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Nella Galleria del Seminario gli autori si la-
sciarono sedurre dal preteso quadro del Boltraffio;
opera nel parer nostro troppo debole per poter es-
ser ritenuta dell'egregio scolaro di Leonardo, men-
tre altri quadri meritavano di esser prescelti per
la riproduzione, come le due squisite tavolette di
Filippino Lippi, ossia quella dal Burckhardt e dal
Morelli accolta nel novero delle cose rare di Gior-
gione, rappresentante il mito di Apollo e Dafne.
Per quanto in cattivo stato, sappiamo che la fo-
tografia ricavata dall'Anderson ne dà tuttora una
buona idea.
Belli ed interessanti i tre capi presi di mira
per l'illustrazione del Museo civico Correr; se non
che, lasciando da parte la questione se sia dav-
vero del mediocre Ansuino da Forlì l'accurato pro-
filo di giovanti uomo, molto prossimo al fare di
Francesco Cossi, crediamo poter asserire, d'accordo
con un critico quale il Morelli, che quello dove sono
ritratte le sembianze del doge Francesco Foscari
vada attribuito a Bartolomeo Vivarini, anziché accen-
tile Bellini, trovandovi in modo spiccato la maniera
di contornare propria del primo. Quanto ai quadri
che il critico sunnominato vi segnalò quali opere
giovanili di Giovanni Bellini, avrebbero meritato
maggiormente l'attenzione degli autori.
Anche su alcuni giudizi nelle Gallerie private
vi sarebbe alcunché da ridire; ma sono cose di
dettaglio, le quali non impediscono che il libro nel
suo insieme si presenti come una utile fonte di
consultazione e una guida da servire come prepa-
razione a quanti vogliono famigliarizzarsi coll'arte
della pittura in Venezia ed imparare a gustarla
nelle sue speciali prerogative e ne' suoi caratteri
peculiari.
G. F.
Nella Galleria del Seminario gli autori si la-
sciarono sedurre dal preteso quadro del Boltraffio;
opera nel parer nostro troppo debole per poter es-
ser ritenuta dell'egregio scolaro di Leonardo, men-
tre altri quadri meritavano di esser prescelti per
la riproduzione, come le due squisite tavolette di
Filippino Lippi, ossia quella dal Burckhardt e dal
Morelli accolta nel novero delle cose rare di Gior-
gione, rappresentante il mito di Apollo e Dafne.
Per quanto in cattivo stato, sappiamo che la fo-
tografia ricavata dall'Anderson ne dà tuttora una
buona idea.
Belli ed interessanti i tre capi presi di mira
per l'illustrazione del Museo civico Correr; se non
che, lasciando da parte la questione se sia dav-
vero del mediocre Ansuino da Forlì l'accurato pro-
filo di giovanti uomo, molto prossimo al fare di
Francesco Cossi, crediamo poter asserire, d'accordo
con un critico quale il Morelli, che quello dove sono
ritratte le sembianze del doge Francesco Foscari
vada attribuito a Bartolomeo Vivarini, anziché accen-
tile Bellini, trovandovi in modo spiccato la maniera
di contornare propria del primo. Quanto ai quadri
che il critico sunnominato vi segnalò quali opere
giovanili di Giovanni Bellini, avrebbero meritato
maggiormente l'attenzione degli autori.
Anche su alcuni giudizi nelle Gallerie private
vi sarebbe alcunché da ridire; ma sono cose di
dettaglio, le quali non impediscono che il libro nel
suo insieme si presenti come una utile fonte di
consultazione e una guida da servire come prepa-
razione a quanti vogliono famigliarizzarsi coll'arte
della pittura in Venezia ed imparare a gustarla
nelle sue speciali prerogative e ne' suoi caratteri
peculiari.
G. F.