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DOMENICO TU MI ATI
più piccolo con la testa curva sulla sua testa quasi per comprimere un singhiozzo, con gli
occhi fissi sul fuoco e sulla pentola, ove l'acqua fredda deve scaldarsi. E in terra, sotto la
sedia materna si proietta il riflesso dalla rozza vetrata, scialba, simile nel disegno a una
bara luminosa percorsa dalla croce. Di uguale profondità è la Culla vuota.
Così nel Riposo (Brianza, 1884): un pastorello dorme fra le sue pecore sull'erba, nel
tramonto. Ma sono queste le pecore dalle lane ricciute, o le erbe lussureggianti della Brianza,
e i pastorelli colle cornamuse? Niente di questo: l'occhio non distingue che linee orizzontali,
ondulate, lince di riposo che cullano il sonno del pastore. In mezzo a queste linee del declivio,
della macchia, delle erbe, pastore e gregge si confondono.
La stessa compenetrazione dell'uomo con la natura è nel Temporale sulle Alpi, dove
il gregge si perde giù nell'orizzonte, come un greto percosso dalla pioggia torrenziale; mentre
RITORNO ALL'OVILE (Brianza, 1882)
la guardiana e il mandriano si piegano come gli alberi all'urto del vento, e le pecore e i
cani alzano il muso verso di loro.
I due quadri maggiori di questo periodo : Uno di più e Ave Maria a trasbordo, offrono
gli stessi profondi rapporti fra gli animali, gli uomini e la natura. E terribile nel primo il
belare del neonato, del piccolo agnello fra le braccia della mandriana, dove gli giunge il
fiato della pecora che alza il muso, tentando essa pure di riscaldarlo; mentre una bufera
impetuosa percuote il gregge, che si avanza timoroso, curvo, grondante. Nell'altro, sul lago
immobile è una barca carica di un gregge, e una madre che stringe il bambino fra le braccia,
susurrandogli le parole dell'Angelus, mentre l'uomo lascia cadere i remi, e il sole cala dietro
il basso orizzonte.
Avveniva frattanto al pittore, nello studio laborioso di riprodurre sulla tela le impres-
sioni ricevute verso il tramonto, avveniva di sentirsi spesso impotente a dar forma alle idee
che germogliavano entro il suo spirito, e di trovarsi spesso non abbastanza pago della espres-
DOMENICO TU MI ATI
più piccolo con la testa curva sulla sua testa quasi per comprimere un singhiozzo, con gli
occhi fissi sul fuoco e sulla pentola, ove l'acqua fredda deve scaldarsi. E in terra, sotto la
sedia materna si proietta il riflesso dalla rozza vetrata, scialba, simile nel disegno a una
bara luminosa percorsa dalla croce. Di uguale profondità è la Culla vuota.
Così nel Riposo (Brianza, 1884): un pastorello dorme fra le sue pecore sull'erba, nel
tramonto. Ma sono queste le pecore dalle lane ricciute, o le erbe lussureggianti della Brianza,
e i pastorelli colle cornamuse? Niente di questo: l'occhio non distingue che linee orizzontali,
ondulate, lince di riposo che cullano il sonno del pastore. In mezzo a queste linee del declivio,
della macchia, delle erbe, pastore e gregge si confondono.
La stessa compenetrazione dell'uomo con la natura è nel Temporale sulle Alpi, dove
il gregge si perde giù nell'orizzonte, come un greto percosso dalla pioggia torrenziale; mentre
RITORNO ALL'OVILE (Brianza, 1882)
la guardiana e il mandriano si piegano come gli alberi all'urto del vento, e le pecore e i
cani alzano il muso verso di loro.
I due quadri maggiori di questo periodo : Uno di più e Ave Maria a trasbordo, offrono
gli stessi profondi rapporti fra gli animali, gli uomini e la natura. E terribile nel primo il
belare del neonato, del piccolo agnello fra le braccia della mandriana, dove gli giunge il
fiato della pecora che alza il muso, tentando essa pure di riscaldarlo; mentre una bufera
impetuosa percuote il gregge, che si avanza timoroso, curvo, grondante. Nell'altro, sul lago
immobile è una barca carica di un gregge, e una madre che stringe il bambino fra le braccia,
susurrandogli le parole dell'Angelus, mentre l'uomo lascia cadere i remi, e il sole cala dietro
il basso orizzonte.
Avveniva frattanto al pittore, nello studio laborioso di riprodurre sulla tela le impres-
sioni ricevute verso il tramonto, avveniva di sentirsi spesso impotente a dar forma alle idee
che germogliavano entro il suo spirito, e di trovarsi spesso non abbastanza pago della espres-