MISCELLANEA
349
dove è inserita in caratteri artistici la leggenda far-
maceutica. 1
Nella lunetta superiore — formata dal fregio e dalla
Fig. 6*.
fascia dell' iscrizione — sul bel fondo aranciato appare
lo stemma elegantissimo listato di giallo-croma, dove
sul cobalto luminoso campeggia il balaustro chiaro
coronato dalla fiammella rossastra d'arancio. Sopra
ed intorno all'insegna spiccano sul fondo brillante
leggiadri ornatini attorti in volute, fra cui primeggiano
due corni dell'Abondanza, bianchi e gialli con velature
d'azzurro, riboccanti di foglie verdi e di frutti multi-
colori, diversamente condotti nei singoli esemplari.
Nella lunetta inferiore, sul vago fondo di cobalto,
campeggiano gentilissimi ornati condotti alla grottesca.
Nella più parte de' vasi il principal motivo di codesti
ornati è costituito da un mascherone alato chiazzato
d'arancio che ha la barba allargata e arrotondata dalle
due parti in foglioline e in volute tenui velate di
giallo-croma e d'azzurro. Le picciole ali sono di bel-
lissimo disegno ed hanno su l'orlo una lista di giallo
e nel mezzo languide velature di cobalto (fig. 7a).
Appaiono fregiati di codesto mascherone i vasi
distinti dalle leggende: ZVC° BORAGIN™ ; S. D.
PITTIMO ; S. ROSATO; S. D. VRSA ; S. D. MENTA.
Ne' due vasi recanti le leggende: S. D. TIMO e
S. D. ASENTIO, il mascherone è sostituito da un
grazioso libro alato donde si dipartono gli ornatini
leggiadri velati deliziosamente di giallo e d'azzurro
tenuissimi (fig. 8a).
Un ultimo vaso, finalmente, identico agli altri nella
composizione, ma che nell'incertezza del segno rivela
una mano poco esperta e malsicura, non ha più nella
lunetta inferiore nè il mascherone, nè il libro, bensì
1 II motivo ornamentale della corona si trova pure, con qualche
variazione, in due piatti del principio del secolo xvi riprodotti nella
tavola XVII del libro dell'Argnani e nelle piastrelle di maiolica del
pavimento di una delle aule borgiane in Vaticano.
L'Arte. I, 45.
una specie di trofeo bellico disegnato in turchino, com-
posto di un cimiero, di alcuni usberghi e di un altro
oggetto che sembra una faretra. Su la striscia ante-
riore si legge l'iscrizione: VTO PO SCHABIE (un-
guento contro la scabbia), che è compresa —insieme
con l'altra « siroppo di buglossa » — fra le leggende
farmaceutiche di vasi del secolo xvi raccolte dal Ma-
lagola. 1
Mentre nella parte anteriore di tutti i vasi si riscontra
negli ornati gentili e complicati l'influenza delle novis-
sime forme del Rinascimento, nella parte posteriore
(fig. 9a) persiste ancora la tradizione dei concetti ar-
caici, evidenti nei fogliami impetuosi e irregolari, liberi
da ogni disciplina di scomparti e di simetria. Infatti,
come negli altri descritti, fervono qui i grandi fogliami
luminosi, macchiati splendidamente di cobalto puro,
di paonazzo e di verdi e di gialli brillanti. Il partito
decorativo, in cui domina la macchia azzurra, pur
mantenendo il carattere medesimo, varia sempre nei
particolari, e le lunghe bacche fusiformi sono alterna-
mente colorate di giallo solfureo, di giallo aranciato
e di verde veronese, e talvolta di tutti questi colori
insieme, uniti in strie parallele. Le anse, larghe, sono
adorne di linee e di una greca sommaria in cobalto,
e il collo elegante e gli angoli inferiori, formati dalla
corona anteriore, hanno fregi e arabeschi macchiati
dello stesso colore, e infiniti ghirigori illustrano il fondo
bianco tra i fogliami grandiosi.
Fig. f.
Questa è la collezione bellissima e relativamente ben
conservata della farmacia romana di Sancta Sancto-
rum, la quale costituisce un prezioso documento dei
prodotti di fabbriche italiane di maioliche appartenenti
all'inizio del secolo xvi.
1 Carlo Malagola, Memorie storiche sulle maioliche di Faenza,
pag. 282. — Giova notare che il P della prima iscrizione appare tagliato
in gamba come nella famosa sigla P che si pretende di Cafaggiolo.
