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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 3-5
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0139

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UN CAPITOLO DI STORIA DEL VESTIARIO

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spuntare, dietro la spalla destra, una piccola parte dell'orlo della toga ; in Asparo (a. 434)
questo pizzo è tirato sul davanti, mentre i tre compagni (Plinto, Ardabur e Ardabur iunior
pretor) in questo dettaglio rammentano piuttosto il console Asturio (a. 449). In Boezio
il pizzo è inserito nel sinus in modo da far simmetria alla striscia che va trasversalmente
alla spalla sinistra. Siffatto motivo si poteva ottenere quando la toga era abbastanza pie-
ghevole; divenne impossibile quando, nel volgere del secolo v, la decorazione in oro ed
in pietre preziose raggiunse una tale ricchezza da rendere la stoffa stesa e rigida. Che questa
esagerazione era quasi generale lo provano i monumenti stessi, poiché l'andamento della
toga corrisponde in pochissimi dittici all'andamento della toga di Boezio ; anzi un esempio
sicuro offre soltanto l'anonimo della Biblioteca Barberiniana (fig. 13), un esempio probabile

Fig. 8». — DISCO ARGENTEO DI ASPARO.
Dell'anno 434. Museo di Firenze.

Basilio dell'anno 541 (fig. 14).1 Lo provano anche le testimonianze degli autori, in ispecie di
Claudiano. Graves auro trabeas, chiama lui la toga di Stilicone,2 e rigentes togas quelle
dei consoli Olibrio e Probo. 3 Ma la ricchezza eccessiva di codesta decorazione si rispecchia
soprattutto in un testo, dove il poeta descrive la toga di Onorio; merita perciò di essere qui
riprodotto per intiero : Portatur iuvenum cervicibus aurea sedes Ornatuque novo gravior deus.
Asperat Indus Velamenta lapis pretiosaque fila smaragdis Ducta virent. Amethystus inest

1 II dittico di san Gregorio (Monza) non può essere
qui addotto, essendo una imitazione d'un dittico con-
solare del v secolo, eseguita da un artista longobardo
per glorificare l'alta stirpe del Santo, come lo indica
l'iscrizione a capo della figura : Gregorius pretesili me-
ntis et nomine dignus Unde genus duxit summum con-
scendit honorem. La falsa opinione (ancora di recente
ripetuta) di coloro che in questo dittico vedono una
trasformazione d'un dittico consolare, fu già rifiutata

dal Meyer, loc. cit., pag. 76 e seg. La riproduzione
del detto monumento pubblicata nei manuali del Mar-
tigny {Dictionnaire des antiquités chrétiennes, 2a ediz.,
pag. 255) e del Kraus {Realencyclopaedie, I, pag. 371
e Geschichte der christlichen Kunst, I, pag. 500) è
inservibile; essa indusse in errore più d'uno. Vedi
p. e. Realencycl., I, 370 e II, 207.

2 De cons. Stilich., 2, 340.

5 In Olyb. et Prob. cons., 205 seg.

L'Arte. I, 13.
 
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