Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Bollettino bibliografico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0268

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell’arte in generale, Iconografia, ecc.

10. Chiappelli (Alessandro), Gli artefici scrit-
tori e la letteratura nazionale. Pubbl. dalla R. Ac-
cademia della Crusca per la lingua italiana. — Fi-
renze, 1915.

Chi se lo imagina Cennino Cennini introdotto in una tornata
dell’Accademia della Crusca? I.ui così brioso e leggero, che
va con la penna e col pennello «ariegando e volando assai più
che non fa la foglia al vento »? Eppure c’è entrato, e con lui
gli altri artefici scrittori nostri dal Ghiberti al Duprè, grazie
al. garbo e al gusto di Alessandro Chiappelli, che scorge in
queste scritture libere, e talora sbarazzine, una delle più ricche
vene della letteratura nazionale.

Ci sarebbe molto a pensare sul fatto che il mestiere, fon-
damento di ogni arte sana, è esiziale in letteratura, e spesso
uno scrittore più è grande quanto più si fa illetterato, e la più
parte di ciò che si scrive e stampa non è che parassitismo intel-
lettuale a spese dell’attività struttiva organica, che genera l’arte.

Ma queste riflessioni ci condurrebbero forse troppo lontani
dal Chiappelli cruscante, che ha voluto solo fare un’elegante
incursione nel mondo degli artisti, per sorprenderli alle loro
occupazioni subsiciva.e: di che la storia dell’arte gli è grata.

{e. t.).

11. Rosenthal (Leon), Dii romantisme au réa-
lisme. — Laurens, Paris, 1914.

Rispetto alle idee direttive quest’opera vorrebbe segnare un
progresso sull’rirf romantique, di cui è la continuazione.

« Aucune vue systématique ne nous a guidés — diceva il
Rosenthal in quella franca e originale prefazione; —entraìnée
par un sujet complexe notre méthode, elle aussi, a peut-étre
manqué de simplicité ».

All’incontro, le pagine preliminari del nuovo libro annun-
ciano un partito preso di fronte alla critica puramente estetica
e formale.

« L’admiration que nous inspirent les oeuvres d’art ne sera
pas amoindrie si au lieu d’apporter à leur examen des préoc-
cupations esthétiques exclusives nous essayons de discerner la
complexité des forces qui les ont determinées.

Bien au contraire, c’est contribuer à la gioire des oeuvres que

d’ajouter aux motifs esthétiques les raisons humaines de les
aclmirer.

Mon effort essentiel a été, dans cet ouvrage, de reconnaìtre
et d’analyser ces grancls courants qui dominent les artistes de
talent et s’imposent mème au génie ».

Dopo tale dichiarazione non resta che accettare il libro
coni’è, con i pregi e i difetti conseguenti. La tendenza a sta-
bilire rapporti di causa e d’effetto tra fatti sociali ed artistici,
se giova all’unità della visione storica, va però a pregiudizio
dell’analisi intima e della comprensione estetica. Nel caso del
Rosenthal si complica con l’abuso delle fonti giornalistiche e
con la facilità di smarrire i valori dell’arte in sè, per consi-
derarla solo alla stregua dei giudizi contemporanei. Difetti
non gravi tuttavia in un’opera che, sfrondata di molta eru-
dizione superficiale, sarebbe utile schema per una ricerca più
profonda intorno alle origini del realismo francese nel se-
colo XIX.

In due capitoli preliminari l’autore inquadra il movimento
pittorico nella scena della vita sociale sotto la restaurazione e
il regno di Luigi Filippo, studiandone i fattori determinanti
e i caratteri: l’ispirazione storica e la religiosa, l’orienta-
lismo, le influenze letterarie ed esotiche (inglesi-spagnuole-te-
desche). Tratta poi in capitoli speciali le varie correnti dal
1830 al 1848: i romantici, il juste-milieu, i davidiani, i pae-
sisti, la pittura monumentale, districando da ogni fascio (ma
forse con mano non abbastanza scrupolosa) i fili oscuri che
mettono capo all’arte di Courbet e di Millet.

Notevoli le pagine sul realismo di Géricault e di Ingres sulla
trasformazione dell’allegoria nella pittura monumentale, e so-
pratutto sui paesisti, tra cui forse s’annoverano i più genuini
precursori del movimento realistico.

Per chi non teme i grandi principi nella storia delbarte
citiamo infine la conclusione del libro:

« Les periodes d’équilibre moral, de tranquillité ou d’indiffé-
rence sont favorables au classicisme; les périodes d’excitation
nerveuse ou de dépression développent les instinets romanti-
ques. L’art pour l’art répond aux époques de servitude, l’art
social est le fruit de la liberto », principi che volentieri pas-
siamo, per la confutazione, agli storici della Rinascenza.

(e. t.).
 
Annotationen