PER LA STORIA DELLA PITTURA FORLIVESE
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della Raccolta Morelli. Esso deriva dalla Galleria Costabili di Ferrara, e nel catalogo del 1872
fu così descritto : « N. 450. Tisi Benvenuto, ferrarese, detto il Garofalo. Il ritratto del pittore,
dipinto da sè stesso con berretto in testa: egli è bozzo più che finita pittura».
Nella Pinacoteca Comunale di Forlì al n. 148 è un’altra effigie, pur di vecchio, ritenuta
per l’autoritratto di Marco Paimezzani (fig. 12). « Stette, racconta Filippo Guarini, nella parete
Fig. 6 — Benvenuto Tisi da Garofalo : Ritratto
Firenze, R. Galleria degli Uffizi.
presso al suo sepolcro della chiesa di San Domenico, fino a che quel tempio venne ridotto a
miglior forma nel 1781. Passato quindi in casa dei posteri (tuttor viventi) fu dal signor Filippo
Palmeggiani venduto al Comune per scudi 960 nel 1854 ». E soggiunge: « Fu difatti pattuito
che il Municipio avrebbe mantenuto allo studio di legge fuori di patria il suo figlio Giu-
seppe, passandogli per tre anni una pensione di scudi 120 annui, e per altri tre anni scudi 200
pure annui, che formano il totale di scudi 960! ».1
1 Notizie storiche e descrittive della Pinacoteca co- pag. 193 dell’ann. VII (Roma, 1894) dell 'Archivio
miniale di Forlì. Forlì, 1874, p. 98. Vedi anche a Storico dell’Arte.
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della Raccolta Morelli. Esso deriva dalla Galleria Costabili di Ferrara, e nel catalogo del 1872
fu così descritto : « N. 450. Tisi Benvenuto, ferrarese, detto il Garofalo. Il ritratto del pittore,
dipinto da sè stesso con berretto in testa: egli è bozzo più che finita pittura».
Nella Pinacoteca Comunale di Forlì al n. 148 è un’altra effigie, pur di vecchio, ritenuta
per l’autoritratto di Marco Paimezzani (fig. 12). « Stette, racconta Filippo Guarini, nella parete
Fig. 6 — Benvenuto Tisi da Garofalo : Ritratto
Firenze, R. Galleria degli Uffizi.
presso al suo sepolcro della chiesa di San Domenico, fino a che quel tempio venne ridotto a
miglior forma nel 1781. Passato quindi in casa dei posteri (tuttor viventi) fu dal signor Filippo
Palmeggiani venduto al Comune per scudi 960 nel 1854 ». E soggiunge: « Fu difatti pattuito
che il Municipio avrebbe mantenuto allo studio di legge fuori di patria il suo figlio Giu-
seppe, passandogli per tre anni una pensione di scudi 120 annui, e per altri tre anni scudi 200
pure annui, che formano il totale di scudi 960! ».1
1 Notizie storiche e descrittive della Pinacoteca co- pag. 193 dell’ann. VII (Roma, 1894) dell 'Archivio
miniale di Forlì. Forlì, 1874, p. 98. Vedi anche a Storico dell’Arte.