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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0502

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell’Arte iti generale.

31. Henri Guerlin, Segovie, Avita et Salamauque.
Paris, 1914,

La serie delle monografie « Villes d’art célèbres » s’è di
recente accresciuta con la pregevolissima opera del Guerlin
su le città castigliane di Segovia, Avila, Salamanca.

L’Autore unisce all’accortezza e ad un’esatta conoscenza
storico-artistica un finissimo senso rappresentativo e giunge
a darci la fisionomia il carattere artistico proprio delle tre
antiche città del nord della Spagna, rievocando con oppor-
tunità i momenti più significativi della loro evoluzione at-
traverso i secoli, cogliendone felicemente i tratti essenziali.

Non la guida arida dunque, misero elenco di opere arti-
stiche accozzate alla rinfusa, cui segua per fortuna una pom-
posa esposizione di fotografie; non guida del tipo che in-
vade comunemente la moderna produzione storico-artistica,
ma una geniale sintesi dello spirito che emana da città ove
l’arte ha lasciato il suo suggello.

Il legame storico che. avvince le tre città spagnuole, la
lotta accanita contro i Mori, non vieta che esse, disgiunte
dalla configurazione topografica, si siano formate una fisio-
nomia fisica differente.

Segovia, agli elementi originari romanici, di carattere
prettamente francese, unisce nel dodicesimo e tredicesimo
secolo elementi arabi e dà origine ad una scuola locale di
estremo interesse, per eleganza e ricchezza decorativa, una
delle più importanti che sia sorta in Ispagna.

Avila, nell’austerità della sua espressione monastica, s’è
attenuta a’ modelli di puro stile francese per i suoi edifici
religiosi, solo accettando dagli Arabi i principi di costruzione
per le opere di fortificazione.

Salamanca, la più ricca delle tre è grande nella rinascenza,
Essa trionfa nel pieno sviluppo dello stile plateresco. L’A. con
aggiustati tocchi ci dà notizia dell’evoluzione pittorica ori-
ginaria accennando anche alle due forti correnti che vi con-
fluirono: la fiamminga, e l’italiana.

Più importante specialmente nei primitivi l’influsso fiam-
mingo perchè più rispondente all’istintivo senso coloristico
spagnuolo e quindi più assimilato. Sono ricordate inoltre le
opere italiane che abbelliscono le chiese e le raccolte delle
tre città, più numerose a Salamanca, da un Nicola fiorentino

al principio del quattrocento, autore di pregiati affreschi,
a Lanfranco e a pittori anche più moderni.

Nella scultura è rilevata la influenza italiana e la francese
ed è accennata l’importanza della statuaria colorata che,
negletta dalla critica d’arte moderna, è assurta finalmente
al suo giusto valore. L’opera è corredata di buone illustra-
zioni.

32. Max Rooses, Fiandra, Istituto d’arti grafiche,
Bergamo, 1914.

La collezione Ars una, species mille che comprenderà tutta
una serie completa di volumetti di carattere puramente divul-
gativo su le principali regioni artistiche del mondo, offre ora
questo su l’arte fiamminga.

Tra i volumi già pubblicati, cioè: « L’arte nelle isole britan-
niche», dell’Armstrong; «L’arte nell’Italia settentrionale»,
di Corrado Ricci; «L’arte in Francia» di Louis Ourticq;
«L’arte in Egitto», di G. Maspero e in «Spagna e Porto-
gallo», di Marcel Dielafoy, accolti con viva simpatia dal
pubblico, ve ne sono alcuni condotti con. vero discernimento
critico, con la dovuta misura e sobrietà. Questo su la
« Fiandra » non è il migliore della serie. Vi si nota una ten-
denza a smarrirsi in particolari minuti, una mancanza di
idee sintetiche generali che dovrebbero formare l’architettura
ideale di lavori di tale indole, e non c.’è sempre una ben
equilibrata trattazione dei diversi campi dell’arte figurativa.

Vi sono tuttavia piacevoli descrizioni e giusti raffronti
dell’arte fiamminga con l’arte di altri paesi; questo libro ha
acquistato un interesse di attualità illustrando anche quei
monumenti che furono sciupati o distrutti dalla presente
guerra europea. (c. /.).

Architettura.

33. Grùneisex (\V. de), S. Maria Antiqua - con la
collaborazicmc di Christian Huelsen, / incalzo f ederici,
Giovanni Giorgie., Ioscph David. — Roma, Bretsch-
neider, 1911.

Apre il libro un ernioso capitolo sulla bibliografia dei monu-
mento, che tutti gli archeologi dovrebbero leggere e meditare.
E laverò pietosa e leggermente comica la storia degli sforzi
di tanti eruditi per dimostrare che la chiesa « non poteva
essere dove effel.1 reamente era ». E sì che il regionator Einsie-
 
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