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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 6-9
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0409

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35°

MISCELLANEA

Altri tre vasi, in tutto simili a questi di San Gio-
vanni in Laterano, e un piatto lavorato nella maniera
medesima, proveniente dalla collezione Sessière, si

Fig. 8\

vedono nella raccolta della marchesa Arconati Visconti
a Parigi.

Altri due vasi bellissimi che hanno una grande
affinità di fattura con quelli di San Giovanni, pur di-
scostandosene e per la forma plastica e per la deco-
razione, ho rinvenuti nella farmacia Bruti presso il
ponte Sant'Angelo. Gli ornati, che tengono della
maniera arcaica, corrispondono in generale a quelli
che occupano la parte posteriore de' vasi di San Gio-
vanni, e in particolare a quelli disposti intorno alla
imagine della figura 2a. I colori che li illustrano sono
gli stessi, applicati nell'identico modo su i fogliami
attorti; ben però il manganese ha qui un tono più cupo
tendente al nero d'una densità calda e delicata, lucente
su lo smalto stannifero.

Su la parte anteriore — fra due zone longitudinali
di cobalto freschissimo, carico, quasi nerastro, dove
si arrotondano tenui volute filiformi fiorite di mughetti
gialli — in un tondo ornato è disposta nel primo vaso
una figura di giovine donna dalla ricca capigliatura
(fig. ioa), e nel secondo quella di un personaggio
orientale adorno di turbante (fig. na), delineate di
profilo, in turchino di zafferà, con un segno tondo e
ingenuo. Le due figure, campeggianti sul fondo bian-
chissimo, sono macchiate di giallo a diverse grada-
zioni, ed è visibile in esse il tocco del bianco « lumetto »
applicato nel modo stesso con cui si adopera l'acque-
rello mescolato con la biacca d'argento.

Sotto la figura, in una fascia arcuata, è disposta la
leggenda farmaceutica che, in entrambi, è STOMA-
TICVS GALENI. Il centro del vaso è cinto da un
anello, formato di strie di cobalto luminoso, di giallo
fulgido e di verde ramina splendido, che divide in
due zone tutta la parte posteriore (fig. i2a). È fra
questo anello e le strie adornanti gli orli che girano

i bei fogliami in volute maestrevolmente tracciate,
dove l'azzurro, il giallo, il verde, il paonazzo hanno
riflessi metallici e si accordano in una luminosa gamma
fiorita. Negli spazi bianchi lasciati dagli ornati si vedono
segnate innumerevoli bacche fusiformi, foglioline in
forma di lance ed altri ghirigori stranissimi.

Nel piano rientrante superiore gira una greca sem-
plice a linee di cobalto, e in quello inferiore un'altra
guida foggiata a guisa d'una spina di pesce. I bei vasi,
tanto simili nelle caratteristiche generali a quelli di
San Giovanni, appartengono egualmente ai primi anni
del secolo xvi e sono probabilmente opera della stessa
fabbrica di essi.

Al Museo Artistico Industriale di Roma è conser-
vato un piatto grande, recante il n. 155, che presenta
ornati identici in tutto a quelli che illustrano i vasi
descritti. I bei fogliami gialli, azzurri, paonazzi, verdi,
sono disposti, come ne' vasi, in due lunette costituite
da una striscia mediana foggiata a cartoccio, che reca
nei soliti caratteri la leggenda : lamperia bella. Il
piatto, che evidentemente è del genere amatorio, si
trova contrassegnato nella collezione con la designa-
zione generica di arte italiana.

Nella raccolta medesima esistono anche due vasetti
di,farmacia del secolo xvi, distinti col n. 185, e classi-
ficati di Cafaggiolo. Essi appaiono vagamente illustrati
di colori a riflessi metallici, come le maioliche iridate
di Mastro Giorgio, e recano nella parte anteriore, su
fondo giallo-cedrino, una finissima figura, condotta
con maestria insuperabile, che nell'uno rappresenta
un paggio gentile dal profilo nobile e austero, e nel-
l'altro una donzella dagli occhi dolci e sospirosi, che
reca sul capo un ricco turbante. In una striscia lon-
gitudinale, coerente al campo giallo del fondo, è inse-

Fig. 91.

rita la leggenda, che nel primo è ftlonto romano e
nel secondo diasena n, e il tutto è inscritto in una
corona di foglie, di frutti e di fiori luminosi, sovra-
 
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