Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

DOI Heft:
Fasc. 3-5
DOI Artikel:
Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0143

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
UN CAPITOLO DT STORIA DEL VESTIARIO 101

menti che a prima vista parrebbero estranei al nostro argomento: sono tre figure di sacer-
dotesse o proseliti d'Iside. Due di queste si conservano nel Museo Vaticano; la terza, già
nel palazzo Barberini, poi vSciarra, si trova adesso presso l'antiquario cav. Vitalini, pronta ad
andar nelle mani del miglior offerente. 1 Di quelle del Museo Vaticano, una statua ed un basso-
rilievo, presento le riproduzioni fotografiche nelle fig. 18 e 19 (a, a1). Ambedue mi furono indicate
dal signor Wùscher-Becchi, poco fa menzionato. Il bassorilievo, appartenente incirca alla
prima metà del secolo li, rappresenta a destra un togatus nell'atto di sacrificare, a sinistra
una sacerdotessa d'Iside, di nome Galateo,, come si legge nel frammento d'iscrizione con-
servato nella parte superiore del monumento. Ciò che a noi qui importa è soltanto la fascia
che la sacerdotessa indossa sopra il chitone. Già il Visconti si accorse che la nota descri-
zione di Apuleio, il quale vede la dea in sogno, corrisponde perfettamente alla nostra sacer-
dotessa. 2 Iside è vestita d'un abito bissino di color cangiante : nunc albo candore lucida,
nunc croceo flore lutea, nunc roseo rubore flammida. Quello che più di tutto colpisce l'oc-
chio del felice sognante è la palla nigerrima, splendescens atro nitore: quae circumcirca
remeans, umbonis vicem deiecta parte lacinìae, multiplici contabulatione dependula, ad ulti-
mas oras nodulis fimbriarum decoriter confiuctuabat. Per intextam extremitatem et in ipsa
eius planitie stellae dispersae coruscabant, earumque media semestris luna flammeos spirabat
ignesJ E chiaro ad ognuno che con queste parole Apuleio dipinge la fascia e non altro che
la sola fascia. L'importanza di questa descrizione sta pure in ciò, che c'istruisce sull'origine
della fascia in questione. Essa al tempo di Apuleio non era una semplice striscia, ma la
palla propriamente detta, ossia il pallium o c^anov femminile, multiplici contabulatione tal-
mente ripiegata da assumere la forma d'una striscia. Siccome questa palla, secondo ogni
apparenza, non serviva di vero abito, ma per scopo ornamentale o piuttosto come insegna
del grado delle sacerdotesse o proseliti, la mul-
tiplex contabulatio sarà stata col tempo sem-
plificata, finendo per diventare una vera stri-
scia. Lo stesso dev'essere accaduto col pallium ;
anzi, per i pallia discolora degli officiales pos-
siamo ritenere con certezza che consistettero
sempre in una semplice striscia o sciarpa,

1 Debbo questa notizia alla cortesia del signor dot-
tor Amelung. Vedi Ph. Tavazzi, Venie d'objets d'art
ancien, du moyen àge et de la renaissance, pi. xvi,
n. 450.

2 E. q. Visconti, Muse e Pìe-Clém., 7, 19, 114.

3 Apul., Metamorph., 11, 24. Per quello che ri-
guarda l'ornamento della testa e quello che porta nella
sinistra e portava nella destra, riproduciamo le parole
seguenti : Corona multiformis variis floribus sublimem
distinxerat verticem, cuius media quidem super frontem
plana rotunditas in modum speculi vel immo argumen-
tum lunae candidum lumen emicabat. Dextra laevaque
sulcis insurgentium viperarum cohibita spicis etiam ce-
rialibus destiper porrectis. Iam gestamina longe diversa.
Nam dextra quidem ferebat aereum crepitaculum, cuius
per angustam laminavi in modum balthei recurvatam
traiectae mediae paucae virgulae, crispante brachio
trìgeminos iactus, reddebant argutum sonorem. Laevae
vero cymbium dependebat aureum, cuius ansulae, qua

parte conspicua est, insurgebat aspis caput extollens ar- Fig. 12*. — RICOSTRUZIONE DELLA TOGA
duum, cervicibus late tumescentibus. di boezio.
 
Annotationen