DISEGNI DEL PINTURICCHIO
43
pare che derivi da quella di Gen-
tile da Fabriano, il maestro del
padre di Gentile Bellini. Si tratta
invece di disegni eseguiti in un
tempo in cui gli antichi influssi
di Pisanello e di Gentile da Fa-
briano erano cancellato ricordo.
Essi furono eseguiti da un maestro
che col Pisanello e con Gentile
da Fabriano non ha addentellati
di sorta, a meno che non si voglia
cercare, entro l'anima dell' arte
sua, il riflesso di storiche antiche
immagini, e quindi ancor quella
di Gentile da Fabriano che nel-
l'Umbria lasciò eredità di forme.
La tecnica del disegno non ricorda
nè il Pisanello, nè il Fabrianese,
ed ha solo quella vivezza nelle
impressioni del vero, che quei
due grandi seppero rendere nelle
opere, ma non con la libertà e l'a-
gilità e la compiuta arte del Pin-
turicchio, bensì come finissimi mi-
niatori. Il Pisanello curava la testa
più del resto del corpo, che dise-
gnava con tratti a mo' di peli; il
Pinturicchio guarda a tutta intera
la figura, e la ricostruisce solida-
mente nel disegno, condotto con Tav. io*. — Particolare dell'affresco di San Sebastiano
un segno fermo, sobrio, e con un nell'appartamento Borgia in Vaticano
chiaroscuro che stampa gli effetti
della luce all'aria aperta. La bellezza di questi disegni muterà molte opinioni intorno a quelli
che si reputano eseguiti dal Pinturicchio; la maggior parte sono così convenzionali e propri
d'un peruginesco senza spirito, che non reggono in alcun modo al confronto dei nostri così
sinceri, caratteristici e forti. L'album dei disegni di Venezia, già attribuiti a Raffaello e ora
al Pinturicchio da molti, non ne ha uno che si possa comparare ai sette qui riprodotti ;
quegli schizzi tratti da differenti maestri, tracciati con penna fine, spesso stentatamente,
sono ben lontani dalla magistrale condotta degli abbozzi del Pinturicchio, che riproducono
la corte del sultano Djem al Vaticano. In questi nessun segno che si assottigli e s'ingrossi
calligraficamente per amor d'eleganza; nessun ritorno della penna sui contorni per renderli
fuggevoli e ingentilirli. Il Pinturicchio, dopo avere eseguito i bellissimi studi per l'apparta-
mento Borgia, avrebbe dovuto, per far quelli conservati nella Galleria di Venezia, dimen-
ticare la sua arte per imitare quella degli altri, sacrificare la sua valentìa e la sua forza.
Ciò che è impossibile ! Vero è che l'artista nell'eseguire figure ideali, nel disegnare immagini
comuni nelle rappresentazioni sacre, tante volte ripetute, poteva abbandonare alquanto quella
singolare fermezza del segno, che usava nel tradurre il vero ; non per questo però poteva
mutare le speciali abitudini dell'occhio e della mano.
Adolfo Venturi.
43
pare che derivi da quella di Gen-
tile da Fabriano, il maestro del
padre di Gentile Bellini. Si tratta
invece di disegni eseguiti in un
tempo in cui gli antichi influssi
di Pisanello e di Gentile da Fa-
briano erano cancellato ricordo.
Essi furono eseguiti da un maestro
che col Pisanello e con Gentile
da Fabriano non ha addentellati
di sorta, a meno che non si voglia
cercare, entro l'anima dell' arte
sua, il riflesso di storiche antiche
immagini, e quindi ancor quella
di Gentile da Fabriano che nel-
l'Umbria lasciò eredità di forme.
La tecnica del disegno non ricorda
nè il Pisanello, nè il Fabrianese,
ed ha solo quella vivezza nelle
impressioni del vero, che quei
due grandi seppero rendere nelle
opere, ma non con la libertà e l'a-
gilità e la compiuta arte del Pin-
turicchio, bensì come finissimi mi-
niatori. Il Pisanello curava la testa
più del resto del corpo, che dise-
gnava con tratti a mo' di peli; il
Pinturicchio guarda a tutta intera
la figura, e la ricostruisce solida-
mente nel disegno, condotto con Tav. io*. — Particolare dell'affresco di San Sebastiano
un segno fermo, sobrio, e con un nell'appartamento Borgia in Vaticano
chiaroscuro che stampa gli effetti
della luce all'aria aperta. La bellezza di questi disegni muterà molte opinioni intorno a quelli
che si reputano eseguiti dal Pinturicchio; la maggior parte sono così convenzionali e propri
d'un peruginesco senza spirito, che non reggono in alcun modo al confronto dei nostri così
sinceri, caratteristici e forti. L'album dei disegni di Venezia, già attribuiti a Raffaello e ora
al Pinturicchio da molti, non ne ha uno che si possa comparare ai sette qui riprodotti ;
quegli schizzi tratti da differenti maestri, tracciati con penna fine, spesso stentatamente,
sono ben lontani dalla magistrale condotta degli abbozzi del Pinturicchio, che riproducono
la corte del sultano Djem al Vaticano. In questi nessun segno che si assottigli e s'ingrossi
calligraficamente per amor d'eleganza; nessun ritorno della penna sui contorni per renderli
fuggevoli e ingentilirli. Il Pinturicchio, dopo avere eseguito i bellissimi studi per l'apparta-
mento Borgia, avrebbe dovuto, per far quelli conservati nella Galleria di Venezia, dimen-
ticare la sua arte per imitare quella degli altri, sacrificare la sua valentìa e la sua forza.
Ciò che è impossibile ! Vero è che l'artista nell'eseguire figure ideali, nel disegnare immagini
comuni nelle rappresentazioni sacre, tante volte ripetute, poteva abbandonare alquanto quella
singolare fermezza del segno, che usava nel tradurre il vero ; non per questo però poteva
mutare le speciali abitudini dell'occhio e della mano.
Adolfo Venturi.