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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 3-5
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0158

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116 GIUSEPPE WILPERT

passa sotto il braccio destro, ma posa sopra ambedue le spalle. Molto acconciamente
viene quindi appellato dai Greci w(/.o-<pópiov. Il Pelusiota mette, come abbiamo detto, in

relazione col pallio il linteum,
ossia l'asciugamani di cui si ser-
vivano nei primi secoli della Chie-
sa i diaconi durante il sacrificio
eucaristico. Codesto linteum ram-
menta, secondo il Santo, quello che
adoperò il Signore per lavare i piedi
dei suoi discepoli. E assai prege-
vole questa indicazione, perchè ci
istruisce sopra l'origine dell'odierna
stola liturgica. I bassorilievi ri-
traenti quell'episodio biblico 1 mo-
strano Gesù portante il linteum
sulla spalla sinistra, lasciando liberi
la spalla e il braccio destro. Questo
era ed è tuttora il modo più na-
turale di portare un asciugamani
nel servizio, sia profano, sia reli-
gioso : perciò lo vediamo nei mo-
numenti classici che rappresentano
dei camilli* e nei monumenti cri-
stiani che rappresentano dei dia-
coni. Per maggior comodità il lin-
teum fu multiplici contabulatione
ripiegato, offrendo così l'aspetto
d'una fascia. Sant'Isidoro poteva
quindi paragonarlo benissimo col
pallio: ambedue erano un'insegna,
ambedue avevano una forma so-
migliante, per quanto fosse di-
versa la materia e diverso l'anda-
mento.

E troppo naturale che il pallio,
divenuto una mera insegna, si ri-
ducesse ad una semplice striscia.
Così ebbe una seconda trasforma-
zione. Tale apparisce nei monu-
Fig. 25a. — S. NICOLAO PAPA IN ABITI PONTIFICALI. menti figurati, dei quali uno solo,
Dettaglio d'un affresco della basilica di S. Clemente. cioè il celebre avorio di Treveri,

Dell'xi secolo. appartiene al secolo V. Gli altri

più antichi esempi risalgono al
secolo vi. Sono i noti musaici di Ravenna e le pitture del sepolcro di san Cornelio,
che io ho potuto con buone ragioni ascrivere al pontificato di Giovanni III, cioè agli
anni da 560 a 573 (fig. 17). Due decenni incirca più tardi san Gregorio il Grande s'è
fatto dipingere nel monastero da lui eretto nella casa paterna sul Celio. Il suo biografo,
Giovanni diacono, vide quest'immagine ancora esistente al tempo suo e ne dà una descri-

Garrucci, Storia, V, 335, 2, 3, 4.

2 Lasinio, Camposanto di Pisa, tav. XXV e CU.
 
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