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a questo periodo anche la pala d'altare di Perugia
che figura ora nella Pinacoteca, e che tanto nella
sua parte principale (una Vergine messa in mezzo
da certi angeli delicati con canestri di fiori), quanto
negli accessori, è cosa sommamente severa e carat-
teristica per l'autore, come si vede fra altro nella
figura di un San Giovanni Battista che diamo qui
pure riprodotta nella fig. 2ft, anche perchè si veda
quanta parentela spirituale si manifesta fra una
Fig. 2*. - SAN GIOVANNI BATTISTA
nel quadro di perugia
(Fotografia Alinari)
figura qual'è questa e le statue contemporanee
della scuola fiorentina.
Dal 1418 al 1436 troviamo il nostro pittore
stabilito nel convento di San Domenico di Fiesole.
Appartengono a questo periodo i tre gioielli dei
reliquiari, già conservati nella sagrestia di Santa
Maria Novella, ora nelle celle del convento di
San Marco ridotto a Museo, come pure tre impor-
tanti quadri eseguiti per gli altari della chiesa di
San Domenico stesso. Di questi uno solo rimane al
posto ed esso pure privato della sua originaria
predella, passata a far parte delle ricche raccolte
della Galleria Nazionale di Londra. Delle altre due
pale, quella dell'Annunziazione si trova ora nel
Museo del Prado a Madrid, quella vieppiù impor-
tante e splendida è la grande tavola della Incoro-
nazione della Madonna, portata via a tempo della
invasione francese nel 1812 per ornarne la Galleria
del Louvre, d'onde non fece più ritorno. Ma per
ammirevole che sia questa tavola, ben osserva l'au-
tore che viene superata per l'effetto aereo e cele-
stiale da quella di analogo soggetto che tutti gli
amanti del bello si rallegrano di vedere esposta
nella Galleria degli Uffizi, dove viene frequente-
mente copiata.
Un altro soggetto da Fra Giovanni trattato
più volte si è quello del Giudizio Universale. Con
ben giustificata compiacenza si sofferma su quello
che vien conservato nella Galleria dell'Accademia
a Firenze, rilevando come il pittore siasi sentito
evidentemente assai più nel suo elemento là dove
trattò la parte dei beati, che non in quella dei
reprobi. Nel riparto dei primi ricorre, coni' ò noto,
il delizioso motivo della celeste danza nei prati
fioriti del paradiso, che ci piace di richiamare qui
alla memoria colla imagine sensibile corrispondente
alla 3a figura. Composizione invero non indegna di
certa terzina di Dante, evocata a proposito dal
Supino, mentre per un altro verso egli opina che
Fra Angelico avesse potuto ispirarsi in proposito
anche ad un inno sacro, attribuito a Jacopone da
Todi, eh'è del seguente tenore:
Una rota si fa in cielo
Di tutti i Santi in quel giardino,
Là ove sta l'amor divino
Che s'infiamma de l'amore.
In quella rota vanno i Santi,
Et li angiol tutti quanti
A quel Sposo van davanti:
Tutti danzan per amore,
In quella corte è un'allegreza
D'un amor dismisuranza:
Tutti vanno ad una danza
Per amor del Salvatore.
Son vestiti di vergato,
Bianco, rosso e frammezzato :
Le ghirlande in mezzo el capo:
Ben mi pareno amatori.
Tutti quanti con ghirlandi,
Paren giovin di trent' anni :
Quella corte se rinfranchi,
Ogni cosa è piena d'amore.
Le ghirlande son fiorite
Più che l'oro son chiarite:
Ornate son di margarite,
Divisate di colore, ecc.
L'autore cita altri tre quadri dello stesso sog-
getto, vale a dire quello della Galleria Corsini di
Roma, uno piccolo all'Accademia fiorentina e quello
a tre scomparti, che dalla raccolta Dudley passò
a questo periodo anche la pala d'altare di Perugia
che figura ora nella Pinacoteca, e che tanto nella
sua parte principale (una Vergine messa in mezzo
da certi angeli delicati con canestri di fiori), quanto
negli accessori, è cosa sommamente severa e carat-
teristica per l'autore, come si vede fra altro nella
figura di un San Giovanni Battista che diamo qui
pure riprodotta nella fig. 2ft, anche perchè si veda
quanta parentela spirituale si manifesta fra una
Fig. 2*. - SAN GIOVANNI BATTISTA
nel quadro di perugia
(Fotografia Alinari)
figura qual'è questa e le statue contemporanee
della scuola fiorentina.
Dal 1418 al 1436 troviamo il nostro pittore
stabilito nel convento di San Domenico di Fiesole.
Appartengono a questo periodo i tre gioielli dei
reliquiari, già conservati nella sagrestia di Santa
Maria Novella, ora nelle celle del convento di
San Marco ridotto a Museo, come pure tre impor-
tanti quadri eseguiti per gli altari della chiesa di
San Domenico stesso. Di questi uno solo rimane al
posto ed esso pure privato della sua originaria
predella, passata a far parte delle ricche raccolte
della Galleria Nazionale di Londra. Delle altre due
pale, quella dell'Annunziazione si trova ora nel
Museo del Prado a Madrid, quella vieppiù impor-
tante e splendida è la grande tavola della Incoro-
nazione della Madonna, portata via a tempo della
invasione francese nel 1812 per ornarne la Galleria
del Louvre, d'onde non fece più ritorno. Ma per
ammirevole che sia questa tavola, ben osserva l'au-
tore che viene superata per l'effetto aereo e cele-
stiale da quella di analogo soggetto che tutti gli
amanti del bello si rallegrano di vedere esposta
nella Galleria degli Uffizi, dove viene frequente-
mente copiata.
Un altro soggetto da Fra Giovanni trattato
più volte si è quello del Giudizio Universale. Con
ben giustificata compiacenza si sofferma su quello
che vien conservato nella Galleria dell'Accademia
a Firenze, rilevando come il pittore siasi sentito
evidentemente assai più nel suo elemento là dove
trattò la parte dei beati, che non in quella dei
reprobi. Nel riparto dei primi ricorre, coni' ò noto,
il delizioso motivo della celeste danza nei prati
fioriti del paradiso, che ci piace di richiamare qui
alla memoria colla imagine sensibile corrispondente
alla 3a figura. Composizione invero non indegna di
certa terzina di Dante, evocata a proposito dal
Supino, mentre per un altro verso egli opina che
Fra Angelico avesse potuto ispirarsi in proposito
anche ad un inno sacro, attribuito a Jacopone da
Todi, eh'è del seguente tenore:
Una rota si fa in cielo
Di tutti i Santi in quel giardino,
Là ove sta l'amor divino
Che s'infiamma de l'amore.
In quella rota vanno i Santi,
Et li angiol tutti quanti
A quel Sposo van davanti:
Tutti danzan per amore,
In quella corte è un'allegreza
D'un amor dismisuranza:
Tutti vanno ad una danza
Per amor del Salvatore.
Son vestiti di vergato,
Bianco, rosso e frammezzato :
Le ghirlande in mezzo el capo:
Ben mi pareno amatori.
Tutti quanti con ghirlandi,
Paren giovin di trent' anni :
Quella corte se rinfranchi,
Ogni cosa è piena d'amore.
Le ghirlande son fiorite
Più che l'oro son chiarite:
Ornate son di margarite,
Divisate di colore, ecc.
L'autore cita altri tre quadri dello stesso sog-
getto, vale a dire quello della Galleria Corsini di
Roma, uno piccolo all'Accademia fiorentina e quello
a tre scomparti, che dalla raccolta Dudley passò