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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 5
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0434

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BOLLETTINO BIBLLOGRAFICÓ

4òó

Dati i limiti di spazio e di tempo che l’A. si è imposti,
l’opera non poteva riuscire qualche cosa di più di un con-
tributo, e come contributo di fatti e di osservazioni speciali,
il libro è lodevolissimo. Se non che, l’A. ha voluto anche
trattare la questione d’insieme sulla portata dell’ influsso clas-
sico nell’arte italiana. E a ciò non era preparato, sia perchè
non si è procurato un concetto adeguato dell’arte classica
(pag. 6), nè dell’arte padovana (pag. 72 e 221), nè dei prin-
cipi estetici (pag. 218 fine), che pure era necessario applicare
a uno studio di tal genere; sia perchè non ha tenuto conto
del classicismo del Cinquecento, il quale dimostra, secondo
noi, quanto meno classica di quel che abbia pensato l’A.
sia la pittura fiorentina del Quattrocento. A malgrado di
queste deficienze, e a causa del lungo studio dell’A. sulla
pittura fiorentina primitiva, è indubbio che la conoscenza di
questa viene dal suo libro avvantaggiata.

(/. ej|

17 r. Marangoni (Matteo) Un affresco dimenticato
di Leonello Spada. (Bollettino d'arte, V, 1911, pa-
gine 152-153).

Esiste nell’ex convento di San Proculo a Bologna, rap-
presenta il Miracolo del pane e dei pesci, e, dipinto nel 1607,
è l’ultima opera compiuta dallo Spada in Bologna.

172. Misciattelli (Piero) Un cassone nuziale di
Matteo di Giovanni. (Rassegna d'arte senese, VI, 1910,
pag. 36-38).

E una tavola che originariamente dovette appartenere ad
un cassone nuziale e che adesso trovasi nel palazzo dei mar-
chesi Chigi-Zondadari in Siena. In Bella simmetria, in tre
riquadri racchiusi da eleganti partiti architettonici, campeg-
giano tre figure di donne, tre vergini, le quali in terzine
ingenue e belle, scritte in una targhetta nel basso di ciascun
riquadro, narrano come preferissero la morte alla violenza
impura. Nel centro è Camilla, molto guasta da ritocchi, a
destra Lucrezia, a sinistra Hippo virgo greca, queste due
ultime ben conservate.

Di questa Hippo, che il M. dice ignota, il Novati [Ras-
segna d’arte, XI, 1911, pag. 61) ricorda come ne sia nar-
rata la gentile storia da Valerio Massimo, nel VI libro di
Latti e detti memorabili e fatta menzione in due versi del
Trionfo della Pudicizia del Petrarca.

Il M. non dubita di attribuire la gentile composizione a
Matteo di Giovanni. (a. ri).

173. Modigliani (Ettore) A picture by Giovanni
da Bologna in thè Brera. (Burlington Ma gazine,
aprile 1911).

Di questo pittore del Trecento, Giovanni da Bologna, è
un quadro all’Accademia di Venezia, e rappresenta nel centro
la Madonna che allatta il Bambino : nei quattro scomparti
dei lati San Pietro ed il Battista, San Paolo e San Gio-

vanni Evangelista: nei due scomparti angolari sopra l’ogiva
centrale l’Annunciazione, e nello scomparto inferiore i con-
fratelli della Scuola di San Giovanni Evangelista. La pittura
è firmata in dialetto: Quane da Bologna, pense.

J1 Moschetti recentemente scoprì un’altra tavola rappre-
sentante San Cristoforo, e che, ricordata già da vari storici
dell’arte, era data come perduta dal Crowe e Cavalcasene.

La tavola sta ora nel Museo civico di Padova ed è fir-
mata in latino: Johannes de Bononia pinxit.

Una terza tavola ora si deve aggiungere nella lista delle
opere conosciute e firmate di questo maestro. E stata acqui-
stata da poco tempo dall Accademia di Brera, e rappresenta
una Madonna che allatta il Bambino ed angeli adoranti ed
offerenti gigli alla Madre di Dio. La firma rappresenta un
quid medium fra le due date precedentemente : Jovanes de
Bolonia p'msit.

Paleograficamente non si possono sollevare dubbi ragio-
nevoli sull’autenticità di questa segnatura.

La tavola ha delle affinità evidenti con quella dell’Ac-
cademia di Venezia, e ci presenta il pittore bolognese che
già educato alla pittura gotica, ma alquanto bizantino, arri-
vato in Venezia subisce direttamente le influenze di Lo-
renzo Veneziano, senza escludere influssi da Caterino.

L’A. cerca poi di determinare, con un sottile ragiona-
mento sulla lingua delle menzionate firme, la rispettiva col-
locazione delle tavole nella vita del pittore. (a. j.j.

174. Scaglia (P. Sisto) I musaici antichi di Santa
Maria Maggiore in Roma. (Roma, Libreria pontificia
F. Pustet. T910).

L’egregio autore, noto tra gli archeologi, per i suoi
studi originali e di volgarizzazione, ci presenta in una ni-
tida edizione, ricca di cinquantatre tavole e numerose ri-
produzioni di riscontro, intercalate nel testo, la descrizione
illustrativa dei musaici antichi di Santa Maria Maggiore,
cui premette opportune notizie intorno alla Basilica, ai mu-
saici basilicali in genere e agli studi che sui musaici che
egli illustra sono stati fatti. L’opera utile per quegli ama-
tori delle antichità cristiane che vogliono trovar facilmente
delle interpretazioni sicure delle antiche rappresentazioni,
può riuscire accetta agli studiosi nell’attesa di una pubbli-
cazione definitiva e complessiva sui musaici cristiani romani,
fatta con criteri e mezzi adatti alla condizione odierna degli

studi. (ar r.).

Arti minori.

175. Gerola (Giuseppe) La ricognizione della
tomba di San Giuliano in Rimini. (Bollettino ci’arte,
V, 1911, pag, 106-120).

'l'ale ricognizione ha dato in luce parecchi importanti tes-
suti serici appartenuti a San Giuliano e cioè databili nel se-
colo IV, altri del sevolo x, altri del secolo XI.

Per i lavori pubblicati ne L'ARTE sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica

per T Italia e per l'estero.

Adolfo Venturi, Direttore.

Roma, Tip. cicli Unione Editrice, via Federico Cesi 45.
 
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