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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 1-2
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Hermanin, Federico: Alcuni Avori: Della collezione del conte Stroganoff a Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0047

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ALCUNI AVORI DELLA COLLEZIONE STROGANOFF

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del piano inclinato, quasi per in-
dicare l'adorazione dei pastori,
sono pecore e capre che pasco-
lano.

Tutta la composizione è cinta
da un ornato, fatto da piccoli ri-
quadri, di cui ciascuno contiene
una foglia a forma di cuore. Nella
parte superiore del fregio sono
due targhette con iscrizioni, che
si spiegano così:

« r, ypi<jTou y£vv7i(7i? » (la na-
tività del Cristo). Superiormente
alla testa della Madonna è una
scritta monogrammatica, ch'io
leggo « [J.r~r,o Bxou ».

Le figure non sono belle, ma
mostrano una straordinaria viva-
cità di concezione; l'esecuzione
manca d'abilità tecnica, ma non
manca l'ardire di voler rappre-
sentare una scena piena di vita
e di movimento, dove unica fi-
gura quieta è la Madonna.

Insomma, guardando così
alle linee generali, viene da pen-
sare ad un'arte giovane, che cer-
chi una sua via nuova, libera da
tradizioni stilistiche, ch'essa con-
sidera come impacci.

Le scritte greche ci potreb-
bero far credere bizantino questo
avorio, ma quando pensiamo a
ravvicinarlo ad alcuna delle opere
di quest'arte, non riusciamo a
trovargli riscontro. Non è possi-
bile assegnarlo alla prima età
d'oro e tanto meno alla seconda,
che, con quel suo irrigidirsi in
forme canoniche e convenzionali,
non può avere nulla di comune Tav> 6a< _ Avorio bizantino del principio del xn secolo

con questa scoltura rozza, ma Collezione Stroganoff in Roma

fresca e vivace.

Le reminiscenze classiche, che vi si vedono qua e là, specialmente nelle teste della
Madonna e del San Giuseppe e nel costume dei Magi, che rammenta quello tradizionale
dei Barbari nell'arte romana, c'impediscono di attribuire questa tavoletta all'arte carolingia,
della quale ha tutta la grande vita delle mosse e della composizione.

Dobbiamo cercare la patria di questo avorio in casa nostra e non ci mancano raffronti
per provare che esso, benché abbia scritte greche, deve appartenere a quella gloriosa scuola
romanica, che nel XII secolo cominciava a produrre i suoi primi rustici frutti, pieni di fre-
schezza e di vita.
 
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