I DISEGNI ITALIANI DELLA RACCOLTA MALCOLM
' disegni e le stampe possedute dal defunto John Malcolm
of Poltalloch formano una delle più considerevoli col-
lezioni che l'iniziativa privata abbia riunite nei nostri
tempi. Grazie alla solerzia del signor Sidney Colvin,
direttore del gabinetto delle stampe del Museo Britan-
nico, essa andò ad accrescere, or sono due anni, il
tesoro del già così ricco gabinetto.
Fino ai nostri giorni i disegni dei maestrPanticlri
hanno interessato soltanto un numero ristretto di ama-
tori che custodivano con cura gelosa questo prezioso
retaggio, questi ricordi dei più intimi pensieri dei
maestri d'altra età. Oggi, che le statue ed i quadri
vengono accumulati nei musei pubblici, anche i disegni
si trovano trascinati colla medesima corrente. Ci sia
é lecito di conservare dei dubbi sul vantaggio finale
di questo passaggio, dalla proprietà privata nella pubblica, di oggetti di un interesse
così speciale.
Che la raccolta Malcolm, la quale in gran parte ha avuto origine in Italia, abbia trovato
stabile sede fuori del paese, potrebbe forse dar causa di rammarico; pure tutto il male non è
venuto per nuocere. Coloro che più hanno a cuore l'organizzazione dei nostri musei, deb-
bono convenire che, finora, i locali non sono parsi del tutto adatti alla custodia di oggetti
che richiedono una cura così speciale come i disegni. La difficoltà consiste nel sistema che
si adopera, di mettere in esposizione permanente i disegni. Tiene esposta al pubblico una
massa di oggetti, che poco può interessarlo. D'altra parte, spesso la condizione dei locali
e la natura dei disegni stessi non permettono che vengano debitamente studiati da coloro
che ne ricaverebbero il maggiore vantaggio. Succede, coi disegni così esposti, che un lato
del foglio si trova per sempre nascosto, sul quale pure in tanti casi si trovano disegni di
grande interesse. Spesso pure vengono collocati in alto sulle pareti, dove difficilmente si
possono esaminare; e quanto a quelli messi in piano sotto cristallo, presto o tardi sono
destinati a guai irremediabili per la spensieratezza dei visitatori (e gli spensierati sono in
maggior numero tra coloro che si recano nei musei), quando, appoggiandosi coi gomiti sui
vetri, fracassano questi ed insieme i sottoposti disegni.
Il peggiore dei mali è l'inevitabile loro deterioramento cagionato dalla luce solare.
Al di là delle Alpi, dove i raggi del sole sono assai più temperati, si è fatta l'esperienza
che, esponendo i disegni alla luce diurna, sbiadiscono sensibilmente, e perciò si prendono
in proposito dovute precauzioni. I disegni sono messi in mostra pochi alla volta e, se per
lunghi periodi, sono protetti da cortine. Col sistema nostro invece, di tenere i disegni come
' disegni e le stampe possedute dal defunto John Malcolm
of Poltalloch formano una delle più considerevoli col-
lezioni che l'iniziativa privata abbia riunite nei nostri
tempi. Grazie alla solerzia del signor Sidney Colvin,
direttore del gabinetto delle stampe del Museo Britan-
nico, essa andò ad accrescere, or sono due anni, il
tesoro del già così ricco gabinetto.
Fino ai nostri giorni i disegni dei maestrPanticlri
hanno interessato soltanto un numero ristretto di ama-
tori che custodivano con cura gelosa questo prezioso
retaggio, questi ricordi dei più intimi pensieri dei
maestri d'altra età. Oggi, che le statue ed i quadri
vengono accumulati nei musei pubblici, anche i disegni
si trovano trascinati colla medesima corrente. Ci sia
é lecito di conservare dei dubbi sul vantaggio finale
di questo passaggio, dalla proprietà privata nella pubblica, di oggetti di un interesse
così speciale.
Che la raccolta Malcolm, la quale in gran parte ha avuto origine in Italia, abbia trovato
stabile sede fuori del paese, potrebbe forse dar causa di rammarico; pure tutto il male non è
venuto per nuocere. Coloro che più hanno a cuore l'organizzazione dei nostri musei, deb-
bono convenire che, finora, i locali non sono parsi del tutto adatti alla custodia di oggetti
che richiedono una cura così speciale come i disegni. La difficoltà consiste nel sistema che
si adopera, di mettere in esposizione permanente i disegni. Tiene esposta al pubblico una
massa di oggetti, che poco può interessarlo. D'altra parte, spesso la condizione dei locali
e la natura dei disegni stessi non permettono che vengano debitamente studiati da coloro
che ne ricaverebbero il maggiore vantaggio. Succede, coi disegni così esposti, che un lato
del foglio si trova per sempre nascosto, sul quale pure in tanti casi si trovano disegni di
grande interesse. Spesso pure vengono collocati in alto sulle pareti, dove difficilmente si
possono esaminare; e quanto a quelli messi in piano sotto cristallo, presto o tardi sono
destinati a guai irremediabili per la spensieratezza dei visitatori (e gli spensierati sono in
maggior numero tra coloro che si recano nei musei), quando, appoggiandosi coi gomiti sui
vetri, fracassano questi ed insieme i sottoposti disegni.
Il peggiore dei mali è l'inevitabile loro deterioramento cagionato dalla luce solare.
Al di là delle Alpi, dove i raggi del sole sono assai più temperati, si è fatta l'esperienza
che, esponendo i disegni alla luce diurna, sbiadiscono sensibilmente, e perciò si prendono
in proposito dovute precauzioni. I disegni sono messi in mostra pochi alla volta e, se per
lunghi periodi, sono protetti da cortine. Col sistema nostro invece, di tenere i disegni come