GLI AFFRESCHI DI UN ORATORIO IN PAVIA
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vorato in alcune stanze del Castello dal 1469 al 1471 (Casati, Vicende edilizie del Castello
di Milano).
Come poi, in un castello così suntuoso ed in una decorazione così ricca, il committente
accettasse l'opera promiscua di artisti di assai diverse tendenze, e questi vi si acconciassero,
a noi, giudicando alla stregua artistica dei tempi nostri, pare strano: ma dobbiamo ammettere
così fosse, risalendo col pensiero alle idee di quel tempo, all'eclettismo degli ordinatori,
Fio. 7\ - PARTICOLARE DELL'AFFRESCO DELLA RESURREZIONE (i due soldati caduti a destra)
al loro gusto ritardatario ed al tradizionale sistema in quel tempo ancora in pieno vigore
fra gli artisti di operare in comune, prendendo appalti in associazione.
Ritorniamo ora al nostro affresco.
Se sono del Foppa i guerrieri della cappella del Castello di Milano, lo dovrebbe pure
essere il nostro affresco, tanto più che tutti gli altri confronti che son venuto esponendo
nelle pagine precedenti sempre mi hanno fatto risalire alle opere della scuola squarcionesca,
ed anche alle opere di questo maestro.
Ho detto scuola squarcionesca o padovana e non mantegnesca, perchè il Mantegna non
ebbe tutte quante le caratteristiche di ciascuno degli artisti che lavorarono nella cappella
di San Cristoforo agli Eremitani, e certe analogie padovane dei nostri affreschi si spiegano
meglio coi caratteri di Ansuino da Forlì e di Bono da, Ferrara, i (piali tanto concorsero alla
formazione di quella scuola padovana.
La data del 1475 concorda coll'epoca della decorazione della cappella del Castello di
Milano, con quella (1474) in cui il Foppa con altri pittori si offriva di dipingere la cappella
del Castello di Pavia, decorazione che fu poi affidata ad un'altra compagnia, mentre che a
lui ed ai suoi fu ordinata l'ancona per la stessa cappella; quella data non è neppur molto
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vorato in alcune stanze del Castello dal 1469 al 1471 (Casati, Vicende edilizie del Castello
di Milano).
Come poi, in un castello così suntuoso ed in una decorazione così ricca, il committente
accettasse l'opera promiscua di artisti di assai diverse tendenze, e questi vi si acconciassero,
a noi, giudicando alla stregua artistica dei tempi nostri, pare strano: ma dobbiamo ammettere
così fosse, risalendo col pensiero alle idee di quel tempo, all'eclettismo degli ordinatori,
Fio. 7\ - PARTICOLARE DELL'AFFRESCO DELLA RESURREZIONE (i due soldati caduti a destra)
al loro gusto ritardatario ed al tradizionale sistema in quel tempo ancora in pieno vigore
fra gli artisti di operare in comune, prendendo appalti in associazione.
Ritorniamo ora al nostro affresco.
Se sono del Foppa i guerrieri della cappella del Castello di Milano, lo dovrebbe pure
essere il nostro affresco, tanto più che tutti gli altri confronti che son venuto esponendo
nelle pagine precedenti sempre mi hanno fatto risalire alle opere della scuola squarcionesca,
ed anche alle opere di questo maestro.
Ho detto scuola squarcionesca o padovana e non mantegnesca, perchè il Mantegna non
ebbe tutte quante le caratteristiche di ciascuno degli artisti che lavorarono nella cappella
di San Cristoforo agli Eremitani, e certe analogie padovane dei nostri affreschi si spiegano
meglio coi caratteri di Ansuino da Forlì e di Bono da, Ferrara, i (piali tanto concorsero alla
formazione di quella scuola padovana.
La data del 1475 concorda coll'epoca della decorazione della cappella del Castello di
Milano, con quella (1474) in cui il Foppa con altri pittori si offriva di dipingere la cappella
del Castello di Pavia, decorazione che fu poi affidata ad un'altra compagnia, mentre che a
lui ed ai suoi fu ordinata l'ancona per la stessa cappella; quella data non è neppur molto