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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 6-9
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0406

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MISCELLANEA

La raccolta dei vasi dell'ospedale di San Giovanni
è da ascriversi evidentemente alla fine del primo pe-

Fig. 2*.

riodo dell'arte ceramica, che va dalla fine del Quattro-
cento al 1520.

Che codesti vasi siano stati espressamente eseguiti
per l'antico ospedale romano è dimostrato dallo stemma
dell'arcispedale del Salvatore, esistente in otto di essi,
formato di un candeliere a foggia di balaustro, su cui
arde una fiammella. Infatti il ricovero di San Giovanni
ha il titolo del Salvatore, benché comunemente gli si
dia quello della vicina basilica lateranense. Lo stemma
del vecchio ospedale è formato da un busto di Cristo,
fiancheggiato da due-candelieri in foggia di balaustri.
Su le mura dell'edificio ho contalo più di sei di tali in-
segne, fra le quali una, situata presso la porta ov'è
l'arma e la lapide di Pio VII, recante tutti i caratteri
del Quattrocento in testine d'angioli alate e nel busto
del Cristo dalla barba e dai capelli finamente intagliati.

a Marcantonio Ghondi et 4 vasetti a Giovati maria eh; glieli manda
Lorenzo nostro padrone. Fate che ciascuno habbia le sue.

A Citarlo Aldobrandi direte che le sue stoviglie sono cotte, e che
le manderò presto.

A dì 26 di settembre 1521 in Capfagiolo.

Sul tergo si legge :

Spectabili viro Francesco da Empoli in Firenze.

Questo documento non ebbe il potere di tranquillare il Malagola e
l'Argnani, i quali dichiararono che esso dimostrava soltanto la esi-
stenza d'una fabbrica di stoviglie comuni. E qui mi sembra che i due
egregi scrittori abbiano torto. Infatti basta considerare i nomi dei de-
stinatari e dei committenti per assicurarsi che que'doni e quegli
acquisti non dovevano consistere in rustiche terrecotte, sì bene in
preziose e splendide maioliche artistiche.

Pertanto è sperabile che qualche studioso raccolga l'eredità di
studi del compianto Milanesi e corrobori con dati di fatto irrefuta-
bili l'esistenza della manifattura di maioliche artistiche nel castello
mediceo.

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In un'altra di codeste insegne, di spiccato carattere se-
centesco, si legge questa iscrizione:

DOMVS ARCHIOSPITALIS SANCTISSIMI
SALVATORIS AD SANCTA SANCTORVM.

In un « Catasto » dell'ospedale, in data 1435, esi-
stente nell'Archivio di Stato, la insegna medesima si
trova splendidamente miniata.

Le caratteristiche speciali di codesti vasi sono l'ele-
ganza della forma plastica, la bianchezza lattea dello
smalto e la delicata e forte coloritura. L'interno è pure
intonacato dallo smalto lucido; la base è ampia, il collo
alto e le anse sono larghe e sottili come grandi foglie
ripiegate. I colori prevalenti sono il cobalto carico nei
fondi e nelle masse ; la zafferà ne' contorni e nelle
ombreggiature; l'arancione dell'antimonio, vivissimo,
assai opaco, ne' campi ornati, che si armonizza mira-
bilmente con l'azzurro. Vengono poi il paonazzo del
manganese, puro o diluito insieme con la zafferà, nei
fogliami larghi e grandiosi ; il giallo di ruggine e il
verde ramina tenero e trasparente nelle zone delineate,
e finalmente il bianco chiamato « lumetto » sugli orli
delle volute, per addolcirne i giri agilissimi. Si nota
la completa assenza del rosso, di cui al principio del
secolo xvi non si conosceva il segreto tecnico.

Il disegno è largo e impetuoso d'un vigore tem-
perato da un equilibrio mirabile delle diverse parti.
Il segno ne è talvolta incerto, ma si fonde acconcia-
mente nella general pastosità dell'insieme. La mac-
chia è perfettamente intonata, e i colori, vivi e luminosi,
si armonizzano in una deliziosa vaghezza di aiuola
fiorita.

Un primo vaso (fig. 2a), recante la sigla f, presenta
nel tondo ampio della parte anteriore una figura virile

Fig. 3a-

in costume dell'epoca, la quale si mostra in attitudine
impetuosa e fa svolazzare un nastro ripiegato in cartocci,
 
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