VAN DYCK A GENOVA 389
di me/zi dei quali si serviva Paolo, l'estensione sconfinata «lei suoi piani, la vivacità sapiente
della sua tavolozza, eccitarono al massimo grado l'allievo del Rubens e il desiderio di emulare
quei sonimi, anche più (ardi al suo ritorno in patria, gì'ispirò varie concezioni delle (inali
potremmo facilmente ritrovare a Venezia il modello. Talora i ricordi di Paolo e di Tiziano
si fondono, ed allora abbiamo per esempio quella delicata ed eloquente pittura del Sant'An-
tonio di Brera.
Fra le nubi grigiastre scende una splendida ed elegante figura di Madonna, dai tratti
nobili e purissimi, che, piena di dignità, tiene avvolto in un panno leggero un grazioso
Bambino biondo e sorridente, tutto salute e famigliarità. Questo grazioso tipo di putto è uno
di quelli che il pittore più volentieri ripetè nelle sue composizioni, [spiratore della Tergine
formosa è qui evidentemente il Yecelli: non solo la veste di quel rosso vinoso ed il manto
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VAN DYCK - PAESAGGIO - Schizzo a penna - Galleria degli Uffizi, Firenze
azzurro, ma le linee ed il tipo. Con ineffabile soavità è espressa la contemplazione del Santo,
che, profondamente commosso, pare rapito in estasi, mentre il. Bambino amorosamente gii
accarezza il A'iso.
È certo a questa melodia del pennello che s'ispirò il Murillo nel soggetto analogo trat-
tato per la Cattedrale di Siviglia.
Il colorito veneziano assai ben fuso con i toni freddi fiamminghi ha una grande
armonia: nuvole vaganti fluttuano sull'orizzonte luminoso: come in (piasi tutte le compo-
sizioni del Van Dyck, entriamo nel crepuscolo.
La tela rispecchia la squisita natura dell'autore: tutto qui è nobile, il Santo genuflesso,
il Bambino, e nobilissima nell'attitudine, come nelle linee, la Tergine. Non certo maggiore
sarebbe la maestà, che emana da quella figura, se Maria fosse rappresentala assisa sul Irono
celeste risplendente di luce e di gloria,
Con la più grande semplicità, l'artista ci comunica una commozione profonda e
duratura.
Delicate sono le transizioni e sapiente il rilievo, benché alquanto debole, forse per colpa
del tempo.
di me/zi dei quali si serviva Paolo, l'estensione sconfinata «lei suoi piani, la vivacità sapiente
della sua tavolozza, eccitarono al massimo grado l'allievo del Rubens e il desiderio di emulare
quei sonimi, anche più (ardi al suo ritorno in patria, gì'ispirò varie concezioni delle (inali
potremmo facilmente ritrovare a Venezia il modello. Talora i ricordi di Paolo e di Tiziano
si fondono, ed allora abbiamo per esempio quella delicata ed eloquente pittura del Sant'An-
tonio di Brera.
Fra le nubi grigiastre scende una splendida ed elegante figura di Madonna, dai tratti
nobili e purissimi, che, piena di dignità, tiene avvolto in un panno leggero un grazioso
Bambino biondo e sorridente, tutto salute e famigliarità. Questo grazioso tipo di putto è uno
di quelli che il pittore più volentieri ripetè nelle sue composizioni, [spiratore della Tergine
formosa è qui evidentemente il Yecelli: non solo la veste di quel rosso vinoso ed il manto
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VAN DYCK - PAESAGGIO - Schizzo a penna - Galleria degli Uffizi, Firenze
azzurro, ma le linee ed il tipo. Con ineffabile soavità è espressa la contemplazione del Santo,
che, profondamente commosso, pare rapito in estasi, mentre il. Bambino amorosamente gii
accarezza il A'iso.
È certo a questa melodia del pennello che s'ispirò il Murillo nel soggetto analogo trat-
tato per la Cattedrale di Siviglia.
Il colorito veneziano assai ben fuso con i toni freddi fiamminghi ha una grande
armonia: nuvole vaganti fluttuano sull'orizzonte luminoso: come in (piasi tutte le compo-
sizioni del Van Dyck, entriamo nel crepuscolo.
La tela rispecchia la squisita natura dell'autore: tutto qui è nobile, il Santo genuflesso,
il Bambino, e nobilissima nell'attitudine, come nelle linee, la Tergine. Non certo maggiore
sarebbe la maestà, che emana da quella figura, se Maria fosse rappresentala assisa sul Irono
celeste risplendente di luce e di gloria,
Con la più grande semplicità, l'artista ci comunica una commozione profonda e
duratura.
Delicate sono le transizioni e sapiente il rilievo, benché alquanto debole, forse per colpa
del tempo.