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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 3
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Cipolla, Carlo: Richerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0330

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RICERCHE STORICHE

INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA IN VERONA

(Continuazione, vedi fase, precedente)

CAP. IV.

LE CAPPELLE DELLE NAVATE.

avata a destra (di chi entra nella chiesa).

Cappella del Crocifisso.

Descritto l’altare Centrego, e le tombe da lato, il
Pellegrini prosegue (Cap. V.): « voltate le cantonate
(e quindi venendo nelle navate) si vedeva una lastra,
sotto cui era sepolto Andrea de Pasti chirurgo, et al
mezzo della Cappelletta v’era la sepoltura della si-
gnora Marsibilia, o Marsilia del ramo de Palo con
lettere et arma ».* Con queste ultime parole, il dili-
gente raccoglitore è già entrato a parlare della cap-
pella di Santa Anastasia o del Crocifisso.

Avverto che presso la porta della cappella vedesi
un fresco ; è un ex voto, rappresentante la Vergine.
Ai piedi sta inginocchiato un frate domenicano, forse
della seconda metà del secolo xv.

Il P. Pio aveva creduto 1 2 che l’antica chiesa di
santa Anastasia donata nel 1260, in un colla chie-
setta di San Remigio, ai P. P. Domenicani, fosse
dov’è situato adesso l’altar maggiore. Ma il P. Pelle-
grini (Cap. VI) ne dubitò, reputando probabile che
dell’antica chiesa di santa Anastasia facesse parte in-
vece la cappella di cui parliamo. La forma della cap-
pella dimostra che si tratta di un edificio, che non
ha alcuna relazione colla chiesa attuale. E sino a lì
si può andare avanti ; ma è difficile giungere di lì a
conseguenze serie. L. Simeoni è disposto a riconoscere
in questa costruzione lo stile della fine del sec. xm,
A. Da Lisca dubita che il muro della cappella sia
posteriore a quello della chiesa cui si addossa.

1 II più antico sepoltuario (fol. 23) « (i) Uxsta pilastrum
capelle sancte Anastasie, est lapis, sub quo quiescit corpus
magistri Andree de Pastis cirogici. Amota est propter pa-
vimentavi ». E quindi (fol 24): « (i) N medio liminis pte-
dicte capelle, est sepuitura domine Marsebilie, de ramo de
Palo, cum litteris et arma. Remota est ». L’autore del se-
condo sepoltuario aggiunse : « Istam Capellam accepit prò
se d. Franciscus de Pelegrino et commissarii eius fecerunt
illi zepulchrum in medio ipsius ».

2 Della progenie ecc., pag. 288.

Nell’interno la cappellina è costituita da una volta
a vela, con costoloni: e qui abbiamo impiegato l’arco
acuto. Esternamente la decorazione del tetto è costi-
tuita da archetti a tutto sesto, del sec. xm incirca. Il
Simeoni ne conclude che non si tratta della chiesa an-
tica, a meno che non si volesse supporre che i frati
nel periodo dal 1260 al 1290 avessero trovato il tempo
e l’opportunità di rifabbricare in parte la vecchia
chiesa, innalzando una costruzione che precedette la
grande rifabbrica.

La questione è grave, anzi forse è ancora giù grave
di quanto possiamo attenderci, poiché saremmo portati
studiare se e come si tratti di una chiesa. Dì sacro non
apparisce nulla : può essere, anzi è probabile che ciò
sia, ma quanto abbiamo ci serve poco. Nel sec. xv
per ridurre questo edificio a cappella, fu interamente ri-
fatto, nelle sue esterne apparenze. La fenestra che si
apre sulla parete, e che ha esternamente una com-
plicata cornice marmorea, pare di prima costruzione,
ma due archetti a differenza degli altri paiono così
malmenati appunto collo scopo di aprire la finestra.
Nello sfondo fu aperta un’abside, che si mantenne
così bassa da non portare la necessità di toccare il
cornicione: tale abside è contrassegnata dall’arme
dei Pellegrini, in marmo. L’abside non si può vedere
dal lato interno, chè fu chiusa con un altare in istile
barocco, in cui fu posto il Crocifisso del pontile come
ora ripeterò.

Non pare dubbioso che nella attuale cappella si
abbia, in qualche modo, il resto in una costruzione
non posteriore al secolo xm, la quale non aveva nes-
suna connessione coll’edificio attuale, ma che si volle
ad ogni costo conservare, per ragione a noi ignota.
E questa ragione forse si potrebbe trovare nelle ori-
gini primitive di questa strana cappella.

Così si mette piede senz’altro sul terreno sempre
incerto delle congetture.

Il problema riguardante la piccola chiesetta, così
discordante dalla basilica di San Pietro Martire, resta
 
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