4I2
STANISLAO FRASCHETTI
IV.
Del sepolcro di Roberto d'Angiò.
------.......—.------ >
E noto il famoso documento dell'ar-
chivio angioino, pubblicato prima-
mente dal Catalani,1 il quale, contro
le asserzioni del De Dominici,2 ve-
niva a precisare i veri artefici che
lavorarono il monumento di Roberto
d'Angiò, nei fratelli Pacio e Giovanni
marmorari da Firenze.
Ne' registri angioini esiste anco un
altro documento consimile, che, avva-
lorando l'altro già noto, depone sem-
pre più aspramente contro le men-
zogne dello scrittore del Settecento.3
Questo secondo istrumento fu eviden-
temente redatto dopo la morte del
primo « preposito » Jacobo de Pactis,
trovandosi la curia di Giovanna I nella
necessità di eleggergli un successore,
che fu Andree de Gismundo.
Fu dunque nel febbraio del 1343,
appena un mese dopo la morte di
Roberto, chela nipote sua, GiovannaI,
erede del trono di Napoli, « de Consilio
et assensu Serenissime domine San-
cie », dispose per la erezione del
grande sepolcro.
L'ufficio di preposito, che suona so-
praintendente, di cui negli istrumenti
citati si trovano insigniti successiva-
mente Giacomo de Patti e Andrea de Gismondo, era comunissimo nelle grandi costruzioni
dell'epoca angioina.4 II cavaliere di Corte, Guglielmo de Randazzo, non aveva altro incarico
all' infuori di quello della vidimazione de' conti.
Roberto d'Angiò (disegno tratto da un'antica stampa)
1 Le chiese di Napoli. Descrizione storico-artistica,
edizione 1845, volume I, pag. 92. «L'Arte», anno I,
fascicoli VI-VIII, pag. 246.
2 Nunzio Faraglia, Le memorie degli artisti napo-
letani pubblicate da Bernardo De Dominici. « Archivio
storico delle provincie napoletane », tomo VII e Vili.
3 « Andree de Gismundo de Napoli commissio of-
rìcii Prepositi super opere seu edificio sepulture q.m
Regis Roberti que costruitur in certo loco ecclesie
S. Corporis Christi de Neapoli iuxta conventiones et
pacta inhita inter nostrani Curiam et Magistrum Pa-
cium et Joannem de Florentia marmorarios fratres et
prò causa predicta solvuntur eis une centum expe-
dentas cum notitia Guillielmi de Randacio militis fa-
miliaris et statuuntur ei gagia ad rationem gran de-
cem per diem». Reg. 1346, A, n. 351, fase. 11. —
Minieri Riccio, Studi storici fatti su 62 registri an-
gioini, ed. Nap., 1877, pag. 42.
4 Codesti personaggi avevan l'obbligo di soprain-
tendere « cum omni cura et diligentie studio circa per-
fectionem constructionis dicti operis seu hedificii ».
Reg. ang. citato, 1343.
STANISLAO FRASCHETTI
IV.
Del sepolcro di Roberto d'Angiò.
------.......—.------ >
E noto il famoso documento dell'ar-
chivio angioino, pubblicato prima-
mente dal Catalani,1 il quale, contro
le asserzioni del De Dominici,2 ve-
niva a precisare i veri artefici che
lavorarono il monumento di Roberto
d'Angiò, nei fratelli Pacio e Giovanni
marmorari da Firenze.
Ne' registri angioini esiste anco un
altro documento consimile, che, avva-
lorando l'altro già noto, depone sem-
pre più aspramente contro le men-
zogne dello scrittore del Settecento.3
Questo secondo istrumento fu eviden-
temente redatto dopo la morte del
primo « preposito » Jacobo de Pactis,
trovandosi la curia di Giovanna I nella
necessità di eleggergli un successore,
che fu Andree de Gismundo.
Fu dunque nel febbraio del 1343,
appena un mese dopo la morte di
Roberto, chela nipote sua, GiovannaI,
erede del trono di Napoli, « de Consilio
et assensu Serenissime domine San-
cie », dispose per la erezione del
grande sepolcro.
L'ufficio di preposito, che suona so-
praintendente, di cui negli istrumenti
citati si trovano insigniti successiva-
mente Giacomo de Patti e Andrea de Gismondo, era comunissimo nelle grandi costruzioni
dell'epoca angioina.4 II cavaliere di Corte, Guglielmo de Randazzo, non aveva altro incarico
all' infuori di quello della vidimazione de' conti.
Roberto d'Angiò (disegno tratto da un'antica stampa)
1 Le chiese di Napoli. Descrizione storico-artistica,
edizione 1845, volume I, pag. 92. «L'Arte», anno I,
fascicoli VI-VIII, pag. 246.
2 Nunzio Faraglia, Le memorie degli artisti napo-
letani pubblicate da Bernardo De Dominici. « Archivio
storico delle provincie napoletane », tomo VII e Vili.
3 « Andree de Gismundo de Napoli commissio of-
rìcii Prepositi super opere seu edificio sepulture q.m
Regis Roberti que costruitur in certo loco ecclesie
S. Corporis Christi de Neapoli iuxta conventiones et
pacta inhita inter nostrani Curiam et Magistrum Pa-
cium et Joannem de Florentia marmorarios fratres et
prò causa predicta solvuntur eis une centum expe-
dentas cum notitia Guillielmi de Randacio militis fa-
miliaris et statuuntur ei gagia ad rationem gran de-
cem per diem». Reg. 1346, A, n. 351, fase. 11. —
Minieri Riccio, Studi storici fatti su 62 registri an-
gioini, ed. Nap., 1877, pag. 42.
4 Codesti personaggi avevan l'obbligo di soprain-
tendere « cum omni cura et diligentie studio circa per-
fectionem constructionis dicti operis seu hedificii ».
Reg. ang. citato, 1343.