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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. III
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Revista delle riviste
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0284

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248

RIVISTA DELLE RIVISTE

l'A. trascorre rapidamente, sino alla scuola lom-
bardo-milanese, che ci si presenta con un'Adora-
zione dei Magi di Bartolomeo Suardi. Egli pone
fra le opere migliori di Gaudenzio Ferrari una sua
bellissima Annunciazione. Nella collezione si con-
servano poi anche opere di Cosimo Tura, di Lo-
renzo Costa e di Ercole Grandi, un quadro col
popolo d'Israele che parte dall'Egitto, che ha re-
miniscenze del Parnaso di Andrea Mantegna, con-
servato ora al Louvre.

Di scuola fiorentina un solo quadro, un ritratto
di giovane che ha nel viso i caratteri della fami-
glia de'Medici e che l'A. attribuisce a Raffaellino
del Garbo.

Repertorium fiir Kunstwissenschaft, 1896, fa-
scicolo 3°.

L'Ulmann rettifica un suo giudizio dato nel
2" fascicolo dell'anno 1896 di questa Rivista, su
di un affresco colla « Moltiplicazione dei pani e dei
pesci » di Raffaellino del Garbo, che il Vasari in-
dicava come esistente nel refettorio del convento
di Santa Maria Maddalena de' Pazzi. In quell'ar-
ticolo l'Ulmann credeva che il Vasari avesse con-
fuso questo affresco con un altro, rappresentante
la « Cena » e che trovasi nell'archivio della ca-
serma dei RR. carabinieri, che occupa adesso parte
dell'antico convento. Ora, invece, egli dice d'avere,
per indicazioni avute dal Ridolfì, ritrovato l'af-
fresco della « Moltiplicazione dei pani e dei pesci »
in una sala della scuola elementare, nello stesso mo-
nastero. L'opera ò guasta nella parte inferiore, sicché
manca delle figure di Gesù e degli Apostoli che
ne occupavano il centro. L'A., esaminando lo stile
del dipinto, vi trova derivazioni da Filippino Lippi
e dal Perugino, come pure crede che alcune delle
figure femminili del primo piano abbiano relazione

cogli affreschi di Andrea del Sarto, del Francia-
bigio e colla Messa di Bolsena di Raffaello.

Quanto alla « Cena » dell'archivio dei carabi-
nieri, egli riconosce d'avere errato attribuendola
a Raffaellino, e trovandovi il monogramma F. B.,
indicatogli dal Ridolfì, l'assegna al Franciabigio,
del quale ritiene pure che siano altre pitture mi-
nori, nella stessa sala ed in stanze attigue.

Ibid., 1896, n. 4.

Interessante è l'articolo di Emil Jacobsen sulla
galleria Lochis di Bergamo, che ora è con altre
collezioni nell'Accademia Carrara. L'A. vi discute
minutamente le varie opere, sicché è impossibile
riassumere in breve tutte le minutissime questioni;
solo accennerò che tre quadri sono da lui consi-
derati come gemme di questa collezione: Una «Sa-
cra famiglia » di Lorenzo Lotto, firmata e con la
data del 1533, nella quale si mostra tutta la pro-
fondità di sentimento di quest'artista; la « Vergine
Maria fra San Giovanni Battista e Santa Maria
Maddalena », opera giovanile del Palma vecchio,
e finalmente un « San Sebastiano», attribuito a Raf-
faello, anche dal Morelli. Il giovane martire è
rappresentato avvolto in ricche vesti, reggendo
colla destra una lunga freccia. Il Jacobsen però
stima troppo « raffaellesco » il quadro per poterlo
assegnare a Raffaello; egli invece, seguendo il pa-
rere del Bode e del Miindler, crede che sia opera
dello Spagna.

L'A. discute poi sulla serie di bei ritratti che
arricchiscono la collezione e specialmente sul ri-
tratto di Vespasiano (o Francesco Gonzaga) asse-
gnato ad Andrea Mantegna. Il Jacobsen s'accosta
a questa opinione e rifiuta il parere del Morelli,
che attribuisce il dipinto al Bonsignori.

Fkdkrico Hkrmanin.

Per i lavori pubblicati nelVARCHIVIO STORICO DEI L'ARTE sono riservati tutti i diritti

di proprietà letteraria ed artistica per VItalia e per Vestero.

Domenico Gtnoli, Direttore responsabile

Roma - Tip. dell'Unione Cooperativa Editrice, via di Porta Salaria, 23-a.
 
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