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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 6-9
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Tumiati, Domenico: Arte contemporanea, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0368

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DOMENICO TUMIATI

sorgono sterpi e macigni. Una simile tecnica, che a taluni a tutta prima dispiace, è un
prodotto della più scrupolosa osservazione della realtà. Da essa proviene il senso nuovo
della montagna che ci penetra davanti ai quadri del periodo di Savognino.

Noi eravamo troppo avvezzi a veder dipingere la natura alpestre, con le masse arboree,
verdi-oscure, sormontate da un improvviso picco nevoso, e le valli e i laghetti con pastori
di nessun tempo e di nessun luogo, che figuravano, come quelli del Defregger, unicamente
ad uso di macchiette, per far comprendere al buon riguardante che quel paese era il Tirolo
e non altro. Era un'alpe vista in panorama; l'alpe di Segantini invece è uno studio fatto
sul vivo da uno sperimentatore amoroso; da una mano che trema di commozione nel creare
la seconda vita alle pietre, alle piante, agli animali, agli uomini.

La fratellanza che collega gli animali e l'uomo per vincere le intemperie, le crudeltà
della natura alpestre, fu rilevata in questo ciclo da William Ritter 1 con acuto esame. L'av-
venimento principale della solitudine alpestre è la vicenda delle stagioni : in questa mutevole

LA TOSATURA (Brianza, 1884)

ed eterna scena si svolge il racconto delle opere umane, delle sofferenze degli animali e
dell' uomo, del loro amore reciproco. Questa unione di una gente povera e semplice, che
bagna di sudore il pane di cui si ciba, con gli armenti, i cani, i volatili, s'innalza a una
grandiosa semplicità primitiva, a una divinazione filosofica.

Noi sentiamo nei Pascoli alpini, in quella valle arida dove è un lago sibillino, noi
sentiamo fra quel gregge errante e quel guardiano piegato sotto il peso del sonno, correre
un'affinità superiore assai a quella di mandria e di pastore. L'anima del pittore, nella solitu-
dine, veniva maturandosi alla meditazione; quindi, non contento della riproduzione patetica
della realtà, si accinse a fermare idee generali in figure simboliche. Sotto questo rispetto
vanno considerati Vangelo della vita, Il frutto dell'amore, Le lussuriose, Le cattive madri,
che poi si collegano col ciclo di Maloja e formano la simbologia delle stagioni. Soggetto
principale è sempre la natura,2 che ora concede la vita alle creature e si mostra madre
benigna (Vangelo della vita) e da lei nasce quanto vive e ride e gioisce (li frutto dell'amore) ;
ora invece si manifesta crudele, e sembra uccidere ella stessa ciò che ha creato (Le cattive

1 William Ritter, Giovanni Segantini. {Gesellschaft 2 William Ritter, op. cit.
fiir Kunst. Wien, 1896).
 
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