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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. IV
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Carotti, Giulio: Gli affreschi dell'oratorio dell'antico Collegio fondato dal cardinale Branda Castiglioni in Pavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0286

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250

Gì ULTO CAKOTTI

di letti grandi e piccoli della numerosa famiglia del portinaio, é dipinto tutt'attorno sulle
pareti e sull'alta e spaziosa volta. La mia meraviglia era soprattutto accresciuta dall'im-
pressione di quelle pitture, per lo più tutte di grandi proporzioni, eseguite per esser vedute
molto più dal basso, cosicché mi sentivo come sollevato per incanto nel mezzo di un vasto
ambiente dipinto.

Come accade in queste occasioni, passato il primo momento di stupore, volli vedere
quelle pitture, ma mi sentivo attratto simultaneamente da tutte. La ricca, vivace e conser-
vatissima decorazione della volta destava in me una vera ammirazione. Nonni i era ancor
capitato di trovare, in Lombardia, così perfettamente conservata una completa decorazione
di volta della seconda metà del quattrocento e di arte anteriore alla leonardesca. La natura
stessa della decorazione, coi suoi verdi fogliami e frutti brillanti su un fondo rosso intenso
ed i quattro grandi finest.roni fìnti con grandi rappresentazioni dei simboli degli evangelisti,
mi sorprendeva davvero. Una grande veduta di paesaggio spazioso, con castella e città turrite,
strade serpeggianti attraverso colli verdeggianti e percorse da eleganti cavalcate, per quanto
malconcia da puerili ritocchi, mi presentava uno spettacolo tutto nuovo. Ma alla mia mera-
viglia si accoppiava pur l'ammirazione e ad un tempo un grande rammarico, contemplando
una scena della Resurrezione del Redentore, maltrattata nel fondo del cielo e del paesaggio
da un qualche imbianchino o verniciatore, ma ancor salva in alcune delle figure, figure della
più grand'arte! di una maniera larga ed imponente! E sotto, la data 1475 in una lunga iscri-
zione, la quale però taceva il nome dell'autore!

Non so quanto tempo io sia rimasto ammutolito dinanzi a questo magnifico pezzo di
pittura così mutilato e vandalicamente guastato. Mi richiamò a questo mondo il preclaro
scienziato. — Ebbene, che cosa ne pensa? — Godo e soffro, volevo dirgli, ma credo che non
fui capace di rispondergli e che io lo abbia soltanto guardato. Convenne pur ridiscendere e,
quando Dio volle, gli confessai che le pitture, benché barbaramente distrutte nella parte
inferiore, ritoccate molto, salvo che nella volta, formavano ancora un complesso del più alto
pregio ed interesse.

— Ma di chi saranno? mi domandò.

— Non mi sento ancora di dirlo, risposi, né so se mi sarà dato di riescire a chiarirne
l'autore; però non le credo tutte di una sola mano, e per la Resurrezione, che è l'opera
veramente da maestro, non sento nel mio intimo che la voce la quale mi ripete un nome
solo. Tuttavia non oso pronunziarlo; per ora non ne parli, studierò questi affreschi, farò
confronti e ricerche, e poi se sarò pervenuto a qualche risultato glielo comunicherò. Intanto, •
permette che io ritorni a studiarle e magari a fotografarle?

— Faccia finche vuole.

— Grazie. Ma dove siamo? Ho osservato nella chiave della volta un leone rampante,

10 vidi pur ripetuto in due stemmi su di una parete, ed anzi in uno degli sLemmi evvi pure

11 cappello cardinalizio. Ma questo è lo stemma dei Castiglioni! Del famoso cardinal Branda!

— Difatti noi siamo nell'antica sede del collegio fondato dal cardinal Branda Castiglioni.
- La mia meraviglia si fa sempre maggiore. Lasci fare die io studierò ; però non abbia

premura, mi lasci tempo; e per amor di Pavia, conservi questo ricordo storico ed artistico
di così alta importanza.

— Certo che lo conserverò!

IL

Come ne condussi lo studio.

Oramai sono trascorsi quattro anni e non me ne dolgo, per quanto io abbia camminato
molto, troppo lentamente, in (mesto studio. Ma io eredo che cotesti problemi non si risolvano
di corsa. Conveniva indagare, raccogliere tutto il materiale comparativo, studiare tutte le
 
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