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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 6-9
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Toschi, G. B.: "Ambrosiana"
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0289

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« AMBROSTANA »

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Nelle sculture di Sant'Ambrogio si notano delle differenze di pregio, dovute alla
diversa abilità degli scalpellini (uno è qualificato dall' iscrizione fiuer), alla maggiore o
minore difficoltà dei soggetti rappresentati e alla maggiore pratica che si andava acquistando
durante il non breve lavoro ; ma la maniera è una sola e diversa da quella dei fram-
menti più antichi. Se ne ha una evidente prova negli avanzi della cattedra arcivescovile
esistente nell'abside, che il Cattaneo crede contemporanea ai frammenti anzidetti. Era il
seggio onorifico del metropolita che ne aveva forse ordinata l'esecuzione : doveva quindi
esserne affidata l'esecuzione ai migliori artefici addetti alla chiesa, che vi avrebbero impie-
gata la loro maggiore abilità ; eppure di tanti animali rappresentati neh' interno e nell'esterno
della chiesa i due leoncelli formanti i bracciali della cattedra sono i più goffi: il loro com-
plesso lascia ancora trasparire la forma quadrata delle lastre in cui furono intagliati, e man-
cano della caratteristica propria alle tante belve rappresentate in Sant'Ambrogio, cioè le
labbra che pel digrignare si arrovesciano stranamente all'infuori.

E altra maniera, altro tempo, ed è la maniera del tempo d'Ansperto, la quale si mostra
anche in due monumenti indicati dal Cattaneo: uno la chiesa di San Satiro in Milano, nomi-
nata essa pure nella sua iscrizione sepolcrale; l'altro la chiesa e il battistero d'AUiate, che
gli sono attribuiti dalla tradizione. Questi edifici, come i frammenti di Sant'Ambrogio, mentre
mostrano le forme universalmente usate nel IX secolo, mancano di quelle che caratterizzano
il presente Sant'Ambrogio, le quali invece si legano alle forme venute in uso col secolo XII
così in Italia come in Francia ed in Germania.

Accogliendo l'opinione del Cattaneo, dovrà togliersi alla basilica ambrosiana gran parte
del suo pregio e riconoscerla, come vorrebbe il Beltrami, niente altro che malamente copiata
sopra esempi d'oltralpe ?

S'era fatta questa dimanda anche il Cattaneo, il quale scrisse che fino allora, quando
pubblicò il suo libro sx\\YArchitetticj'd nel 1889, non aveva potuto estendere abbastanza le
sue ricerche per darle un'adeguata risposta (e la morte lo sopraggiunse nello stesso anno);
ma aggiunse che poteva già additare alcuni monumenti italiani atti a mostrare un con-
tinuo e progressivo svolgimento dell'antica architettura basilicale verso le nuove forme
romaniche.

Nelle absidi di Sant'Ambrogio (la sola parte che egli riconosce del ix secolo) fa notare
le cornici di mattoni variamente disposti, gli archetti pensili e le lunghe lesene, « evidentis-
simi elementi decorativi spiccatamente caratteristici della posteriore architettura romanica e
dell'archiacuta insieme ». Ivi pure le nicchie a fornice « non trovano riscontro nelle costru-
zioni anteriori al secolo ix », ed è certo che « divennero caratteristiche delle absidi lom-
barde », finché giunsero coll'ultimo perfezionamento « a queste leggiadrissime loggette di
ottimo effetto, che nei secoli XII e nei seguenti fecero belle le absidi, le facciate, i fianchi,
le cupole, i battisteri e perfino i campanili » di tante chiese tedesche, lombarde, toscane e
napoletane ». Decorazioni analoghe indica in altre quattro chiese milanesi del IX o X secolo,
che segnalano un vero movimento innovatore, fosse esso di originale iniziativa lombarda od
ispirato da forme già usate a Ravenna e in Oriente. Alle absidi è da aggiungere il campa-
nile di San Satiro, che se ne sta così accigliato e severo in mezzo al movimento della
Milano moderna, « ed è il prototipo dei campanili lombardi sempre quadrati e suddivisi in più
zone costantemente ornate da lesene e dagli archetti pensili ».

Ma questi non sono che dettagli ed elementi decorativi ben lontani dal costituire l'es-
senza dell'architettura romanica che sta nel sistema delle volte a crociera munite di nerva-
ture e sorrette da pilastri a fascio. Un primo passo verso questo sistema il Cattaneo vede
nella basilica milanese di Sant'Eustorgio, rifabbricata nel cadere del secolo IX o sul prin-
cipio del x. Ivi, nel restauro del 1869, furono messe allo scoperto dalle antiche pilastrate
 
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