LE MOSTRE RETROSPETTIVE IN CASTEL SANT'ANGELO
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lignac, ambasciatore di Francia, in occasione della nascita del Delfino Luigi figlio di Luigi XV,
che premorì al padre nel 1765, ed ebbe a figli Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X.
L’Olanda con disegni e stampe ha voluto rievocare la Schilderb&nt, l’allegra compagnia
di pittori olandesi che ebbe fiore a Roma durante il secolo xvn ; la Svezia espone quadri
e disegni del Palm (1810-1891) che visse a lungo in Roma, e nel 1849 fu tra’ difensori della
Repubblica, e caricature di pittori eseguite all’acquarello dal Lindstròm nel 1830.
L’Ung'heria 1 illustra con larga documentazione storica ed artistica i suoi rapporti con
l’Italia e con Roma da Attila ad oggi, ed espone, insieme a notevoli acquarelli romani di
Nicolò Barabàs, alcune opere del massimo significato, e che si deve essere grati alla galleria
di Budapest di avere inviato. Ricorderò la Contadinella, od origine delle belle arti, statua
eseguita in Roma nel 1818 da Stefano Ferenczy (1792-1856),’ il fondatore della scultura
ungherese che studiò sotto la guida del Canova e del Thorwaldsen, qualche buon paesaggio
di Carlo Markó senior che rivela l’influsso de’ nostri paesisti romantici, per esempio di
Massimo d’Azeglio, e altre opere tutte belle e degne di essere conosciute di Michele Kovacs
Fig. 16 — Giovanni Paolo Panini : Festa in Piazza Navona.
e d’altri. Fra tutte va ancora notato il bellissimo ritratto di Francesco Pulszky, che da un lungo
soggiorno in Roma trasse lena ad avviare su base scientifica gli studi archeologici nel suo
paese, eseguito nel 1890 da Leopoldo Horovitz.
La Romania ha voluto cogliere quest’occasione per affermare in forma nuova e solenne
i suoi vincoli con Roma. Collo stesso fervore col quale ha partecipato alla Mostra archeo-
logica alle Terme, ha qui costruito un modello di casa contadinesca rumena, adornandola con
utensili e costumi di quel popolo che — avendo così vivo il senso per l’arte in ogni ma-
nifestazione della vita — mostra sì bene la sua discendenza dalla grande famiglia latina. In
mezzo a quadri del Grigoresco, e ad opere di oreficeria sacra del rinascimento che mo-
strano attraverso la Dalmazia qualche influsso italiano, e ad imagini dei secoli XVII e XVIII
che mostrano un prolungarsi della tradizione iconografica medioevale, dovuto al conserva-
torismo monastico, sono le bandiere dei reggimenti gloriosi che nel 1877-78 hanno deciso
le sorti del paese — omaggio che la figlia vuol rendere alla madre patria, che celebra
cinquant’anni di vita nazionale.2
1 Vedi l’importante prefazione del dott. Zoltàn de
Takàcs al catalogo speciale Esposizione internazionale -
Roma igu - Mostre retrospettive - Ungheria. Buda-
pest [1911].
2 Una manifestazione affettuosa è riuscita anche la
piccola mostra della Repubblica di San Marino, ordi-
nata con gusto e arredata con vecchi mobili ed utensili
guerreschi. Della mostra degli stranieri si spera possa
rimanere durevole traccia in un grande volume illu-
strato, di cui s’affiderebbe la redazione ai commissari
dei vari paesi.
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lignac, ambasciatore di Francia, in occasione della nascita del Delfino Luigi figlio di Luigi XV,
che premorì al padre nel 1765, ed ebbe a figli Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X.
L’Olanda con disegni e stampe ha voluto rievocare la Schilderb&nt, l’allegra compagnia
di pittori olandesi che ebbe fiore a Roma durante il secolo xvn ; la Svezia espone quadri
e disegni del Palm (1810-1891) che visse a lungo in Roma, e nel 1849 fu tra’ difensori della
Repubblica, e caricature di pittori eseguite all’acquarello dal Lindstròm nel 1830.
L’Ung'heria 1 illustra con larga documentazione storica ed artistica i suoi rapporti con
l’Italia e con Roma da Attila ad oggi, ed espone, insieme a notevoli acquarelli romani di
Nicolò Barabàs, alcune opere del massimo significato, e che si deve essere grati alla galleria
di Budapest di avere inviato. Ricorderò la Contadinella, od origine delle belle arti, statua
eseguita in Roma nel 1818 da Stefano Ferenczy (1792-1856),’ il fondatore della scultura
ungherese che studiò sotto la guida del Canova e del Thorwaldsen, qualche buon paesaggio
di Carlo Markó senior che rivela l’influsso de’ nostri paesisti romantici, per esempio di
Massimo d’Azeglio, e altre opere tutte belle e degne di essere conosciute di Michele Kovacs
Fig. 16 — Giovanni Paolo Panini : Festa in Piazza Navona.
e d’altri. Fra tutte va ancora notato il bellissimo ritratto di Francesco Pulszky, che da un lungo
soggiorno in Roma trasse lena ad avviare su base scientifica gli studi archeologici nel suo
paese, eseguito nel 1890 da Leopoldo Horovitz.
La Romania ha voluto cogliere quest’occasione per affermare in forma nuova e solenne
i suoi vincoli con Roma. Collo stesso fervore col quale ha partecipato alla Mostra archeo-
logica alle Terme, ha qui costruito un modello di casa contadinesca rumena, adornandola con
utensili e costumi di quel popolo che — avendo così vivo il senso per l’arte in ogni ma-
nifestazione della vita — mostra sì bene la sua discendenza dalla grande famiglia latina. In
mezzo a quadri del Grigoresco, e ad opere di oreficeria sacra del rinascimento che mo-
strano attraverso la Dalmazia qualche influsso italiano, e ad imagini dei secoli XVII e XVIII
che mostrano un prolungarsi della tradizione iconografica medioevale, dovuto al conserva-
torismo monastico, sono le bandiere dei reggimenti gloriosi che nel 1877-78 hanno deciso
le sorti del paese — omaggio che la figlia vuol rendere alla madre patria, che celebra
cinquant’anni di vita nazionale.2
1 Vedi l’importante prefazione del dott. Zoltàn de
Takàcs al catalogo speciale Esposizione internazionale -
Roma igu - Mostre retrospettive - Ungheria. Buda-
pest [1911].
2 Una manifestazione affettuosa è riuscita anche la
piccola mostra della Repubblica di San Marino, ordi-
nata con gusto e arredata con vecchi mobili ed utensili
guerreschi. Della mostra degli stranieri si spera possa
rimanere durevole traccia in un grande volume illu-
strato, di cui s’affiderebbe la redazione ai commissari
dei vari paesi.
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