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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. VI
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Menotti, Mario: Van Dyck a Genova, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0483

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VAN DYCK A GENOVA

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un momento distratto. Chi sa che va rivolgendo nella piccola mente, ma intanto l'artista l'ha
sorpreso e fissato per sempre sulla tela.

Qui non vi è lo sforzo d'attitudine, che noteremo in altri bambini del Yan Dyck; tutto
è spontaneità e naturalezza. Il colorito generale è un'armonia di toni grigi sfumati da leggiere
ombre verdastre, esso ci annunzia già il colorito, che il pittore adotterà definitivamente dopo
aver seguito varie correnti d'influenze.

Nel catalogo di \Vaagen troviamo: «Marchesa Spinola con la nipote, in piedi — col-

VAN DYCK - NINFA E PASTORE, SORPRESI DA UN SATIRO (Schizzo) - Louvre

lezione di Lord Caledon »; si tratterebbe forse di una ripetizione della marchesa Spinola col
nipotino, in piedi, del palazzo Cambiaso?

Altri ritratti ebbe il nostro pittore ad eseguire per gli Spinola.

Al palazzo Bianco, in un ovale, vediamo una nobile testa di gentiluomo, che dal tipo
riconosciamo subito per uno Spinola.

Ha il collo cinto da una gorgiera rigida; il busto scompare in ombre cupe mentre la
testa richiama sopra di se la luce e tutta l'attenzione di chi la vede. La pelle bianca delle
gote, dove il sangue circola libero, si ripiega lievemente sui cannelli della gorgiera; un'im-
periale bionda e due baffi rivolti all'insù sottolineano lo sguardo fermo ed energico. Venature
azzurrine, che s'intravedono appena sotto la pelle morbida, solcano la fronte spaziosa e
purissima, i capelli lisci si dividono sulla tempia; impossibile riunire in una sola persona
maggiore espressione, maggior semplicità ed elevatezza.
 
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