QUADRI OLANDESI E FIAMMINGHI
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doro Helmbreker, pure pittore da Haarlem, morto a Roma (1624-1694). Opere firmate di
Helmbreker da confrontare si trovano nella Pinacoteca Comunale di Bologna. La nostra è
riprodotta qui sotto, fig. 3.
Un altro imitatore, più conosciuto ancora di van Laer — e di merito quasi eguale :—
è Giovanni Miei (d’Anversa, 1599-1664). Nella Galleria portano il suo nome tre quadri: il
n. 325: «Scena di campo»', il n. 1029: «Soldati in una grotta» ed il n. 1329 (tela 60 X 73):
« Scena davanti ad una casa di campagna ». Le due prime di queste opere sono certamente
lavori d’altri imitatori del Bamboccio più deboli. La terza sola è autentica. Sono poi della
mano del Miei fra le «bambocciate» nei depositi: il n. 331 (tela, 47 X 65): «Un cavadenti
avanti ad una casa rustica » ; il n. 394 (tela, 37 X 47) scena di campagna: « Un fruttaiolo » ;
Fig. 7 — Autore incerto : Ritratto.
il n. 990 (tela, 47 X 36): «Riposo di viaggiatori avanti ad un’osteria di campagna», e il
n. 1348, altra scena di campagna, nella quale il Miei s’avvicina al van Laer per modo che
in una pinacoteca fuori d’Italia probabilmente passerebbe per opera di quest’ultimo.
D’un imitatore italiano del Bamboccio, Stefano de Castro, poco conosciuto, si trova un
quadro di vera importanza. In generale la Galleria Nazionale possiede, senza dubbio, la col-
lezione più ricca di « bambocciate » che esista.
Pietro van Laer in quella compagnia allegra dei pittori neerlandesi a Roma era molto
stimato e popolare. Dei suoi contemporanei, per la maggior parte pittori di paesi, o di
« bambocciate » come lui, si conservano anche nella Galleria opere notevoli. Nessuno di loro
però è suo scolaro immediato.
Giovanni Lingelbach (nato a Francoforte sul Meno 1622, f ad Amsterdam 1674) è
rappresentato con due quadri. Il primo (n. 314, tela, 50 X 45) è firmato: « Un cavaliere che
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doro Helmbreker, pure pittore da Haarlem, morto a Roma (1624-1694). Opere firmate di
Helmbreker da confrontare si trovano nella Pinacoteca Comunale di Bologna. La nostra è
riprodotta qui sotto, fig. 3.
Un altro imitatore, più conosciuto ancora di van Laer — e di merito quasi eguale :—
è Giovanni Miei (d’Anversa, 1599-1664). Nella Galleria portano il suo nome tre quadri: il
n. 325: «Scena di campo»', il n. 1029: «Soldati in una grotta» ed il n. 1329 (tela 60 X 73):
« Scena davanti ad una casa di campagna ». Le due prime di queste opere sono certamente
lavori d’altri imitatori del Bamboccio più deboli. La terza sola è autentica. Sono poi della
mano del Miei fra le «bambocciate» nei depositi: il n. 331 (tela, 47 X 65): «Un cavadenti
avanti ad una casa rustica » ; il n. 394 (tela, 37 X 47) scena di campagna: « Un fruttaiolo » ;
Fig. 7 — Autore incerto : Ritratto.
il n. 990 (tela, 47 X 36): «Riposo di viaggiatori avanti ad un’osteria di campagna», e il
n. 1348, altra scena di campagna, nella quale il Miei s’avvicina al van Laer per modo che
in una pinacoteca fuori d’Italia probabilmente passerebbe per opera di quest’ultimo.
D’un imitatore italiano del Bamboccio, Stefano de Castro, poco conosciuto, si trova un
quadro di vera importanza. In generale la Galleria Nazionale possiede, senza dubbio, la col-
lezione più ricca di « bambocciate » che esista.
Pietro van Laer in quella compagnia allegra dei pittori neerlandesi a Roma era molto
stimato e popolare. Dei suoi contemporanei, per la maggior parte pittori di paesi, o di
« bambocciate » come lui, si conservano anche nella Galleria opere notevoli. Nessuno di loro
però è suo scolaro immediato.
Giovanni Lingelbach (nato a Francoforte sul Meno 1622, f ad Amsterdam 1674) è
rappresentato con due quadri. Il primo (n. 314, tela, 50 X 45) è firmato: « Un cavaliere che