il capitello ionico
in genere abbandonasse la forma arcaica soverchiamente espansa e ali unuata
Fig. 27 per quella più temperata e raccolta che si usò più tardi, e che si usa
anche adesso.
Della trabeazione protoionica dirò finalmente come, secondo ogni presunzione, dovesse
assomigliare nella sua compagine a quella persiana, e più specialmente a quella delle tombe
ionico-licie, nelle quali i dentelli della cornice proiettano. Io però sospetto che questa loro
proiezione andasse a morire contro le sporgenze cruciformi degli angoli.
Non vorrei poi affermarlo risolutamente, ma sarei per credere che anche in corrispon-
denza alle colonne intermedie le testate degli architravi risaltassero fino a mettersi a piombo
del sommoscapo rispettivo, sia per meglio rafforzare con queste sporgenze gl'incastri dei la-
queari, sia principalmente per mascherare il rientro, non bello a vedersi, della trabeazione
sulla colonna.
Per dare all'ingrosso un'idea del come potessero essere presumibilmente le colonne
murali e le trabeazioni lignee nelle costruzioni miste del periodo protoionico, ho disegnato
la fig. 28, ove agli angoli cruciformi della trabeazione architravata denticolate corrisponde
in a un capitello cruciforme a pulvini, ed in c un capitello cruciforme a volute quadrifronti,
sul tipo di quello a Figalia. In b poi ho raffigurato il capitello volutile primitivo coll'abaco
rettangolare molto espanso, e nel dado sovrapposto al medesimo ho posto quel risalto che
forse si praticava nell'architrave per operare una transizione fra il rientro di questo e il
sopravanzo del sommoscapo colonnare; dado che per maggiore eleganza poteva anche essere
sormontato da qualche ornamento, per esempio, a pai mette.