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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0036

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LIONELLO VENTURI

di differenziare il suo stile. I Toscani, per esempio, mantengono alla figura una certa compo-
stezza, e si preoccupano di perfezionare i loro mezzi per sfumare le linee e per ottenere il
rilievo: tipici l’anonimo maestro del Cristo degli Uffizi (n. 4) e Coppo di Marcoaldo. Soltanto
Cimabue, nella chiesa supeiiore di Assisi, lancia con maggiore violenza di tutti il corpo del
Cristo sulla croce, perchè ha imparato a far vibrare come saette le linee del drappo e gli
atteggiamenti degli astanti, quando ha cioè raggiunto a perfezione l’equivalente stilistico delle
contorsioni del corpo del Cristo: e allora ha creato un capolavoro. Non deve invece meravi-
gliare se nel paese di San Francesco e dei flagellanti, le contorsioni del corpo del Cristo rap-
presentino una necessità illustrativa della loro pietà e non una necessità di stile, così che le
figure attorno mantengono i calmi atteggiamenti della tradizione, mentre solo sul corpo di
Gesù si accanisce la passione pietosa.

Per queste ragioni, l’identità di concezione e di fattura che si trova nella tavola di Be-
nedetto Rainucci da Spoleto e nel fresco attribuito a Rocco non mi sembra il risultato di
una medesima tendenza, bensì l’opera di una medesima mano. Tanto più che il Rainucci è
di Spoleto, e che un’opera la quale si accorda perfettamente con le due pitture di Fa-
briano si trova ancora in Umbria, nella Pinacoteca di Perugia (sala I, n. 6). 1 Del medesimo
artista è anche certamente un Crocefisso nella Pinacoteca Fornari di Fabriano, e forse un
altro Crocefisso, che è conservato nella cappella di S. Lorenzo del Duomo di Ancona, erro-
neamente attribuito a Margaritone d’Arezzo.

Non sono riuscito a trovare altri ricordi di Benedetto Rainucci. Comunque, anche dai troppo
pochi e troppo frammentarli elementi raccolti è possibile di scorgere nel Dugento le con-
dizioni pittoriche delle Marche, che in seguito si paleseranno chiaramente. L’alta Marca
accenna già ad importazione toscana, la media ad importazione umbra, la bassa a lavoro lo-
cale. Venezia non apparisce ancora dal litorale. E Fabriano già afferma il primato, che un
secolo dopo nessuno potrà contenderle.

Nella chiesa di San Francesco in Mercatello esiste un crocefisso dipinto (figg. 5 e 6) così
firmato: IOLIES . PICTOR . FECT (sic) HOC OPUS | FR TOBALDI . M... MCCCXLIIII | .
Insieme al crocefisso, sul medesimo altare esisteva un polittico non firmato (fig. 7), che pa-
lesa evidenti rapporti di stile con il polittico di Giovanni Baronzio del 1345, conservato nella
galleria di Urbino e proveniente da Macerata Feltria. (Riprodotto ne L’Arte, 1901, p. 363.
Cfr. due particolari alle figg. 8 e 9).

« Giovanni pittore » è Giovanni Baronzio da Rimini, del quale soltanto il polittico urbi-
nate e la notizia della morte anteriore al 1362 2 erano noti sin qui. Il crocefisso e il polittico
di Mercatello servono a meglio conoscere la personalità del maestro, che è di prim’ordine.

La croce è nera con suppedaneo verde, il drappo disteso è stampato a ornati geometrici
con preziosità di orafo. Il corpo del Cristo è largamente squadrato. E sulle forme bene co-
strutte si distende un colore di preziosa ricchezza. Le carni ignude pallidissime rilevano
con magnifica pasta. Il volto di San Giovanni è impastato di luci rosse e gialle degne di un
Veneziano del Cinquecento. Infine, le forme hanno uno squadro, un rilievo, una nobiltà, degni
di un eccellente seguace di Giotto ; il colore ha tutta la malìa dei musaici bizantini della
vicina Ravenna.

Nel polittico di Mercatello il valore del maestro diminuisce; i colori mantengono la pre-
cedente vivacità e ricchezza, ma non hanno più un fusto così bene costrutto, così fortemente
rilevato. 11 modello di Giotto è venuto meno, e insieme, l’evidenza plastica delle figure. E

1 Reca la data :

«. ANNO DOMINI . | M . C°C . LXXII . TEM-
PORE | GREGORII PAPAE . X . |

2 L. Tonini, Di Bittino e della sua tavola di San

Giuliano non che di alcuni pittori rimine si del sec. XIV.
In Atti e Memorie della Regia Deputazione di Stoma
Patria per le provvide di Romagna. Anno II, 165.
Bologna, 1863.
 
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