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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 10-12
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Fraschetti, Stanislao: I sarcofagi dei reali angioini in Santa Chiara di Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0445

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386

STANISLAO FRASCHETTI

agili finestre ogivali furon volgarmente ridotte per la costruzione d'una novella vòlta, e il
piancito, consparso di tombe scolpite, venne tolto e sostituito con altro d'inferior valore;
allora gli ornati contorti e capricciosi nell'oro profuso e le pesanti cornici grossolane del Set-
tecento corsero le pareti sacrificando ogni purezza di linea, ogni delicatezza di ornamento,
ogni accordo e consonanza di prospettiva: e, nel general massacro, i bei sepolcri angioini,
soavissimi nella grazia ingenua del Trecento, furon soverchiati e guasti nella mirabile sintesi
dai grotteschi particolari della decadenza. L'antica freschezza e la velata chiarità della
real cappella angioina sono ora sostituite dall'orgia ardente dell'oro di zecchino e
dalla luminosità stonata delle finestre ornatissime.

I fregi delle trabeazioni, le linee arcuate de'coretti panciuti, le sfiorettature
rigurgitanti delle cornici e delle candeliere, le contorsioni spirali delle
volute, tutti i minimi particolari, infine, dell'ampia concavità brillano di
oro, e pare che un' impalpabile polvere aurea occupi ogni vano,
ogni intercolonno, ogni altare.

Ivi la mente, anzi che raccogliersi neh' intima contempla-
zione superna, riceve l'impressione dello splendore e della
magnificenza di una reggia in tripudio.

11 superbo tempio, primamente dedicato al « Sacro Corpo
di Cristo », venne fondato da Roberto d'Angiò nel 13io,
anno secondo di suo regno, in una località « extra hortos »,
poco distante dalle antichissime mura greche. La data
della fondazione fu consacrata in una delle iscrizioni in versi
leonini incise su la maestosa torre campanaria.
Le mura furono costruite con pietre quadre e ben connesse,
e nel 1318 fu elevato il meraviglioso tetto di legno rivestito
di lamine di piombo, che fu il primo a fabbricarsi in tal modo
ne'primordi del nostro risorgimento artistico. Il piancito era in
origine foggiato a musaico di ghiaia, ricco di frammenti scultorei,
d'iscrizioni e di stemmi, che andarono dispersi quando venne
rinnovato co'volgarissimi lastroni odierni. Nel 1327 —secondo
che afferma il Vasari — Giotto « dipinse in alcune cappelle » del
ricchissimo tempio, e, nell'anno seguente, essendo interamente
compiuto, vi si fece la solenne processione del « Corpus Domini ».
Pertanto la consacrazione non ebbe luogo che nel 1340, e alla
sovrana cerimonia, celebrata da cinque vescovi e da altrettanti

., ,. ^ . arcivescovi, assistettero tutti gli augusti principi della casa re-

II campanile di Santa Chiara B

gnante. Già prima di questa famosa funzione il papa aveva

concesso tutte le indulgenze di che godono i frati minori, riservando alla Santa Sede la

giurisdizione dello splendido tempio partenopeo.

Lo stile originario della costruzione era un purissimo gotico, austero e grandioso : la

grazia degl'intagli de'sarcofagi venne a mano a mano rivestendo l'ampiezza severa del

tempio regale.

Roberto d'Angiò lo volle destinato ad accogliere le spoglie di sua famiglia, e, oltre il
suo corpo, vi furon tumulati in marmorei sepolcri ornati quelli della più parte de' suoi con-
sanguinei.

La chiesa dalla sua primissima costruzione ebbe a subire fondamentali cambiamenti a causa
delle vicissitudini del tempo e delle devastazioni degli uomini. Nel 1446 un terremoto poten-
tissimo la scosse rovinandola in più parti: nel Seicento un delegato protettore della chiesa,
a nome Barrionuevo, di Spagna, col pretesto che le grandi pitture murali davan la sugge-
stione della tristezza e facevan buio nel tempio, fece dare una barbara imbiancata alle sovrane
antiche decorazioni. Già dal 1550 un memorabile incendio aveva divorato la chiesa, la quale,
 
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