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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 2
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0192

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i6o

BIBLIOGRAFIA

rina di Alessandria, appartenenti ambedue alla raccolta For-
bes di Cambridge [m. s*).

88. Preibisz (Leon) Martin Vati Heemskerck. Ein
Beitrage zur Geschichte des Romànismus in der
Nierderlaudiselien Malerei des XVI Iahrhund —
Leipzig, 1911. J11 40, pag. 112.

L’A. dopo avere studiata la vita del maestro, discorre
delle prime opere (1532) e dei suoi rapporti con l’arte di
I. Scorei; quindi dell’attività sua a Roma fino al 1540; poscia
dei lavori dopo il periodo italiano dal 1540 al 1574. In
seguito studia la posizione del pittore nella storia dell’Arte
e chiude il volume con un’appendice nella quale si dà
l’elenco dei quadri certi ; dei quadri perduti e di quelli a
torto attribuiti a lui; dei disegni autentici e no e delle in-
cisioni in legno; ed in fine uua tavola cronologica delle
pitture datate.

89. Salmi (Mario) Una tavola primitiva nella
chiesa di S. Francesco a Pisa. (Rivista d’arte, VII,
1910, pag. 67-72).

È la tavola che il Vasari, lodandola, dice fatta da Cima-
bue per il convento di S. Francesco di Pisa. Ricoperta prima
dall’ancona principale dell’altare, poi rimossa, è sfuggita a
comode indagini ma restituita adesso, un po’ deperita invero,
al suo primitivo posto, nella cappella Agostini in S. Fran-
cesco, e stata studiata con cura dal S , che, disdicendo per
evidenti ragioni stilistiche l’attribuzione vasariana ed esclu-
dendo che questa tavola possa avere rapporti di affinità con
una tavoletta di egual soggetto della sagrestia di S. Fran-
cesco in Assisi, o con quella di Santa Maria degli Angeli,
attribuita a Giunta, giustamente la riavvicina alla tavola di
S. Francesco di Pistoia, e a quella di S. Croce in Firenze,
e insiste sulle grandi analogie tra essa e un’altra tavola poco
conosciuta di S. Francesco a Pescia, portante la firma di
Bonaventura Berlinghieri e la data del 1235.

La conclusione, a cui il S. è portato dal suo diligente
studio, è la derivazione certa dell artefice della tavola di Pisa
dal Berlinghieri, e la collocazione di essa, in una data an-
teriore al 1250, tra la tavola di Pescia e quelle di Pistoia
e di Firenze.

90. Disegni di Luigi Serra con prefazione di Cor-
rado Ricci. — Roma, Anderson, 1909. In folio.
Tav. XXL

La prefazione, scritta con l’affetto che sempre ha inspirato
al Ricci il compianto pittore, è seguita dalla bibliografia
dell’artista e dall’indice dei disegni raccolti brillamente nelle
tavole splendide dell’Anderson.

Arti minori

91. Durrieu (Paul) Les « Très belles heures de
notre Da/me » dii Due Jean de Berry. Estratto da la
Revue Archéologique, II, 1910. In 40, pag. 67.

L’illustre A. continua i suoi studi sulla miniatura in
Francia al principio del secolo xv, dando nuovo contributo
alla storia pittorica del periodo in cui tutta l’Europa cen-
trale ebbe artistici rapporti. Dopo avervi fornito la storia del
codice, classifica le miniature secondo il loro carattere sti-
listico e distingue tre mani differenti mettendo in evidenza
come la più antica sia quella di un miniatore del duca di
Berry avente analogie coi miniatori dello stesso duca i quali
fecero Les Grandes Heures e Les Petites Heures della Bi
blioteca Nazionale di Parigi.

92. Errerà (Isabella) Un Piviale di Pio IL ( Vita
d'arte, VI, luglio 1910, pag. 1-12).

Questo Piviale, ricamato a fondo d’oro e una volta or-
nato di perle e pietre preziose, è 'conservato nel museo di
Pienza, e la tradizione vuole che a questa città ne abbia fatto
d.mo Pio II, nel 1498. L’ E., rimettendo il lettore, per la
descrizione e l’esame iconografico delle scene rappresentate
in questo prezioso abito sacerdotale, allo studio esauriente
che ne ha fatto il Mannucci (Siena Monumentale, Serie VII,
1909. Il Piviale di Pio II)r esamina la tecnica del ricamo
e i caratteri stilistici e iconografici delle rappresentazioni,
per concludere che questo ricamo è un lavoro francese del
principio del trecento, compiuto in una di quelle botteghe
che in Francia esistevano fin dal dugento, e delle quali non
trovasi traccia in Inghilterra da dove vorrebbesi pur far pro-
venire il nostro prezioso Piviale.

93. Mayger Hind (Arthur), Catalogne of Party
italian Engravings (London, Order of thè Trustees,
2 voi. in-40, pag. 627. Il primo volume di testo, il
secondo con illustrazioni).

Il Conservatore del Gabinetto delle stampe e dei disegni
del British Museum, l’illustre Sidney Colvin, ha scritta l’in-
troduzione al Catalogo diligentissimo di Arthur Mayger Hind,
il quale ben merita gli elogi che gli son prodigati per la
compiutezza delle informazioni che egli ci dà sulle incisioni
fiorentine, sulle anonime e note del secolo xv e sulle altre
primitive incisioni fiorentine, quindi sulle anonime incisioni
del settentrione d’Italia nel XV secolo e nel principio del
seguente. Tutto ciò nella prima parte del volume mentre
nella seconda parte l’A. dà un catalogo delle incisioni dei
maestri italiani conosciuti del tempo suddetto.

Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica

per PItalia e per Pesterò.

Adolfo Venturi, Direttore.

Roma, Tip. dell Unione Editrice, via Federico Cesi 45.
 
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