/ SARCOFAGI DEI REALI ANGIOINI IN S. CHIARA DI NAPOLI
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regina;1 e il suo nome si ritrova anche in molti altri documenti, in uno de'quali è chia-
mato autore della tomba di Matilde d'Hainaut. 2
Finalmente, nel 1328, essendo morto il primogenito del re, Carlo di Calabria, gli fu
affidata l'esecuzione di un monumento provvisorio
per raccogliere le spoglie dell'illustre angioino. 3
Questo deposito funerario fu situato nella chiesa
di Santa Chiara — la nuova reale cappella ornai in-
teramente compiuta — e, in seguito, fu commesso
al gentile artefice senese il grandioso e ornato mo-
numento, mirabile per la ricchezza degl'intagli, che
ora in codesta chiesa si ammira, il quale venne ese-
guito dai primi di settembre del 1332 alla fine di
agosto del 1333. 4
Questo sepolcro — il quale è la più bella e
completa opera di Tino che ci rimanga — venne
dagli storici napolitani attribuito a quel favoloso
Masuccio II che ha riempito deh suo nome tutti gli
scritti d'arte napolitana; ed anzi il Cicognara, accet-
tando pienamente questa opinione, e, d'altra parte
trovandosi costretto a rilevare la genialità della con-
cezione toscana, pensò che « il gusto di queste fab-
briche molto ai Pisani rassomigliando, può con ra-
gione dedursi che derivano da' primi edifici che i
toscani eressero in Napoli chiamativi dai magnifici
e potenti signori che vi dominarono ». 5
Un altro de' tanti monumenti attribuiti falsa-
mente a questo immaginario Masuccio II è il sepolcro
di Maria di Valois, moglie di Carlo Illustre, situato
egualmente in Santa Chiara poco discosto dall'altro
accennato, il quale pure, come si vedrà in seguito,
appartiene a Tino da Siena.
Dal conto delle spese occorse nella Certosa di
San Martino fino a tutto il gennaio 1338 si rileva
che Tino viveva ancora nel giorno 8 luglio 1336,
quando gli furono sborsate once 23, tari 28 e grani 19
per suo compenso, avendo diretto per due anni,
sette mesi e ventotto giorni la costruzione, incomin-
ciando dall'8 novembre 1333. Nel giorno in cui si
stendeva il conto, che era il secondo dì di gennaio
del 1338, risultava che l'artefice era morto. 6 Santa Chiara. — Colonna spirale
1 «... Magistri Dyno et Galardo de Summa lincia- peliendo corpore ducis Calabrie, et prò quodam'alio
rum centum quinquaginta quatuor conventarum eis sepulcro parvo ubi nunc quiescit corpus dicti ducis
facienda una sepultura in ecclesia Sante Maria Dopne une. 53, tar. 3, concordatis ». Reg. 1335, B, fol. 197. —
Regine in qua debet corpus diete domine tumulari un- Nunzio Faraglia, « Archivio storico delle provincie
cias quadraginta». Reg. 1335, B, fol. 197. napoletane», anno VII, pag. 347.
2 «... Magistro Thino de Senis prò monumento uno "> Minieri Riccio, Studi storici su 84 registri an-
marmoreo in quo repositum fuit corpus eiusdem Prin- gioirti, pag. 38.
cipesse, une. r, tar. 12». Reg. ang. 1332, n. 284, 5 L. Cicognara, Storia della scultura, pag. 446.
fol. 25, t. 6 Reg. ang. 1337, X, n. 309, fol. 169, 171. — « Ar-
3 «...Magistri Cino de Senis prò costruenda qua- chivio storico napoletano». — Minieri Riccio, « Ge-
dam sepultura in ecclesia S. Corporis Christi prò se- nealogia angioina», anno Vili, fase. II, pag. 205.
L'Arte. I, 51.
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regina;1 e il suo nome si ritrova anche in molti altri documenti, in uno de'quali è chia-
mato autore della tomba di Matilde d'Hainaut. 2
Finalmente, nel 1328, essendo morto il primogenito del re, Carlo di Calabria, gli fu
affidata l'esecuzione di un monumento provvisorio
per raccogliere le spoglie dell'illustre angioino. 3
Questo deposito funerario fu situato nella chiesa
di Santa Chiara — la nuova reale cappella ornai in-
teramente compiuta — e, in seguito, fu commesso
al gentile artefice senese il grandioso e ornato mo-
numento, mirabile per la ricchezza degl'intagli, che
ora in codesta chiesa si ammira, il quale venne ese-
guito dai primi di settembre del 1332 alla fine di
agosto del 1333. 4
Questo sepolcro — il quale è la più bella e
completa opera di Tino che ci rimanga — venne
dagli storici napolitani attribuito a quel favoloso
Masuccio II che ha riempito deh suo nome tutti gli
scritti d'arte napolitana; ed anzi il Cicognara, accet-
tando pienamente questa opinione, e, d'altra parte
trovandosi costretto a rilevare la genialità della con-
cezione toscana, pensò che « il gusto di queste fab-
briche molto ai Pisani rassomigliando, può con ra-
gione dedursi che derivano da' primi edifici che i
toscani eressero in Napoli chiamativi dai magnifici
e potenti signori che vi dominarono ». 5
Un altro de' tanti monumenti attribuiti falsa-
mente a questo immaginario Masuccio II è il sepolcro
di Maria di Valois, moglie di Carlo Illustre, situato
egualmente in Santa Chiara poco discosto dall'altro
accennato, il quale pure, come si vedrà in seguito,
appartiene a Tino da Siena.
Dal conto delle spese occorse nella Certosa di
San Martino fino a tutto il gennaio 1338 si rileva
che Tino viveva ancora nel giorno 8 luglio 1336,
quando gli furono sborsate once 23, tari 28 e grani 19
per suo compenso, avendo diretto per due anni,
sette mesi e ventotto giorni la costruzione, incomin-
ciando dall'8 novembre 1333. Nel giorno in cui si
stendeva il conto, che era il secondo dì di gennaio
del 1338, risultava che l'artefice era morto. 6 Santa Chiara. — Colonna spirale
1 «... Magistri Dyno et Galardo de Summa lincia- peliendo corpore ducis Calabrie, et prò quodam'alio
rum centum quinquaginta quatuor conventarum eis sepulcro parvo ubi nunc quiescit corpus dicti ducis
facienda una sepultura in ecclesia Sante Maria Dopne une. 53, tar. 3, concordatis ». Reg. 1335, B, fol. 197. —
Regine in qua debet corpus diete domine tumulari un- Nunzio Faraglia, « Archivio storico delle provincie
cias quadraginta». Reg. 1335, B, fol. 197. napoletane», anno VII, pag. 347.
2 «... Magistro Thino de Senis prò monumento uno "> Minieri Riccio, Studi storici su 84 registri an-
marmoreo in quo repositum fuit corpus eiusdem Prin- gioirti, pag. 38.
cipesse, une. r, tar. 12». Reg. ang. 1332, n. 284, 5 L. Cicognara, Storia della scultura, pag. 446.
fol. 25, t. 6 Reg. ang. 1337, X, n. 309, fol. 169, 171. — « Ar-
3 «...Magistri Cino de Senis prò costruenda qua- chivio storico napoletano». — Minieri Riccio, « Ge-
dam sepultura in ecclesia S. Corporis Christi prò se- nealogia angioina», anno Vili, fase. II, pag. 205.
L'Arte. I, 51.