352
MISCELLANEA
merarius artis figulorum » in Roma, risulta eletto pe-
rito dal Governatore, insieme con Egidio da Gallese
e Giovanni Scandiano «figulus», della bottega del
defunto Gian Antonio di Faenza, alias Zambecchino,
« figulus ». 1
Egualmente nel 1514, ma nel 28 giugno, in un'a-
dunanza tenuta dall'università medesima nella chiesa
di Sant'Andrea, parrocchiale di San Luigi «de la na-
tione francese», preseduta da un altro console e ca-
merlengo, Marco bergamasco, si stabiliscono varie
modalità legislative dell'associazione. 2
Nel 1517 i « providi viri» mastro Casciano da Faenza,
vasellaro di Trastevere, e Bernardo Mazzini da « Ve-
reia», vasellaro in piazza «de judei», risultano ar-
bitri in una quistione fra i mastri Cristoforo da Pe-
saro e Giovanni Fioravante, vasellari di Trastevere.
E così vedo nominati, in vari atti romani, altri va-
sellari : nel 1517, Pacifico, del defunto de Vallerii da
Todi; nel 1518, Antonio de Stimma, Filippo di Cri-
stoforo de Mortaria e Ippolito de Beneamatis da Gub-
bio ; nel 1525, Dionisio del defunto Giovanni de Va-
lenza, Francesco de Santo Casciano fiorentino, Battista
di Pietro genovese, Morello Ciantolini e Agostino
Massaro da Gallese; nel 1526, Giovanni Antonio da
1 Indictione 2da mensis maij die XXVI 1514 — In presentia mei
not. etc. Tommasius perusinus consul et camerarius artis figulorum
urbis, magister Egidius de Gallesio et magister Jhoannes Scandianus
alias-ifonfa_ngu]i estimatores electi deputati a Rmo domino guberna-
tore seu eiusHocum tenente ad aestimanda infrascripta bona et mas-
seritias condam Jhoannis Antonij de Faenza alias Zambecchino fìguli.
Qui magister Tomassius et Johes ita extimauerunt et declauerunt ua
lorem dictorum honorum massaritiarum ut infra sequitur.'In primis.
Itetn lauoro cotto ad un foco quartaroni undici montano carlini50
et Bolognini 5 et piìi'quartaroni octo messo ad coperta depinta et
giallo montano carlini 62
Item lauoro crudo centonara undici in grosso ad un fiorino et
centina.ro monta carlini 51 et boi. 5
It. pili le mezine carlini 10
Item le tauole carlini iS boi. 5
Item le rote da lauorare carlini 24
Item doi tinoze carlini 4
Item el forgiacino col criuello cari. ij
Item una pila da macinar colore bianco cari. Jo
Item pila tuia da macinare colorecti car. ij
It. lauatidare quattro da colore cari. 4
It. le stangate et uno solarcelo di tauole et uno bancheto da di-
pingere et uno banco da menare la creta et boccali da colorecti in
tucto carlini 27
Item una vietta carlini 2
Item tre some de rena cari, j
It. una staterà col pesatore cari, j
It. u?ia cassetta da denari cari. 2
It. uno fortiacino da cocere lauoro crudo carlini 15
Que bona et massaritiae estimata fuerunt per sopradictos estima-
tores ornili meliori modo etc. et ita extimauerunt et indicauerunt.
Actum in rione Sancti Eustacchi mei etc. presentibus testibus vi-
delicet discretis uiris alexandro magistri uicentii Johannis morisii de
Suriano Nicolao Aloisii de Cesena figulo et Bernardino Juliani ma-
zatoste etc.
2 A. Bertolotti, Artisti modenesi, parmensi e della Lunigiana
in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, ed. 1882, pag. 80.
Todi, Orazio d'Arpino, Filippo del defunto Carlo da
Casanova da Faenza e Giovanni di Milano; nel 1530,
Angelo da Gallese, Giovanni alias « Cuppinum » ge-
novese e Ascario da San Gemignano; nel 1536 Ales-
sandro romano e Girolamo de Leoni da Ferrara, ca-
merlengo della università de' vasellari. Nel 1542, Giov.
Francesco Baronzanni da Cotignola, della diocesi di
Faenza, lavorante nella bottega del predetto Girolamo
de Leoni, essendo questi morto, si dichiara debitore
presso l'erede; e in questa vertenza risultano eletti
arbitri i vasellari Francesco di Zenobio fiorentino e
Francesco di Giov. Antonio da Acquasparta. Nel 1541,
in un'altra quistione, si nominano Giordano di Leo-
nardo d'Acquasparta, Menico da Zena e Nicolao di
Andrea Bisi da Reggio. Nel febbraio del 1547, Ange-
lina, moglie di Reini, sensale di Ripa, faceva testa-
Fig. 13*-
mento, presente Giuliano Genovese da Savona, va-
sellaro, e nell'inventario de'suoi crediti si legge:
In primis da Giuliano genovese de pintore de boc-
cali scudi 3 baj. So causa da magnare et ledo da set-
tembre in quà — Item da 31° Johanni bochaloro
julii 5.
Si potrebbe però credere che fra tutti questi vasel-
lari della prima metà del secolo xvi e fra altri, che
per brevità tralascio, non vi fossero veri artefici di
ceramiche artistiche, si bene semplici figulinari ; però
il seguente documento dimostra che non pure esiste-
vano, ma che erano saliti in tanta fama da esportare
maioliche anche in provincie dove maggiormente fio-
riva l'industria ceramica.
