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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 10-12
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Fraschetti, Stanislao: I sarcofagi dei reali angioini in Santa Chiara di Napoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0491

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432

STANISLAO FRASCHETTI

anteriori eretti su i leoni accosciati si vedono altrettante alle-
gorie religiose, raffiguranti probabilmente la Carità e la Spe-
ranza. Queste imagini ricordano le statue di Tino nella santità
del sogno mistico in cui sembrano indugiarsi ; un sogno infinito
di bianchezza e di pace. La medesima maniera un poco arcaica ■
del marmorario senese vi si riscontra nella modellatura sobria
delle parti nude e nel piegar de' panni assai pesante e stentato.

A destra la Carità leva al cielo il volto caratteristico dalle
grandi sopracciglia e dal mento sporgente, recando nella mano
un cero infiammato ; ha la veste lunga, stretta alla vita dal
cordiglio e scendente nel basso a costole longitudinali come
nelle'figure ieratiche delle absidi musive. Le grandi ali le si
arrotondano ampiamente sul tergo.

La .Speranza, a sinistra, reca il mistico giglio nella mano

lieve e appare nella fattura alquanto diversa dalla compagna,

Sepolcro di Maria di Durazzo . -, , . , r • i

T, , , 1 , specialmente nel piegar della veste scendente a testoni, che

Il gruppo del tabernacolo 1 io

hanno il punto di partenza comune; ha una specie di corno

su la fronte all'appiccatura de' capelli, ha il mento prominente, le mani tozze e grassocce.

L'Arca. Le tre facce appaiono delicatamente intagliate in un tenue rilievo bianco
su fondo verde annerito. La faccia principale è limitata, come nel sepolcro di Maria di Valois,
da due pilastrini, in cui, sotto una picciola nicchia gotica, sono disposte le due angeliche
figure della mistica Annunziamone : l'angiolo, nunzio del bene, ha le due alucce raccolte,
e, con un atto di grazia della mano destra, benedice : la Vergine gentile e pura ha un'atti-
tudine quasi infantile nel busto lievemente piegato e nella 'mano che esprime la meraviglia
gaudiosa dell'eccelsa beatitudine. I capelli le incorniciano il visino di bimba graziosa, e il
libro, che qual simbolo reca nella manca, non vale ad offuscare la tenerezza inconsapevole
deh' innocente predestinata.

La Madonnina geniale si rivede madre purissima nell'ampia nicchia mediana del pre-
zioso sarcofago e il bimbo amoroso le scherza nel grembo, e due cherubini dai lati solle-
vano il velario del trono. Ella cinge una corona d'alti gigli donde scende dalle due parti
il velo ed ha bei capelli partiti su la fronte: nell'atto dolcissimo tiene in una mano il pie-
dino del bimbo, quasi per riscaldarlo, e la figura, nella suggestione degli accessori, assume
quasi la maestà ieratica d'un idolo antico.
Il fanciullo invece è più vivo e sano e
alza la manina destra usa alla benedizione,
mentre stringe nella manca un uccellino,
che sembra morto. I due satelliti dai lati
levano le braccia concordemente come le
anse d'un'anfora ad aprire il velario sem-
plice, scendente da un bastone appiccato
con chiodi, come in certe figurazioni di
Andrea Pisano su la porta celebre del Bat-
tistero fiorentino. L'intero gruppo però non
è prezioso per l'espressione e non va nep-
pure esente da qualche lieve difetto nelle
proporzioni. Ai lati della Madonna, in due
nicchie minori, si vedono Santa Chiara
e Santa Caterina. La prima, dalle finis-
sime chiome scendenti sotto al manto,
reca nelle mani il bozzetto della sua chiesa

tutto traforato di archetti gotici: la se- Sepolcro di Maria di Durazzo. l'arca
 
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