/ SARCOFAGI DEI REALI ANGIOINI IN S. CHIARA DI NAPOLI
43i
Conviene quindi limitarsi a stabilire, su le conclusioni della disamina stilistica, che il
sepolcro di Maria fu condotto da uno di quegli artefici fiorentini seguaci de' Pisani, atti-
rati in Napoli dal fasto della Corte
angioina.
La grazia trionfante del capola-
voro fiorentino, che tutto anima il
tempio maestoso di Santa Chiara e
v'irraggia il fascino d'un sentimento
sovrumano, non commosse l'artefice,
il quale parve soltanto ispirarsi a quel-
l'ideale semplice, puro, monacale, sce-
vro di fasti impetuosi e di carezzevoli
forme che fu la legge e l'equilibrio
dell'arte ingenua di Tino da Siena.
Così non le pure e vive imagini che
parlano di grazia e di dolcezza, non
i delicati volti feminei fini e morbidi
come gigli chiusi, non i sereni occhi
sospirosi di pace, non infine la porten-
tosa finzione della carne viva nella
materia bruta, animano la nova opera,
bensì le figure semplici e crude nella
maestà ieratica, dai volti sottili di
asceta, dagli occhi atoni, dove non
riscintilla la fiamma del genio, ma sol-
tanto il dubio lume dell'idolo silvano;
i corpi difformi ed egri, che oppon-
gono all'idea umana della mistica figu-
razione l'imperio ambiguo e oscuro e
pauroso del dogma.
Non so bene se l'anima sovrana
delle cose e il sospiro del cuore vi
imperino; certo una purità profonda
e un bianco sorriso di pace aleggiano
sul sepolcro della bella Maria.
La forma generale non si discosta
da quella delle opere di Tino ; soltanto
ne' particolari si rileva una qualche
peculiare emancipazione. Le colonne
del baldacchino non sono più scana- w . ' /° ' a'5;'VJn/
late, ma torte a spirale, e negl'incavi v^lSi
scintillano le « tessellae » de' candela-
, . 1 • • . , Santa Chiara. — Sepolcro di Maria di Durazzo
bri cosmateschi ; 1 compassi dell arco
sono traforati con una palese imitazione di quelli del sepolcro di Roberto: i capitelli fioriti
hanno la testina umana come quella de' pilastri allegorici della tomba di Carlo.
Quattro pilastrini sorreggono l'urna: i due anteriori sono figurati; i posteriori spirali
e semplici, dissimili fra loro, appaiono avanzi di altre opere antiche. Addossate ai pilastri
classificazione o un equivoco causato dalla tomba della tore, e perchè Gagliardo, morto nel 1348, non poteva
chiesi di Donnaregina, poiché non si trova notizia di eseguire il sepolcro medesimo nel 1366.
ciò ne' documenti originali esibiti dallo stesso scrit-
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Conviene quindi limitarsi a stabilire, su le conclusioni della disamina stilistica, che il
sepolcro di Maria fu condotto da uno di quegli artefici fiorentini seguaci de' Pisani, atti-
rati in Napoli dal fasto della Corte
angioina.
La grazia trionfante del capola-
voro fiorentino, che tutto anima il
tempio maestoso di Santa Chiara e
v'irraggia il fascino d'un sentimento
sovrumano, non commosse l'artefice,
il quale parve soltanto ispirarsi a quel-
l'ideale semplice, puro, monacale, sce-
vro di fasti impetuosi e di carezzevoli
forme che fu la legge e l'equilibrio
dell'arte ingenua di Tino da Siena.
Così non le pure e vive imagini che
parlano di grazia e di dolcezza, non
i delicati volti feminei fini e morbidi
come gigli chiusi, non i sereni occhi
sospirosi di pace, non infine la porten-
tosa finzione della carne viva nella
materia bruta, animano la nova opera,
bensì le figure semplici e crude nella
maestà ieratica, dai volti sottili di
asceta, dagli occhi atoni, dove non
riscintilla la fiamma del genio, ma sol-
tanto il dubio lume dell'idolo silvano;
i corpi difformi ed egri, che oppon-
gono all'idea umana della mistica figu-
razione l'imperio ambiguo e oscuro e
pauroso del dogma.
Non so bene se l'anima sovrana
delle cose e il sospiro del cuore vi
imperino; certo una purità profonda
e un bianco sorriso di pace aleggiano
sul sepolcro della bella Maria.
La forma generale non si discosta
da quella delle opere di Tino ; soltanto
ne' particolari si rileva una qualche
peculiare emancipazione. Le colonne
del baldacchino non sono più scana- w . ' /° ' a'5;'VJn/
late, ma torte a spirale, e negl'incavi v^lSi
scintillano le « tessellae » de' candela-
, . 1 • • . , Santa Chiara. — Sepolcro di Maria di Durazzo
bri cosmateschi ; 1 compassi dell arco
sono traforati con una palese imitazione di quelli del sepolcro di Roberto: i capitelli fioriti
hanno la testina umana come quella de' pilastri allegorici della tomba di Carlo.
Quattro pilastrini sorreggono l'urna: i due anteriori sono figurati; i posteriori spirali
e semplici, dissimili fra loro, appaiono avanzi di altre opere antiche. Addossate ai pilastri
classificazione o un equivoco causato dalla tomba della tore, e perchè Gagliardo, morto nel 1348, non poteva
chiesi di Donnaregina, poiché non si trova notizia di eseguire il sepolcro medesimo nel 1366.
ciò ne' documenti originali esibiti dallo stesso scrit-