L'ARCHITETTURA IONICA
197
Sembrerà strano ad un tratto che con questa trasformazione la colonna ioniea, costretta
al maggior gravame di una trabeazione di pietra, non subisse quel forte raccorciamelo
verificatosi per identico caso nella colonna dorica, e che conservasse presso a poco le svelte
sue proporzioni. La spiegazione di questo fatto credo possiamo averla dalle riflessioni
seguenti: 1° Che anche al tempo della costruzione mista, con quel grosso strato di terrà
battuta che gravitava sulle trabeazioni di legname, le colonne erano già sperimentate ad
un gravame non piccolo; 2° Che le prime trabeazioni di pietra, essendo mancanti del fregio,
erano più leggiere, epperciò non esigevano troppa maggior resistenza di sostegni, bastando
al bisogno che questi non fossero messi, come infatti non lo erano, a troppa gran distanza
fra loro; 3° Che nell'architettura ionica il trapasso dalle trabeazioni lignee alle lapidee si
fece in tempi più recenti e nei quali l'uso della pietra si era reso ormai comune presso
altri popoli, dal cui contatto od esempio i costruttori ionici poterono forse attingere le nozioni
relative alla resistenza dei pietrami, e così farsi arditi per esperienza degli altri.
Rimane adesso a vedersi quando e come si operasse l'aggiunta del fregio alle trabeazioni.
Le rovine dei templi ionici che rimangono anch'oggi nell'Asia ci si presentano con delle
trabeazioni che hanno già ricevuto cotesta aggiunta; ma poiché essi sono tutti ricostruzioni
avvenute nel secolo IV avanti l'èra volgare, così non servono altro che a dimostrarci come
raggiunta medesima sia un fatto anteriore alla loro ricostruzione. Io sospetto però che questa
anteriorità non debba spingersi troppo oltre.
Starebbero a confortare il mio sospetto le trabeazioni di quelle tombe rupestri della Licia
foggiate a guisa di tempietto o edicola ionica (fig. 14), alle quali accennammo sui primi di
questo capitolo, le piti antiche delle quali si fanno risalire dagli archeologhi al secolo v
avanti l'èra volgare. Queste trabeazioni sono tutte quante architravate ; e la loro forma e
le loro proporzioni essenzialmente lapidee, e la forma raccolta dei loro capitelli e la figura
quadrata degli abachi dànno a divedere chiaramente ch'esse rappresentano costruzioni lapidee
vere e proprie, e che non sono la riproduzione in pietra di opere di legname, come tutte
le altre che appartengono all'architettura nazionale dei Liei. Esse dunque starebbero a farci
credere che nei primordi del secolo v avanti l'èra volgare la trabeazione _
ionica non avesse ancora ricevuto l'aggiunta del fregio, o che almeno quest'ag-
giunta fosse sempre allora un fatto assai recente, e perciò non entrato ancora
nell'uso universale.
M'ingannerò forse, ma l'opinione ch'io mi sono formata è che l'aggiunta
del fregio alla trabeazione non avesse luogo nell'Asia, sì piuttosto nell'At-
tica. Sull'acropoli d'Atene abbiamo un gruppo di edilizi ionici: l'Eretico
(fig. 29),1 la Minerva Poliade e ilPandrosio; e lì presso ai Propilei, il tem-
pietto della Vittoria Aptera (fig. 30), l'edificazione dei quali cade appunto
nella seconda metà del secolo v avanti l'èra volgare. E questo vorrebbe dir
poco; ma quello che, a parer mio, potrebbe dir qualche cosa si è che tutti
questi edifizi, e vi aggiungo anche il tempietto lunga l'Ilisso presso la fonte jUUUUUUUUW
Calliroe, oramai distrutto, non hanno affatto il carattere ed i lineamenti del M^<mmmm^
vero ordine ionico, dell'ordine ionico statutale, ad onta che nelle loro tra- -
beazioni si abbia fra l'architrave e la cornice l'interposizione del fregio,
epperciò, sotto questo punto di vista, possano considerarsi come completi. Ma Tempio di Eretteo.
la comparsa del fregio non costituisce qui l'unica innovazione. La carat-
teristica essenziale della cornice ionica sono i dentelli, uè più nè meno che i mutuli e i triglifi
nella cornice e nel fregio dorico, essendoché tutte queste cose tengono, come vedemmo, al
rispettivo loro tipo modellare, e fanno parte, per così dire, dell'ossatura tipica. Ora invece negli
edifizi ionici d'Atene, se togli la loggetta delle Cariatidi (fig. 31) annessa al Pandrosio, i
1 Avverto il lettore che anche questa figura è sba- della sua base, e perchè la cornice manca della sua
gliafa, perchè non è stato finito di profilare il tòro modinatura finale.
