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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 3-5
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Wilpert, Joseph: Un capitolo di storia del Vestiario
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0162

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i 20

GIUSEPPE WILPER T

C. L. Visconti \Bullettino comunale, 1883, pag. 23) chiama lo stile della scultura «corretto
abbastanza e ragionevole ». Secondo lui « gli andamenti delle pieghe, quantunque accusino
alquanto di maniera, nè si mostrino in tutto studiati dal vero, tuttavia palesano la perizia
e un certo gusto dell'artefice, segnatamente nei partiti della toga sul lato dritto della per-
sona...». Ma appunto questi «partiti» sono totalmente sbagliati; essi non appartengono
alla toga bensì alla dalmatica, con quel manicone largo, in parte inserito nel sinus. Le pieghe
dovevano essere più o meno verticali, come lo sono nell'estremità inferiore. Per queste
pieghe l'artista ha voluto creare quasi una transizione fra le due parti contabulate e fra
l'ultimo tratto della toga che dalla spalla destra scende fino alle ginocchia e viene a posare
sull'avambraccio sinistro. E questo basterà per mettere in guardia gli studiosi nell'esame
critico dei singoli dettagli d'un monumento del secolo iv e seguenti. Ne traggano profitto,
in ispecie quei dotti francesi e tedeschi, i quali credono che la statua in bronzo di San Pietro,
opera monumentale del primo periodo della pace, appartenga al medio evo adulto, parago-
nandola al mostruoso d'Angiò capitolino ! Così ultimamente il Kraus, Geschichte der christli-
chen Kunst, I, pag. 231, seguendo in ciò il Wickhoff (nella Zeitschriftfììr bildende Kunst,
1890, pag. 109 e seg.).

Fig. 7. — FL(avu) • FELICIS • Nitri) Chiarissimi) ■ COM(fe) ■ AC ■ MAG(istri) • • • La
tavola compagna è perduta. Per disattenzione dell'artista una parte della dalmatica rimase
senza ornati. La manica destra del detto abito è anche qui troppo stretta, e ciò per la ra-
gione poco fa accennata.

Fig. 8. — f FL{avms) ■ ARDABVR ASPAR VIR INLVSTRIS COM(a?) • EL MA-
G{ister) • MILITVM ET CONSVL ORDINARIVS. Questa iscrizione si riferisce al perso-
naggio principale. Sopra quello che gli sta accanto leggiamo : ARDABVR IVNIOR | PR(7z)E-
TOR; sopra i due medaglioni: ARDA | BVR (a sinistra), PLIN | TA (a destra). Dell'uso di
aggiungere o premettere alle iscrizioni la croce sono rarissimi gli esempi nei primi quattro
secoli, esso diventò frequente nel v, generale nei secoli seguenti. La prima iscrizione con
la croce, di data sicura, è dell'anno 407. Vedi De Rossi, Inscrifitiones christianae, pag. 243,
n. 576. — L'errore commesso nella parte spiegata della toga di Asparo fu già segnalato nelle
osservazioni al dittico di Probiano.

Fig. 14. — ANIC(zks-) FAVST(/»«*r) ALBIN(^) BASILIVS V(ir) C(larissimus). Questo
è l'ultimo dittico di data sicura che ci sia pervenuto. Esso fu copiato sopra uno del secolo v.
L'artista non capì del tutto l'originale, come lo prova il pizzo che esce dal sinus e dovrebbe
appartenere alla manica destra della dalmatica. Mentre questo pizzo, per esempio, nella
figura di Boezio corrisponde al vero, qui si mostra affatto fuori di proposito, poiché la ma-
nica, essendo troppo stretta, non ha bisogno di essere presa dalla contabulatio della toga.
Perciò non possiamo attribuire un grande valore a questo dittico nella storia dello svolgi-
mento della toga.

Fig. 15 e 16. — Due dittici anonimi che rappresentano due differenti consoli, in un
modo così identico che l'uno dev'essere copiato dall'altro. Ambedue rassomigliano poi in
sommo grado al dittico del console Magno, appartenente all'anno 518 e conservato nella
Biblioteca Nazionale di Parigi. Da ciò risulta che i due dittici anonimi debbono essere
incirca dello stesso tempo, e forse qualche anno più antichi di quello di Magno, essendo
quest'ultimo d'un artista alquanto inferiore.

Fig. 21. — Nel Reperto ire de la statuaire, II, 1, pag. 272, in questi giorni pubblicato
dal Salomon Reinach, la statua di Carnuntum è riprodotta nella serie dedicata a « Cybèle.
Personifications des pays ». A proposito di essa il Reinach rinvia il lettore alla statua della
« ' Magna mater ' sur taureau, come Dolichenus ». Questo ravvicinamento, quando non sia
per il disegno dell'ornato non mi pare giusto, poiché nella statua della « Magna mater » si
tratta d'un largo bordo [limbus, instila) dell'abito superiore, mentre quella di Carnuntum
offre una fascia.

Giuseppe Wilpert.
 
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