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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 3
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Pacchioni, Guglielmo: Belbello da Pavia e Gerolamo da Cremona, miniatori, [1]: Un prezioso Messale gonzaghesco del secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0275

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BELBELLO DA PAVIA

E GEROLAMO DA CREMONA, MINIATORI

UN PREZIOSO MESSALE GONZAGHESCO DEL SEC. XV

I.

IL fervore con il quale gli studiosi si sono in questi ultimi anni rivolti alla ricerca dei
cimeli artistici sperduti e dimenticati, costituisce forse il più efficace mezzo di tutela per
quella parte del patrimonio nostro che l’ingordigia o l’ignoranza più facilmente minacciano.

La recente scoperta del furto di alcune miniature da un prezioso e quasi ignorato mes-
sale quattrocentesco che si trovava nell’Archivio capitolare del Duomo di Mantova, è stata
possibile appunto in grazia della pubblicazione fattane da Pietro Toesca nel suo volume sulla
pittura e la miniatura lombarda.1

Il messale, pregevolissimo, è della maggiore importanza, non soltanto per la conoscenza
dell’arte ospitata a Mantova dalla regale magnificenza dei Gonzaga, ma per lo studio generale
della miniatura italiana del Quattrocento e dei rapporti corsi tra gli artisti nostri e gli allu-
minatori oltremontani.

Il codice si compone di 379 fogli di pergamena scritti ciascuno in doppia colonna tanto
nel recto quanto nel verso della pagina.

Mancano la fine e, saltuariamente, alcune delle ultime carte.

La rilegatura è moderna e priva di valore artistico. L’ordine delle prime pagine è alte-
rato, avendo il legatore scambiato il mese Madius con il Martius che doveva precedere.

La scrittura delle pagine è tutta in caratteri gotici della metà circa del secolo xv e i
margini di ogni pagina, anche quando non sono fregiati, sono larghissimi, ciò che risponde
pienamente al carattere di principesca sontuosità del messale.

Tutte le iniziali sono miniate a due colori: bianco e roseo o bianco e azzurro e arric-
chite d’oro.

Le prime dodici pagine, che comprendono il calendario, sono poi fregiate nel margine
sinistro da un minuto e pazientissimo fregio a rosoncim azzurri e rossi contornanti piccoli
dischetti d’oro.

In altre parti del messale, come ad esempio nella ufficiatura riguardante l’ottava di Pen-
tecoste e l’ottava che precede l’Annunciazione, le pagine sono decorate di un fregio marginale
di carattere molto diverso e che ci richiama ad un altro e più antico miniatore.

Il testo è frequentemente ravvivato da figurazioni che si riferiscono al passo dei libri
sacri citati nell’officiatura, alle singole ricorrenze del calendario ecclesiastico o alla vita dei
santi festeggiati.

1 P. 1 oesca, La pittura e la miniatura in Lombardia, Hoepli, 1912, pagg. 539-542.

L’Arte. XVIII, 31.
 
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