Archivio storico dell'Arte, Serio 2», Anno III, fase. III. -r>
197
Sembrerà strano ad un tratto che con questa trasformazione la colonna ioniea, costretta
al maggior gravame di una trabeazione di pietra, non subisse quel forte raccorciamelo
verificatosi per identico caso nella colonna dorica, e che conservasse presso a poco le svelte
sue proporzioni. La spiegazione di questo fatto credo possiamo averla dalle riflessioni
seguenti: 1° Che anche al tempo della costruzione mista, con quel grosso strato di terrà
battuta che gravitava sulle trabeazioni di legname, le colonne erano già sperimentate ad
un gravame non piccolo; 2° Che le prime trabeazioni di pietra, essendo mancanti del fregio,
erano più leggiere, epperciò non esigevano troppa maggior resistenza di sostegni, bastando
al bisogno che questi non fossero messi, come infatti non lo erano, a troppa gran distanza
fra loro; 3° Che nell'architettura ionica il trapasso dalle trabeazioni lignee alle lapidee si
fece in tempi più recenti e nei quali l'uso della pietra si era reso ormai comune presso
altri popoli, dal cui contatto od esempio i costruttori ionici poterono forse attingere le nozioni
relative alla resistenza dei pietrami, e così farsi arditi per esperienza degli altri.
Rimane adesso a vedersi quando e come si operasse l'aggiunta del fregio alle trabeazioni.
Le rovine dei templi ionici che rimangono anch'oggi nell'Asia ci si presentano con delle
trabeazioni che hanno già ricevuto cotesta aggiunta; ma poiché essi sono tutti ricostruzioni
avvenute nel secolo IV avanti l'èra volgare, così non servono altro che a dimostrarci come
raggiunta medesima sia un fatto anteriore alla loro ricostruzione. Io sospetto però che questa
anteriorità non debba spingersi troppo oltre.
Starebbero a confortare il mio sospetto le trabeazioni di quelle tombe rupestri della Licia
foggiate a guisa di tempietto o edicola ionica (fig. 14), alle quali accennammo sui primi di
questo capitolo, le piti antiche delle quali si fanno risalire dagli archeologhi al secolo v
avanti l'èra volgare. Queste trabeazioni sono tutte quante architravate ; e la loro forma e
le loro proporzioni essenzialmente lapidee, e la forma raccolta dei loro capitelli e la figura
quadrata degli abachi dànno a divedere chiaramente ch'esse rappresentano costruzioni lapidee
vere e proprie, e che non sono la riproduzione in pietra di opere di legname, come tutte
le altre che appartengono all'architettura nazionale dei Liei. Esse dunque starebbero a farci
credere che nei primordi del secolo v avanti l'èra volgare la trabeazione _
ionica non avesse ancora ricevuto l'aggiunta del fregio, o che almeno quest'ag-
giunta fosse sempre allora un fatto assai recente, e perciò non entrato ancora
nell'uso universale.
M'ingannerò forse, ma l'opinione ch'io mi sono formata è che l'aggiunta
del fregio alla trabeazione non avesse luogo nell'Asia, sì piuttosto nell'At-
tica. Sull'acropoli d'Atene abbiamo un gruppo di edilizi ionici: l'Eretico
(fig. 29),1 la Minerva Poliade e ilPandrosio; e lì presso ai Propilei, il tem-
pietto della Vittoria Aptera (fig. 30), l'edificazione dei quali cade appunto
nella seconda metà del secolo v avanti l'èra volgare. E questo vorrebbe dir
poco; ma quello che, a parer mio, potrebbe dir qualche cosa si è che tutti
questi edifizi, e vi aggiungo anche il tempietto lunga l'Ilisso presso la fonte jUUUUUUUUW
Calliroe, oramai distrutto, non hanno affatto il carattere ed i lineamenti del M^<mmmm^
vero ordine ionico, dell'ordine ionico statutale, ad onta che nelle loro tra- -
beazioni si abbia fra l'architrave e la cornice l'interposizione del fregio,
epperciò, sotto questo punto di vista, possano considerarsi come completi. Ma Tempio di Eretteo.
la comparsa del fregio non costituisce qui l'unica innovazione. La carat-
teristica essenziale della cornice ionica sono i dentelli, uè più nè meno che i mutuli e i triglifi
nella cornice e nel fregio dorico, essendoché tutte queste cose tengono, come vedemmo, al
rispettivo loro tipo modellare, e fanno parte, per così dire, dell'ossatura tipica. Ora invece negli
edifizi ionici d'Atene, se togli la loggetta delle Cariatidi (fig. 31) annessa al Pandrosio, i
1 Avverto il lettore che anche questa figura è sba- della sua base, e perchè la cornice manca della sua
gliafa, perchè non è stato finito di profilare il tòro modinatura finale.
Archivio storico dell'Arte, Serio 2», Anno III, fase. III. -r>