Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Piccirilli, Pietro: Monumenti Abruzzesi e l'arte teutonica a Caramanico, [2]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0426

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MONUMENTI ABRUZZESI

E L’ARTE TEUTONICA A CARAMANICO

(Cont. e fine, vedi fase, precedente)

III.

UNA affermazione più chiara, più decisa di arte teutonica offrono Fara San Martino e
Guardiagrele.

Fara San Martino rientra in quel periodo (sec. Vii) in cui i Longobardi vennero pei monti
a porre stanza nelle terre d’Abruzzo, ove stabilirono un gran numero di Fare. 1 L’origine,
per conseguenza, è antichissima.

Per giungere al paese bisogna muovere colla corriera postale da Palena, situata a circa
30 km. dalla stazione omonima, su la linea Sulmona-Isernia; una traversata lunga, ma incan-
tevole, fra poggi boscosi, colli e pianori coverti di un verde di mille toni.

A qualche centinaio di metri dalle prime case è una eminente montagna spaccata, grigia
e brulla. La valle, costituita dalla immane fenditura, non si concepisce facilmente nella sua
attrattiva : è una meraviglia ! Percorrendo il passo tortuoso si scorge, quasi a ridosso della
roccia, una fabbrica con i muri rotti e sgretolati dalle intemperie e dalla furia dei lavaroni :
è la chiesa di San Martino Eremita, che il popolo farese volle costruire e dedicare al Santo
in rendimento di grazie per uno strepitoso miracolo di lui: quello di avere con una semplice
spinta delle braccia aperto un varco attraverso la montagna vicina. 2 La chiesa fino al 1891
rimase sotterrata dal terriccio, dalla ghiaia e dai macigni; dipoi, per pietà di popolo, fu ri-
messa in vista nei suoi ruderi, nei suoi frammenti architettonici, scultorei e pittorici di sin-
golare importanza, che ora deperiscono e scompaiono.

* * *

Non vedo la necessità d’intrattenermi a lungo su questa costruzione, incominciata verso
la fine del IX secolo, o poco dopo, come provano alcuni avanzi di arte romanica, poiché le
fotografie qui intercalate dànno una precisa visione di quel che poteva essere il tempio prima
che rovinasse. Però preme ricordare che «a dicembre del 1044 Credindeo, figlio del cp Cre-
dindeo, principe del contado di Chieti, in remissionem peccatorum e in adempimento di voto
fatto della costruzione di un Monastero coll’ unione di cento monaci, disse aver ritrovato un
luogo in detto contado di Chieti, nelle pertinenze del castello chiamato Rocca di San Martino
con una chiesa che si ritrovava edificata in onore di San Martino fra due Alpi, ove dicevasi
la Valle di San Martino e concessa la medesima a Isberto con averlo costituito abate per
costruire ivi il Monastero e fare l’unione di cento monaci dell’ Ordine Benedettino, che ser-

1 N. F. Faraglia, Saggio di Corografia abruzzese alto, degli incavi quasi circolari, i quali, secondo la

medievale. Napoli, Giannini e F., 1S92. leggenda, sarebbero le impronte lasciate dai gomiti

2 Nella parte stretta del passaggio, si veggono, in dell'Eremita.
 
Annotationen