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STANISLAO FRASCHE TIT
Il bassorilievo si divide in due scene distinte e cronologicamente separate : come anello
di transizione, un edilizio situato nel mezzo del quadro, traforato d'una elegante bifora della
maniera gotica, si prolunga severamente a manca con un ordine di mensole e con angusti
vani a formare la carcere, mentre fiorisce a destra in un balcone elegantemente sorretto
da quattro colonnine corintie, a fingere l'eccelso palagio sovrano.
La prima scena rappresenta la pietosa visita dell'imperatrice Faustina alla carcere della
santa vergine. La regal donna, seguita da tre donzelle e da due soldati disarmati, ascolta
il centurione Porfirio, che le esprime la meraviglia del ritrovar intatta e bianca la donzella
divina dopo che i tormenti avevano fatto strazio delle carni innocenti.
Caterina sorg'e da un vano come un giglio chiuso, con le mani conserte santamente
sul seno, e ha l'aspetto soavissimo, dolce di parole persuadevoli e di promesse gaudiose.
Ha la chioma ric-
piP^BPil^P*'"'""^'"'^ ca? acconciamente
m
spartita, come se*
si fosse adornata
per andare a nozze,
e il solito abito
dalle maniche pen-
denti sotto il go-
mito la veste d'una
grazia serena.
L'imperatrice
neh1' atto nobilissi-
, pj.-v F.ì^ti ^U!^* ' mo e pietoso ha la
R * . ' J> & » * bella testa espres-
/aWret-RMWféSm^ . \ siva cinta danna
F*niWìfr*V»3&PVrr Pi modesta corona, e
t le cade sul corpo
una assai meravi-
gliosa veste, di cui una donzella regge lo strascico. Le forme della sovrana gentilissima
ricordano vivamente le allegorie delle virtù nel sepolcro di Roberto. La donzella che segue
l'imperatrice ha l'aspetto assai bello, grave e dignitoso: il centurione, vestito d'una clamide
ampia, la quale fu certo imitata dall'artefice secondario nel primo bassorilievo, ha un viso
gentile di bambinone bonario. Le altre teste del fondo si affacciano tra le figure anteriori, e
v' ha fra esse un' imagine superba simigliante quasi una nobilissima Giunone classica.
Nella seconda scena ferve la tragica vendetta del Cesare.
La fulgida e formosissima Faustina si vede legata crudelmente a una colonna, dove
due carnefici fanno strazio di sue carni voluttuose. Ella s'erge splendida e nuda, coronata
dell'alto serto irto di gigli; le vesti ricadenti le cingono le anche e tagliano il busto matronale,
maestosissimo.
Ma ecco dai lati avanzarsi i manigoldi, e l'uno con una lama sottile le taglia le mam-
melle, e l'altro s'appresta minaccioso a ferirla con un pugnale. Giova notare con quanta
differenza i due fratelli fiorentini concepiscano l'idea d'un carnefice. L'uno, il meno impor-
tante, è più rude, più vigoroso, e, mercè queste potenzialità intellettive, ha potuto plasmare
la terribile testa dell'incendiario nel quadro precedente; l'altro, il più valoroso, rivela un'anima
tanto limpida, tanto tranquilla che, all'infuori delle mistiche imagini feminee palpitanti di
pietà e di dolcezza, non si trova a suo agio, e ha scolpito soldati dall'aspetto gentile ed
elegante e carnefici che, come questi, hanno, su per giù, l'aspetto di buoni figliuoli.
Sul davanti si vede un'altra strage. Il centurione Porfirio e i suoi legionari cadono con
le teste mozze sotto la daga d'un bellissimo carnefice che ha una simiglianza grande con gli
angioli del sepolcro di Roberto. Il Cesare feroce contempla dall'alto del balcone, chiuso
STANISLAO FRASCHE TIT
Il bassorilievo si divide in due scene distinte e cronologicamente separate : come anello
di transizione, un edilizio situato nel mezzo del quadro, traforato d'una elegante bifora della
maniera gotica, si prolunga severamente a manca con un ordine di mensole e con angusti
vani a formare la carcere, mentre fiorisce a destra in un balcone elegantemente sorretto
da quattro colonnine corintie, a fingere l'eccelso palagio sovrano.
La prima scena rappresenta la pietosa visita dell'imperatrice Faustina alla carcere della
santa vergine. La regal donna, seguita da tre donzelle e da due soldati disarmati, ascolta
il centurione Porfirio, che le esprime la meraviglia del ritrovar intatta e bianca la donzella
divina dopo che i tormenti avevano fatto strazio delle carni innocenti.
Caterina sorg'e da un vano come un giglio chiuso, con le mani conserte santamente
sul seno, e ha l'aspetto soavissimo, dolce di parole persuadevoli e di promesse gaudiose.
Ha la chioma ric-
piP^BPil^P*'"'""^'"'^ ca? acconciamente
m
spartita, come se*
si fosse adornata
per andare a nozze,
e il solito abito
dalle maniche pen-
denti sotto il go-
mito la veste d'una
grazia serena.
L'imperatrice
neh1' atto nobilissi-
, pj.-v F.ì^ti ^U!^* ' mo e pietoso ha la
R * . ' J> & » * bella testa espres-
/aWret-RMWféSm^ . \ siva cinta danna
F*niWìfr*V»3&PVrr Pi modesta corona, e
t le cade sul corpo
una assai meravi-
gliosa veste, di cui una donzella regge lo strascico. Le forme della sovrana gentilissima
ricordano vivamente le allegorie delle virtù nel sepolcro di Roberto. La donzella che segue
l'imperatrice ha l'aspetto assai bello, grave e dignitoso: il centurione, vestito d'una clamide
ampia, la quale fu certo imitata dall'artefice secondario nel primo bassorilievo, ha un viso
gentile di bambinone bonario. Le altre teste del fondo si affacciano tra le figure anteriori, e
v' ha fra esse un' imagine superba simigliante quasi una nobilissima Giunone classica.
Nella seconda scena ferve la tragica vendetta del Cesare.
La fulgida e formosissima Faustina si vede legata crudelmente a una colonna, dove
due carnefici fanno strazio di sue carni voluttuose. Ella s'erge splendida e nuda, coronata
dell'alto serto irto di gigli; le vesti ricadenti le cingono le anche e tagliano il busto matronale,
maestosissimo.
Ma ecco dai lati avanzarsi i manigoldi, e l'uno con una lama sottile le taglia le mam-
melle, e l'altro s'appresta minaccioso a ferirla con un pugnale. Giova notare con quanta
differenza i due fratelli fiorentini concepiscano l'idea d'un carnefice. L'uno, il meno impor-
tante, è più rude, più vigoroso, e, mercè queste potenzialità intellettive, ha potuto plasmare
la terribile testa dell'incendiario nel quadro precedente; l'altro, il più valoroso, rivela un'anima
tanto limpida, tanto tranquilla che, all'infuori delle mistiche imagini feminee palpitanti di
pietà e di dolcezza, non si trova a suo agio, e ha scolpito soldati dall'aspetto gentile ed
elegante e carnefici che, come questi, hanno, su per giù, l'aspetto di buoni figliuoli.
Sul davanti si vede un'altra strage. Il centurione Porfirio e i suoi legionari cadono con
le teste mozze sotto la daga d'un bellissimo carnefice che ha una simiglianza grande con gli
angioli del sepolcro di Roberto. Il Cesare feroce contempla dall'alto del balcone, chiuso