DEI BASSORILIEVI IN SANTA CHIARA DI NAPOLI
nella clamide; e là sua figura — unico esempio nel quadro — è inesplicabilmente brutta
e meschina.
(IX) SICVT • VIRGO • CATHERINA • TORQVEBATVR • AB • INFIDELIBUS • DIRIS •
MARTJRIIS •
Questo quadro probabilmente doveva esser situato avanti il precedente, secondo il naturai
corso dell'aurea leggenda; poi che esso rappresenta il martirio della vergine sofferto prima
di venir rinchiusa nella carcere a morirvi di fame. Due carnefici, dalle teste energiche e carat-
teristiche, colpiscono la santa legata alla colonna, mentre il Cesare, protetto da due soldati,
la invita ad abiurare e a ce-
dere alle lusinghe d'amore.
Pure questo quadro tiene
della maniera del secondo ar-
tefice. Ne fa fede la grande
affinità di fattura della imagine
del Cesare con quelle corri-
spondenti del quarto e del
sesto bassorilievo e di quella
di uno de' carnefici con V in-
cendiario del settimo.
La santa, costretta al mar-
tirio, appare mirabilmente nuda
nel busto verginale, e il suo
volto ha un'espressione di spa- " SmUmmQOmmBMÈ TOR0kV68ffTVR
simo e insieme di orgoglio.
I due carnefici assai ca-
ratteristici, vestiti come l'in-
cendiario citato, rinnovano sulle carni fiorenti la dolorosa serie de' colpi del flagello, mentre
una colomba all'angolo estremo del quadro interviene nunzia della grazia divina. L'impe-
ratore, fiero e suggestivo nell'acuto sguardo furbesco, esorta la vergine a desistere dalle
ostinate ripulse. Dietro di lui, in attitudine marziale, un legionario dal petto virente — che
ha una grande simigiianza con certe figure soldatesche di Andrea Pisano sulla porta del
Battistero fiorentino — presenta, come di solito, un difetto nelle gambe. Un'altra bella testa
di legionario si vede spiccare su un edificio del fondo.
(X) QVALITER • MESSENCIVS • FECIT ■ BEATAM • IMPONERE ■ IN • ROTIS ■ DE ■
FERRO • EL • ANGELVS • LIBERAVIT • EAM ■
La vergine bianca, costretta all'orribile ordigno novissimo, viene liberata da due angioli
armati di gladii, che spezzano le ruote dentate i cui frammenti uccidono i carnefici. Il Cesare,
imperterrito, guata dall'alto, tranquillamente.
Questo è il più bel quadro che sia uscito dalle mani del fratello più semplice. E mirabile
l'atto di grazia della vergine implorante, come è sorprendente la naturalezza degli uomini
armati presi da panico. La santa reca la solita veste lunga a pieghe longitudinali con le
maniche appena ricadenti, prediletta dal secondo artefice ; ed ha i capelli, come nelle altre
figurazioni del medesimo — la quarta, la sesta e la nona — assai mossi e contorti, ciò che non
si vede nelle rappresentazioni dell'altro fratello. Gli angioli sono d'un disegno medesimo, ma
non della medesima fattura di quelli della tomba di Ludovico di Durazzo, e si librano assai
lievemente sulle grandi ali intagliate con cura infinita.
Notevole è la figura dell'uomo chiuso nella clamide che fugge volgendo il viso terroriz-
zato nel modo stesso di certe antiche figurazioni di fuggenti sotto la minaccia d'incendi
nella clamide; e là sua figura — unico esempio nel quadro — è inesplicabilmente brutta
e meschina.
(IX) SICVT • VIRGO • CATHERINA • TORQVEBATVR • AB • INFIDELIBUS • DIRIS •
MARTJRIIS •
Questo quadro probabilmente doveva esser situato avanti il precedente, secondo il naturai
corso dell'aurea leggenda; poi che esso rappresenta il martirio della vergine sofferto prima
di venir rinchiusa nella carcere a morirvi di fame. Due carnefici, dalle teste energiche e carat-
teristiche, colpiscono la santa legata alla colonna, mentre il Cesare, protetto da due soldati,
la invita ad abiurare e a ce-
dere alle lusinghe d'amore.
Pure questo quadro tiene
della maniera del secondo ar-
tefice. Ne fa fede la grande
affinità di fattura della imagine
del Cesare con quelle corri-
spondenti del quarto e del
sesto bassorilievo e di quella
di uno de' carnefici con V in-
cendiario del settimo.
La santa, costretta al mar-
tirio, appare mirabilmente nuda
nel busto verginale, e il suo
volto ha un'espressione di spa- " SmUmmQOmmBMÈ TOR0kV68ffTVR
simo e insieme di orgoglio.
I due carnefici assai ca-
ratteristici, vestiti come l'in-
cendiario citato, rinnovano sulle carni fiorenti la dolorosa serie de' colpi del flagello, mentre
una colomba all'angolo estremo del quadro interviene nunzia della grazia divina. L'impe-
ratore, fiero e suggestivo nell'acuto sguardo furbesco, esorta la vergine a desistere dalle
ostinate ripulse. Dietro di lui, in attitudine marziale, un legionario dal petto virente — che
ha una grande simigiianza con certe figure soldatesche di Andrea Pisano sulla porta del
Battistero fiorentino — presenta, come di solito, un difetto nelle gambe. Un'altra bella testa
di legionario si vede spiccare su un edificio del fondo.
(X) QVALITER • MESSENCIVS • FECIT ■ BEATAM • IMPONERE ■ IN • ROTIS ■ DE ■
FERRO • EL • ANGELVS • LIBERAVIT • EAM ■
La vergine bianca, costretta all'orribile ordigno novissimo, viene liberata da due angioli
armati di gladii, che spezzano le ruote dentate i cui frammenti uccidono i carnefici. Il Cesare,
imperterrito, guata dall'alto, tranquillamente.
Questo è il più bel quadro che sia uscito dalle mani del fratello più semplice. E mirabile
l'atto di grazia della vergine implorante, come è sorprendente la naturalezza degli uomini
armati presi da panico. La santa reca la solita veste lunga a pieghe longitudinali con le
maniche appena ricadenti, prediletta dal secondo artefice ; ed ha i capelli, come nelle altre
figurazioni del medesimo — la quarta, la sesta e la nona — assai mossi e contorti, ciò che non
si vede nelle rappresentazioni dell'altro fratello. Gli angioli sono d'un disegno medesimo, ma
non della medesima fattura di quelli della tomba di Ludovico di Durazzo, e si librano assai
lievemente sulle grandi ali intagliate con cura infinita.
Notevole è la figura dell'uomo chiuso nella clamide che fugge volgendo il viso terroriz-
zato nel modo stesso di certe antiche figurazioni di fuggenti sotto la minaccia d'incendi