Io Luca 1 vasar da Urbino confesso hauer hauto
et ricatto realmente et con effetto scudi 20 a ragione de
julii 10 per scudo da M° Reginaldo Piroli cubiculario
1 In un altro documento questo Luca è citato col cognome Baldi.
MISCELLANEA
merarius artis figulorum » in Roma, risulta eletto pe-
rito dal Governatore, insieme con Egidio da Gallese
e Giovanni Scandiano «figulus», della bottega del
defunto Gian Antonio di Faenza, alias Zambecchino,
« figulus ». 1
Egualmente nel 1514, ma nel 28 giugno, in un'a-
dunanza tenuta dall'università medesima nella chiesa
di Sant'Andrea, parrocchiale di San Luigi «de la na-
tione francese», preseduta da un altro console e ca-
merlengo, Marco bergamasco, si stabiliscono varie
modalità legislative dell'associazione. 2
Nel 1517 i « providi viri» mastro Casciano da Faenza,
vasellaro di Trastevere, e Bernardo Mazzini da « Ve-
reia», vasellaro in piazza «de judei», risultano ar-
bitri in una quistione fra i mastri Cristoforo da Pe-
saro e Giovanni Fioravante, vasellari di Trastevere.
E così vedo nominati, in vari atti romani, altri va-
sellari : nel 1517, Pacifico, del defunto de Vallerii da
Todi; nel 1518, Antonio de Stimma, Filippo di Cri-
stoforo de Mortaria e Ippolito de Beneamatis da Gub-
bio ; nel 1525, Dionisio del defunto Giovanni de Va-
lenza, Francesco de Santo Casciano fiorentino, Battista
di Pietro genovese, Morello Ciantolini e Agostino
Massaro da Gallese; nel 1526, Giovanni Antonio da
1 Indictione 2da mensis maij die XXVI 1514 — In presentia mei
not. etc. Tommasius perusinus consul et camerarius artis figulorum
urbis, magister Egidius de Gallesio et magister Jhoannes Scandianus
alias-ifonfa_ngu]i estimatores electi deputati a Rmo domino guberna-
tore seu eiusHocum tenente ad aestimanda infrascripta bona et mas-
seritias condam Jhoannis Antonij de Faenza alias Zambecchino fìguli.
Qui magister Tomassius et Johes ita extimauerunt et declauerunt ua
lorem dictorum honorum massaritiarum ut infra sequitur.'In primis.
Itetn lauoro cotto ad un foco quartaroni undici montano carlini50
et Bolognini 5 et piìi'quartaroni octo messo ad coperta depinta et
giallo montano carlini 62
Item lauoro crudo centonara undici in grosso ad un fiorino et
centina.ro monta carlini 51 et boi. 5
It. pili le mezine carlini 10
Item le tauole carlini iS boi. 5
Item le rote da lauorare carlini 24
Item doi tinoze carlini 4
Item el forgiacino col criuello cari. ij
Item una pila da macinar colore bianco cari. Jo
Item pila tuia da macinare colorecti car. ij
It. lauatidare quattro da colore cari. 4
It. le stangate et uno solarcelo di tauole et uno bancheto da di-
pingere et uno banco da menare la creta et boccali da colorecti in
tucto carlini 27
Item una vietta carlini 2
Item tre some de rena cari, j
It. una staterà col pesatore cari, j
It. u?ia cassetta da denari cari. 2
It. uno fortiacino da cocere lauoro crudo carlini 15
Que bona et massaritiae estimata fuerunt per sopradictos estima-
tores ornili meliori modo etc. et ita extimauerunt et indicauerunt.
Actum in rione Sancti Eustacchi mei etc. presentibus testibus vi-
delicet discretis uiris alexandro magistri uicentii Johannis morisii de
Suriano Nicolao Aloisii de Cesena figulo et Bernardino Juliani ma-
zatoste etc.
2 A. Bertolotti, Artisti modenesi, parmensi e della Lunigiana
in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, ed. 1882, pag. 80.
Todi, Orazio d'Arpino, Filippo del defunto Carlo da
Casanova da Faenza e Giovanni di Milano; nel 1530,
Angelo da Gallese, Giovanni alias « Cuppinum » ge-
novese e Ascario da San Gemignano; nel 1536 Ales-
sandro romano e Girolamo de Leoni da Ferrara, ca-
merlengo della università de' vasellari. Nel 1542, Giov.
Francesco Baronzanni da Cotignola, della diocesi di
Faenza, lavorante nella bottega del predetto Girolamo
de Leoni, essendo questi morto, si dichiara debitore
presso l'erede; e in questa vertenza risultano eletti
arbitri i vasellari Francesco di Zenobio fiorentino e
Francesco di Giov. Antonio da Acquasparta. Nel 1541,
in un'altra quistione, si nominano Giordano di Leo-
nardo d'Acquasparta, Menico da Zena e Nicolao di
Andrea Bisi da Reggio. Nel febbraio del 1547, Ange-
lina, moglie di Reini, sensale di Ripa, faceva testa-
Fig. 13*-
mento, presente Giuliano Genovese da Savona, va-
sellaro, e nell'inventario de'suoi crediti si legge:
In primis da Giuliano genovese de pintore de boc-
cali scudi 3 baj. So causa da magnare et ledo da set-
tembre in quà — Item da 31° Johanni bochaloro
julii 5.
Si potrebbe però credere che fra tutti questi vasel-
lari della prima metà del secolo xvi e fra altri, che
per brevità tralascio, non vi fossero veri artefici di
ceramiche artistiche, si bene semplici figulinari ; però
il seguente documento dimostra che non pure esiste-
vano, ma che erano saliti in tanta fama da esportare
maioliche anche in provincie dove maggiormente fio-
riva l'industria ceramica.
Io Luca 1 vasar da Urbino confesso hauer hauto
et ricatto realmente et con effetto scudi 20 a ragione de
julii 10 per scudo da M° Reginaldo Piroli cubiculario
1 In un altro documento questo Luca è citato col cognome Baldi.