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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Un dipinto inedito di Gentile da Fabriano
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0266

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UN DIPINTO INEDITO

DI GENTILE DA FABRIANO

DI recente è stata acquistata dalla Direzione Generale di Antichità e Belle Atti una preziosa
tavoletta di Gentile da Fabriano, vicina di tempo alla Incoronazione di Brera, ma più
determinata nella forma plastica. Siede la Vergine sopra una cassapanca adorna d’intrecciature,
in un prato fiorito; e Santa Rosa offre un cestello di rose al Bambino, che la guarda, esta-
tico della bellezza dei fiori. L’esagerazione in lunghezza eccezionale nell’arte del Fabrianese,
aumenta l’impressione di gotica gracilità alle figure fusiformi, con le spalle strette e spio-
venti, il busto corto, le mani lunghissime e rigide. Gli occhi son disegnati a mandorla,
di smalto; fisso ne è lo sguardo, e la bianchezza della sclerotica dà alla Vergine un’espres-
sione vaga, attonita, di sorriso ; tutte le linee del volto sono accentuate con forza, definite con
lo studio di rendere le particolarità della forma. Fiorisce la linea gotica dei panneggi intorno
ai corpi affusolati; quello esile della Santa oscilla nella guaina del manto col tremolìo di uno
stelo; la vesticciola fluente accompagna il cader lieve in avanti delle spalle del gracile bimbo.
I gesti di tutte le figure sono leggieri e carezzevoli : con trepida cura la giovinetta cir-
conda il rotondo paniere dei fiori; una mano del piccolo Gesù sfiora appena il manico di
vimini ; solo con la punta delle dita lunghissime e rigide, la madre tocca il braccio del figlio-
letto. Nel quadro di Berlino, ancor prossimo di tempo a questo, le figure si accorciano e
tendono ad acquistare forma più solida, ma qui l’insolito allungamento delle proporzioni
aggiunge grazia alla fresca e dolcissima composizione, intimamente unita: scendono al Bimbo
gli sguardi delle donne, le cui teste inchine compiono con una bella linea arcuata il contorno
del quadro; salgono quelli del Bimbo alla testa bionda della Santa, evoluta nell’intensità
espressiva dell’occhio. I fiori che costellano il prato e salgono a incorniciare il sedile della
Vergine sono ancora dipinti un po’ di maniera, senza la finissima osservazione del vero che
si vedrà nell’Adorazione de Magi, ma le rosette ammucchiate nel paniere hanno già un timido
movimento proprio. Con diligenza tutta primitiva è tessuto sul fondo aureo il paziente ricamo
dei nimbi, intrecciata la fibula di Maria, simile a una grande rosa, disegnato il groviglio di
ornati nell’orlo del manto cadente ai piedi di lei in pieghe accartocciate, che s’inseguono
e si frangono di continuo alla maniera gotica: le margheritine del prato ornano lo scollo della
Santa porgitrice di fiori. E noi ci rallegriamo che questo gentilissimo esempio dell’arte
primitiva del Fabrianese trovi il suo posto a Urbino nella Galleria Nazionale delle Mar-
che, dove sarà vanto precipuo, o a Venezia, dove il Pisanello non invano lo conobbe,
e Jacopo Bellini l’onorò quale maestro.

m. p.
 
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