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dove è inserita in caratteri artistici la leggenda far-
maceutica. 1
Nella lunetta superiore — formata dal fregio e dalla
Fig. 6*.
fascia dell' iscrizione — sul bel fondo aranciato appare
lo stemma elegantissimo listato di giallo-croma, dove
sul cobalto luminoso campeggia il balaustro chiaro
coronato dalla fiammella rossastra d'arancio. Sopra
ed intorno all'insegna spiccano sul fondo brillante
leggiadri ornatini attorti in volute, fra cui primeggiano
due corni dell'Abondanza, bianchi e gialli con velature
d'azzurro, riboccanti di foglie verdi e di frutti multi-
colori, diversamente condotti nei singoli esemplari.
Nella lunetta inferiore, sul vago fondo di cobalto,
campeggiano gentilissimi ornati condotti alla grottesca.
Nella più parte de' vasi il principal motivo di codesti
ornati è costituito da un mascherone alato chiazzato
d'arancio che ha la barba allargata e arrotondata dalle
due parti in foglioline e in volute tenui velate di
giallo-croma e d'azzurro. Le picciole ali sono di bel-
lissimo disegno ed hanno su l'orlo una lista di giallo
e nel mezzo languide velature di cobalto (fig. 7a).
Appaiono fregiati di codesto mascherone i vasi
distinti dalle leggende: ZVC° BORAGIN™ ; S. D.
PITTIMO ; S. ROSATO; S. D. VRSA ; S. D. MENTA.
Ne' due vasi recanti le leggende: S. D. TIMO e
S. D. ASENTIO, il mascherone è sostituito da un
grazioso libro alato donde si dipartono gli ornatini
leggiadri velati deliziosamente di giallo e d'azzurro
tenuissimi (fig. 8a).
Un ultimo vaso, finalmente, identico agli altri nella
composizione, ma che nell'incertezza del segno rivela
una mano poco esperta e malsicura, non ha più nella
lunetta inferiore nè il mascherone, nè il libro, bensì
1 II motivo ornamentale della corona si trova pure, con qualche
variazione, in due piatti del principio del secolo xvi riprodotti nella
tavola XVII del libro dell'Argnani e nelle piastrelle di maiolica del
pavimento di una delle aule borgiane in Vaticano.
L'Arte. I, 45.
una specie di trofeo bellico disegnato in turchino, com-
posto di un cimiero, di alcuni usberghi e di un altro
oggetto che sembra una faretra. Su la striscia ante-
riore si legge l'iscrizione: VTO PO SCHABIE (un-
guento contro la scabbia), che è compresa —insieme
con l'altra « siroppo di buglossa » — fra le leggende
farmaceutiche di vasi del secolo xvi raccolte dal Ma-
lagola. 1
Mentre nella parte anteriore di tutti i vasi si riscontra
negli ornati gentili e complicati l'influenza delle novis-
sime forme del Rinascimento, nella parte posteriore
(fig. 9a) persiste ancora la tradizione dei concetti ar-
caici, evidenti nei fogliami impetuosi e irregolari, liberi
da ogni disciplina di scomparti e di simetria. Infatti,
come negli altri descritti, fervono qui i grandi fogliami
luminosi, macchiati splendidamente di cobalto puro,
di paonazzo e di verdi e di gialli brillanti. Il partito
decorativo, in cui domina la macchia azzurra, pur
mantenendo il carattere medesimo, varia sempre nei
particolari, e le lunghe bacche fusiformi sono alterna-
mente colorate di giallo solfureo, di giallo aranciato
e di verde veronese, e talvolta di tutti questi colori
insieme, uniti in strie parallele. Le anse, larghe, sono
adorne di linee e di una greca sommaria in cobalto,
e il collo elegante e gli angoli inferiori, formati dalla
corona anteriore, hanno fregi e arabeschi macchiati
dello stesso colore, e infiniti ghirigori illustrano il fondo
bianco tra i fogliami grandiosi.
Fig. f.
Questa è la collezione bellissima e relativamente ben
conservata della farmacia romana di Sancta Sancto-
rum, la quale costituisce un prezioso documento dei
prodotti di fabbriche italiane di maioliche appartenenti
all'inizio del secolo xvi.
1 Carlo Malagola, Memorie storiche sulle maioliche di Faenza,
pag. 282. — Giova notare che il P della prima iscrizione appare tagliato
in gamba come nella famosa sigla P che si pretende di Cafaggiolo.