VITTORE CARPACCIO
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I cicli di Carpaccio erano generalmente formati in modo che nel mezzo erano inter-
rotti da. un altare. La parte dell'Evangelio riceveva la luce dall'alto a sinistra, quella del-
l'Epistola dall'alto a destra, ciò che risulta chiaramente anche sui quadri per la direzione
delle ombre che gettano gli oggetti rappresentati.
II ciclo degli Albanesi però, in questo riguardo, fa una eccezione, essendo stato disposto
come un fregio continuato, ciò che risulta eziandio dalla direzione dell'ombre ed anche
dalla osservazione fatta dal Mengardi « tutti alla parte sinistra ». In analogia ai quadri
della Scuola di San Giorgio, possiamo ritenere che la parte inferiore della parete era rive-
stita di legno e che la parte superiore, divisa da sette pilastri, conteneva i sei quadri.
Soltanto dallo stile si riconosce indubbiamente la mano del Carpaccio. Ed infatti vediamo
in essi la sua sapiente misura nelle mosse, il suo ingenuo realismo, il suo temperamento
SECONDA IDEA PER UNA. DEDICAZIONE AL TEMPIO, DI V. CARPACCIO
(Uflzi. Fotografia Alinari)
bonario ed il suo talento straordinario nel rappresentare delle leggende. L'intonazione in
generale è chiara, come quella del ciclo degli Schiavoni, brillante il colore locale, caratte-
ristica la formazione delle pieghe delle vesti e per la vivezza dei colori cangianti delle
stoffe variopinte da lui tanto preferite. La ricca architettura del fondo corrisponde alle sun-
tuose vesti delle figure sul davanti dei quadri e le figure di vari animali che danno vita
alla scena, e sebbene non abbiano nessuna relazione col soggetto rappresentato, sono posti
lì per un semplice piacere ingenuo dell'artista, che con ciò vuol dimostrare la sua maestria,
contribuendo con ciò ad aumentare la bellezza ed il pregio dei quadri.
La loro conservazione è generalmente buona, ed a giudicare dalle relazioni esistenti negli
archivi, essi furono sì fortunati di non essere stati soggetti a restauri.
La qualità in generale è mediocre, più mediocre in quanto a modellazione delle carni
di quella del ciclo della Scuola di San Giorgio e Trifone.
Sebbene la composizione rimonti al Carpaccio, pur dalia negligente esecuzione di alcune
parti non si può dubitare che v'abbiano lavorato anche i suoi garzoni.
L'ordine cronologico dei cicli ò il seguente:
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I cicli di Carpaccio erano generalmente formati in modo che nel mezzo erano inter-
rotti da. un altare. La parte dell'Evangelio riceveva la luce dall'alto a sinistra, quella del-
l'Epistola dall'alto a destra, ciò che risulta chiaramente anche sui quadri per la direzione
delle ombre che gettano gli oggetti rappresentati.
II ciclo degli Albanesi però, in questo riguardo, fa una eccezione, essendo stato disposto
come un fregio continuato, ciò che risulta eziandio dalla direzione dell'ombre ed anche
dalla osservazione fatta dal Mengardi « tutti alla parte sinistra ». In analogia ai quadri
della Scuola di San Giorgio, possiamo ritenere che la parte inferiore della parete era rive-
stita di legno e che la parte superiore, divisa da sette pilastri, conteneva i sei quadri.
Soltanto dallo stile si riconosce indubbiamente la mano del Carpaccio. Ed infatti vediamo
in essi la sua sapiente misura nelle mosse, il suo ingenuo realismo, il suo temperamento
SECONDA IDEA PER UNA. DEDICAZIONE AL TEMPIO, DI V. CARPACCIO
(Uflzi. Fotografia Alinari)
bonario ed il suo talento straordinario nel rappresentare delle leggende. L'intonazione in
generale è chiara, come quella del ciclo degli Schiavoni, brillante il colore locale, caratte-
ristica la formazione delle pieghe delle vesti e per la vivezza dei colori cangianti delle
stoffe variopinte da lui tanto preferite. La ricca architettura del fondo corrisponde alle sun-
tuose vesti delle figure sul davanti dei quadri e le figure di vari animali che danno vita
alla scena, e sebbene non abbiano nessuna relazione col soggetto rappresentato, sono posti
lì per un semplice piacere ingenuo dell'artista, che con ciò vuol dimostrare la sua maestria,
contribuendo con ciò ad aumentare la bellezza ed il pregio dei quadri.
La loro conservazione è generalmente buona, ed a giudicare dalle relazioni esistenti negli
archivi, essi furono sì fortunati di non essere stati soggetti a restauri.
La qualità in generale è mediocre, più mediocre in quanto a modellazione delle carni
di quella del ciclo della Scuola di San Giorgio e Trifone.
Sebbene la composizione rimonti al Carpaccio, pur dalia negligente esecuzione di alcune
parti non si può dubitare che v'abbiano lavorato anche i suoi garzoni.
L'ordine cronologico dei cicli ò il seguente: